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Su Wikipedia e Giovanni Agnoloni

Cassata dall’enciclopedia universale , riporto qui sotto il contenuto della pagina su Giovanni Agnoloni, sperando che possa fornire lo spunto per un approfondimento sull'autore e sul Connettivismo. Giovanni Agnoloni  ( Firenze ,  9 settembre   1976 ) è uno  scrittore  e  traduttore   italiano . Biografia Laureato in  giurisprudenza , inizia la sua attività letteraria con  Letteratura del fantastico. I giardini di Lorien  (2004) in cui effettua parallelismi tra l’opera di  J.R.R. Tolkien  e classici greci, latini e italiani; in  Nuova letteratura fantasy  (2010) confronta le opere del Professore di Oxford con quelle di autori del  Novecento , è finalista al  Premio Italia  dell’anno seguente. Figura tra gli autori del volume antologico  The Ring Goes Ever On: Proceedings of the Tolkien 2005 Conference  (atti del convegno, The Tolkien Society, 2008). [1] Nel 2011 pubblica  Tolkien e Bach. Dalla Terra di Mezzo all’energia dei fiori , saggio in cui effettua parallelismi

Wikipedia: fontare o non fontare

Durante la cerimonia dipremiazione del concorso letterario “Racconti Corsari” dell’inizio di febbraio mi sono reso conto che alcuni interventi (tra cui il mio) hanno attinto informazioni e aneddoti dalla rete, e in particolare dalle pagine di Wikipedia . È un percorso quasi naturale, intrapreso da chiunque abbia un dubbio, e reso ancora più immediato dalla diffusione di quella protuberanza del nostro corpo chiamata smartphone. Dovrebbe essere un punto di partenza , nulla più, anche se spesso rappresenta sia l’inizio che la fine del nostro sforzo per appagare la sete di conoscenza: l’esercizio del pensiero critico necessita approfondimenti maggiori rispetto ai risultati di un semplice inserimento di parole chiave su un motore di ricerca o un sito. Sull’utilità di tale processo, tuttavia, non si discute, anche in relazione alla semplicità dell’accesso e alla fruibilità delle informazioni. Sul contenuto, invece, sarebbe il caso di discutere eccome: in passato ho eliminato dall’encic

Racconti Corsari 2017

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Potrei limitarmi a dire che è stato bello. A volte la sintesi o il non espresso fanno fare migliore figura a chi vuole descrivere e trasmettere un concetto. Potrei dire che l’edizione del Concorso “Racconti Corsari” archiviata sabato 10 febbraio a Leinì è stata valorizzata anche dal contesto, l’appena inaugurato teatro Pavarotti realizzato sotto gli archi di quello che per anni è stato un mercato all’aperto. Potrei dire che per una volta ancora sono entrato con poche cose da dire e ho riempito fogli di spunti e appunti, troppi per il tempo a disposizione e per la pazienza di chi stava ad ascoltare. Potrei, e invece. Il mio intervento riguardava il vincitore della sezione “Resistenze”: “I sogni di Velia” di Patrizia Gazzotti di cui ho curato la postfazione pubblicata nel volume “Il Treno Nero” (Eris Edizioni). Sullo sfondo l’omicidio di Giacomo Matteotti, coprotagonista del racconto senza essere mai citato, è sua moglie Velia a ripercorrere una vita passata a fianco di un uomo in

I sogni di Velia di Patrizia Gazzotti

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Postfazione al racconto “ I sogni di Velia” di Patrizia Gazzotti vincitore della sezione “Resistenze” del Concorso “Racconti Corsari” 2017. L'idea di una sezione dedicata alle Resistenze è nata alla fine dell'edizione 2015 di Racconti Corsari. La cerimonia di chiusura era appena finita, i vincitori stringevano tra le mani le copie del volume "Iter fati" edito da Eris Edizioni e le foto di rito reclamavano il loro spazio. Anna Matilde Sali mi si avvicina e mi dice "E se aggiungessimo una sezione dedicata alle resistenze?". Poi, senza che avessi il tempo di dire che mi sembrava una buona idea: " Con la e , al plurale ". Sì, era proprio una buona idea. In quel momento non pensavamo di trovarci necessariamente a premiare un racconto dedicato alla Resistenza. Il plurale aveva proprio quell'obiettivo: consentire di sviluppare il tema anche al di fuori della rievocazione del contrasto al regime del Ventennio, consentendo agli scrittori, se

Blog 2018

Ogni tanto lo faccio. Non spesso. Passano anni tra l’una e l’altra occasione. È il recupero di uno strumento che mi appare come obsoleto. C’è da leggere (e da scrivere), richiede impegno per essere fruito appieno, necessita di sforzi da compiere e concentrazione da tenere. Sono ingredienti demodè, anche se qualcuno sostiene che i blog stiano tornando di moda. Io arrivo sempre tardi e tra le leopardiane Morte e Moda, ho sempre scelto la morte . Così ripropongo la settimana delblog , con un testo al giorno, scritto e poi pubblicato. Non un video come nei blog degli youtuber. Un testo. Per sancire una differenza. Anche perché io non sono uno iutubero , per età, per formazione e per strumenti di comunicazione congeniali. E sempre per parlare di strumenti obsoleti, nel nuovo anno ho anche ricominciato a scrivere con la penna biro, rigorosamente di colore blu. Mi consente di concentrarmi su quello che sto facendo. Non la userei per scrivere mai un racconto o un romanzo, perché la veloc

Chi può dargli torto?

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Tutti a dire che il Salone è stato bellissimo, che Torino ha vinto su Milano, che un Salone così non lo si vedeva da anni, che si vive molto meglio senza il grande supermercato che porta via spazio a tutti gli altri, che trent’anni trasformano un evento in una tradizione e che le tradizioni non si comprano, ecc. ecc.  Ed è vero. Però. Venerdì mattina. Ore 10:00. Lo stand più affollato è quello dell'Autogrill. Un ragazzo sui sedici anni chiede: - Mi dà un Apollo? Cominciamo con il piede giusto. Non ho nulla da presentare e posso permettermi di fare due passi con tranquillità. Passerò allo stand de Il Foglio Letterario e in quello di Historica, saluterò qualche amico e soprattutto mi metterò ad ascoltare le voci dei visitatori, che rappresentano il vero barometro della manifestazione. - Ti fermi alla conferenza? – chiede una ragazza a un tizio in giacca e cravatta. - Sì, c'è il wi-fi gratis.  Ognuno deve cercare in sé le proprie motivazioni. Il Sa

I racconti non vendono un ca**o

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Riesumo dal mio hard disk la postfazione che ho scritto al racconto “MARCUS-21” di Alias, premiato nel concorso letterario Racconti Corsari del 2017. Lo faccio perché al Salone del Libro di Torino, nello stand della casa editrice Las Vegas, ho potuto fare questa foto rivelatrice. E se i racconti sono sempre considerati come sottoprodotti… allora è doveroso farne apologia. Ricordare che sono fighi, insomma. Ricordarli non perché sono morti, ma perché sono vivi e vegeti. Il racconto si apre con una netta presa di coscienza, una frase che il protagonista rivolge più a se stesso che al lettore: io non sono una macchina . È un monito grazie al quale riafferma la sua identità, ancor prima di spiegarci se e come l’abbia persa. È un grido che, tuttavia, assume la forma della negazione: non è Io, uomo contrapposto all’ Io, robot di Asimov, ma un simbolo di distacco e differenziazione, un confine che vuole tracciare laddove non ce ne dovrebbe essere bisogno. La letteratura fantascie