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Visualizzazione dei post da marzo, 2007

Costa solo dieci euro!

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Giovedì 22 marzo, incontro con Daniele Nadir e mostra delle splendide illustrazioni realizzate da Mattia Ottolini, (premio Award Illustrazione Italiana 2006) per “Lo stagno di fuoco” (Sperling&Kupfer). La foto è di un ordradek realizzato da un ragazzo di Firenze. A cosa serve? A nulla. Però è bello. Per maggiori informazioni vi rimando al sito di Daniele . Costa solo dieci euro! Venerdì 23 marzo, biblioteca di San Maurizio. Una delle ragazze (giovani) mi chiede “Ma quando trova il tempo per scrivere?” e a me prende male. “Se le ragazze mi danno del lei vuol dire che sono messo piuttosto male.” “Il peggio” mi rincuora la moglie di Twor “è quando pensi a qualcuno e dici un ragazzo . Poi ti accorgi che ha la tua stessa età e rettifichi con un uomo . Solo allora comprendi di esserti dato del vecchio da solo.” Costa solo dieci euro! Un ragazzo (ok, un uomo , o meglio ancora un signore ) mi ferma dopo la presentazione e mi dice, con un delizioso accento americano: “ Questo ” (tiene in ma

Strappare o non strappare? (2)

Puntata precedente “Desidera altro?” mi chiede il cameriere, inspiegabilmente materializzato al mio fianco. Da quanto tempo è lì? Posso non averlo notato prima? Mi osserva già da un po’? Più che osservarmi… sbaglio o mi sta squadrando da testa a piedi? Lo guardo. Poi guardo la mia mano che stringe, umidiccia di sudore, il pezzo di giornale. Il sudore è comparso con la stessa velocità del cameriere. Un secondo, un attimo, una frazione infinitesimale di tempo. Reazione. Dovrei vergognarmi, ma non ne sono del tutto sicuro. Alla fine cedo: mi vergogno come un cane. Vorrei scomparire, essere teletrasportato altrove, in un altrove molto distante da qui, diventare invisibile o produrmi in un gesto di magia, di quelli alla Silvan, e pronunciare Sim-sala-bim o Abracadabra e far scomparire l’oggetto del reato. Ma la vergogna mi paralizza, come il veleno del ragno fa con la preda intrappolata nella ragnatela. C’è modo di venirne fuori? Di riparare, di porre rimedio? Come posso risarcire il came

Strappare o non strappare? (1)

Non so se vi è mai capitato. Bar, aperitivo o caffè, giornali da sfogliare, si girano le pagine e ci si imbatte in un articolo interessante. Dopo averlo letto ci si convince che sì, è davvero interessante, e per questo motivo lo vorremmo tanto tenere in un cassetto, magari per rileggerlo, quando ne sentiamo il bisogno. Però: il giornale o la rivista non sono nostri; è tutta una vita che ci sentiamo fare discorsi sull’educazione, sul rispetto degli altri, sulle regole della civiltà: possiamo cancellare tutto con un semplice gesto? ammettendo di aver superato il primo, ma soprattutto il secondo dilemma… e se ci vedono mentre tiriamo via la pagina e la mettiamo in tasca? Che figura ci facciamo? e se qualcuno sente il rumore della carta che si strappa? Credo siano più o meno gli stessi dubbi che attanagliano quelli che, in montagna, si trovano di fronte una stella alpina: la lascio lì a beneficio di tutti o trasgredisco la legge e me la porto via? Sì, va bene, ma una pagina di giornale no

Rethor&Lithil - primi commenti

Visto che Betty e Patty mi accusano di essere diventato un po’ troppo acido (e non lo nego: sarà “Saturno contro?”) cerco di porre rimedio con qualche commento sparso su Rethor&Lithil . Io: “Ho scritto un libro fantasy.” Lei: “Ah, fantasy… Harry Potter!” Memore della volta precedente: “Ho scritto un libro fantasy, sai quelle storie tipo il Signore degli Anelli.” Lei: “Bello, Il Signore degli Anelli .” Poi ci pensa un po’ su. “Ma il tuo libro è più sottile!” Io: "...libro... fantasy..." Lei: "Ah, e il prossimo quando esce?" Ok, da adesso in poi dico: “Ho scritto un nuovo libro.” Punto. Poi sono tutti fatti vostri. Altri commenti, un po’ fuori del coro. Lui: “Sai, ho dato il libro a mia mamma (N.d.A.: 70 anni) . Ha cominciato a leggerlo. Poi mi ha detto Ma è fantascienza !” (sottinteso: fantascienza = “ma cosa mi hai dato da leggere?!?”) Il tizio prende in mano Il preludio, lo guarda a lungo e poi esclama: “Fantastico!” (la battuta è difficile da capire. Ok, con c

Ciriè Fantastica (08.03.07)

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Tanto è una cosa risaputa: bisogna combattere contro tutto e tutti. Ok, l’8 marzo è la festa della donna. E nella stessa data un settimanale locale molto diffuso (Il Risveglio) presenta il suo nuovo formato, sullo stile di come è adesso La Stampa. Il giovedì, su Italia Uno, c’è CSI NY, un telefilm che in Francia sono riusciti a tradurre (con la solita spocchia d’oltralpe) Les Experts: Manhattan ( cliccate per credere). Fregandocene di tutto e di tutti noi organizziamo una presentazione di Fantastico d’Autore nell’ambito della rassegna Ciriè Fantastica: romanzi che portano altrove . He e il Giovane Rocchi si presentano al Centro Socio Culturale. “Mamma mia quanta gente!” esclamano stupefatti. Decine e decine di giornalisti, curiosi e autorità si accalcano per entrare. “Abbiamo fatto il botto!” pensano. Ok, quella era la presentazione della nuova veste grafica de Il Risveglio. Fin qui tutto tranquillo: altri appuntamenti che si sovrappongono, la tivù che la fa da padrone, persone che

Fante e Baricco

Si parla di… …polvere, introduzione, Testament, stroncare, dramma, cortile, cadavere mummificato, in fondo a destra. John Fante, Chiedi alla polvere , Giulio Einaudi Editore, 2004. Introduzione di Alessandro Baricco. Virgoletto. “… il prologo che qui trovate in appendice. Fante voleva metterlo in testa al libro (prologo, appunto) ma l’editore lo convinse a lasciar perdere (ed è difficile dargli torto, visto che racconta la lettore come il libro va a finire …)” Bene, bravo, ottimo. È importante fissare dei principi, darsi delle regole, nella vita. Fante era un pazzo a svelare il finale, o anche solo il senso del libro, già nel prologo. Però, Alessandro, sai cosa dicevano i Testament? Practise what you preach, metti in pratica ciò che predichi. Introduzione, pagina I. “ Chiedi alla polvere è un romanzo costruito su tre storie. Prima: un ventenne sogna di diventare uno scrittore e in effetti lo diventa. Seconda: un ventenne cattolico cerca di vivere nonostante il fatto di essere cattolico

Ciriè 01 marzo 2007

Giovedì sera, San Remo, Johnny Dorelli, con l’acca dove dice di metterla il sito di Tiscali, che canta, ma per fortuna verso mezzanotte, CSI NY in televisione. Ore 20.30 iniziamo a preparare la sala. Disponiamo le sedie, addobbiamo la stanza, accogliamo i primi venuti. Poi entra un signore brizzolato, con barba e capelli lunghi. “Un appassionato del genere” penso. E invece… “Cosa fate qui?” chiede. “Una presentazione letteraria.” “Ma questa sera ci siamo noi.” “Noi chi?” “Il gruppo di yoga.” Panico. Ma non ci sono problemi: andiamo in sala conferenze, giusto sotto di noi. È più prestigiosa, più grande… ci sono solo 300 posti a sedere… il palco… “Avevamo paura di stare stretti” diciamo a tutti quelli che arrivano. Però ho un dubbio: “Speriamo che la gente capisca che deve scendere le scale” dico. “Dai, non essere così pessimista!” mi rispondono. A fine serata troviamo due ragazzi venuti per Rethor&Lithil che ci aspettano al piano di sopra. Del libro non sanno nulla, ma in compenso h