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Visualizzazione dei post da giugno, 2010

Frasi giugno 2010

Incidente gravissimo Aveva le costole inclinate . Genitori rassegnati Lui: “Dov’è Ester?” Lei: “È di là che urla”. Malattie “Risalgo la corrente come una trota salmonellata ”. Fallimenti informatici “La serata è stata un floppy ”. Festeggiamenti Il Presidente della Pro Loco, piuttosto alticcio: “Vi ringrazio di essere venuti. È stata una festa bellissima. Cosa volete di più?” Una voce anonima dal pubblico: “Che bevi di meno!”

Regole utili e regole inutili

Nel tema di maturità avevo scritto (per errore, lo giuro) “La Coscenza di Zeno”. Quando all’orale me lo fecero notare rimediai cospargendomi il capo di cenere e recitando le tre eccezioni dello scie: scienza, coscienza e usciere. Uno dei capitoli che mi hanno più divertito del libro “Inaspettatamente Prof” di Gigliola Magnetti (oltre agli svolgimenti del tema “Chi sei? Cosa vorresti essere? Cosa vorresti fare da grande?” ) è quello dedicato alle regole grammaticali . Alle ragazze di un corso professionale, Gigliola spiega come fare il plurale delle parole che terminano in cia o gia . Ok, non siate imbarazzati: un ripasso fa bene a tutti. Se la desinenza è preceduta da una vocale (camicia) il plurale mantiene la i (camicie); se è preceduta da una consonante (provincia) perde la i nel plurale (province). Idem per le parole che terminano in gia: ciliegia diventa ciliegie e pioggia diventa piogge. Ok, allergia non conta: l’accento cade sulla i e quindi al plurale diventa allergie. Ok, la

Il tema (2)

Tempo fa mi ero divertito a immaginarmi a svolgere, privato dell’innocenza dal tempo e dalla vita, i temi dei bambini delle elementari . Uno stimolo analogo mi ha assalito durante la lettura del libro di Gigliola Magnetti (“Inaspettatamente Prof” – Neos Edizioni). Alle ragazze di un corso professionale, la Prof.ssa Magnetti ha chiesto di esprimersi su “ Chi sei? Cosa vorresti essere? Cosa vorresti fare da grande? ”. Ok, non è un tema da esame di maturità, come quello che oggi stanno svolgendo migliaia di alunni delle superiori. Alla prima domanda dovrei rispondere che si va a scuola per imparare, ma soprattutto per garantirsi un lavoro che ti dia da mangiare; che il lavoro non è tutto, ma occupa la maggior parte della giornata; che scrivere non è solo questione di ispirazione ma di serenità e di mente ben disposta a esternare i frammenti di vita che abbiamo immagazzinato. Ecco, sono il prodotto di questi inevitabili (o irrimediabili) inconvenienti. Per la seconda e la terza posso ric

Giornali e letteratura

Era molto tempo che non sfogliavo un giornale, uno di quelli che parlano di cronaca, politica e di tutto il resto. Giro una pagina dopo l’altra, stupendomi di quante parole vengano ogni giorno incasellate per raccontare cosa succede o cosa non succede. Mi concentro su “tutto il resto” e scopro che gran parte degli articoli parla di libri . Dovrei essere felice. Basta qualche occhiata per farmi capire che non è così. Scorro un titolo dopo l’altro, uno sulla scrittrice alfiere dell’ egotismo , che finge di narrare fatti veri, uno sulle lettere implacabili scambiate da due ex coniugi, uno sulla realtà che si trova solo nelle parole e, in ultimo, un trafiletto sulla scrittura che non si sente a causa del troppo rumore . Dovrei essere felice dello spazio dedicato ai libri, di queste dieci pagine scarse declinate in -ura (cultura, lettura e scrittura). Eppure scopro che non me ne frega assolutamente niente . Non mi sento parte di questo mondo, né come lettore né (ancor meno) come Aspirant

Antonella Griseri (Italia da leggere)

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Reduce da una recente presentazione del suo romanzo “Tecla”, curata da Marco Cattarulla per il Circolo Letture Corsare , ecco quattro chiacchiere con Antonella Griseri. Durante la presentazione hai dichiarato che il tipo di linguaggio che utilizzi ha inevitabilmente portato alla stesura di Tecla, un romanzo gotico. Questa interconnessione tra opera e linguaggio è davvero così inevitabile? Assolutamente sì. Il tipo di linguaggio che se vogliamo si può definire "classico" nel senso che detiene un'aulicità tipica del romanzo ottocentesco sarebbe difficilmente utilizzabile per una storia moderna che richiede una scrittura più pragmatica e meno poetica. Le opere precedenti che hai pubblicato sono raccolti di poesie, in cui il linguaggio ha una rilevanza fondamentale. Come può convivere il gotico con la poesia? Non ho pubblicato unicamente poesie ma anche due romanzi "giovanili": "Nonno Livio" e "Come il fiume". Per quanto riguarda la poesia non p

Un giorno di ferie

Non scrivendo (letteratura) per mestiere, il tempo per la scrittura non può che essere rubato alle altre occupazioni. E quando non si può smettere di dormire, non si può che prendere un giorno di ferie da dedicare a carta e penna. Le cose, però, non vanno sempre nella direzione sperata. Mi sveglio tardi. Poi la colazione (con calma), la lavapiatti da svuotare, i panni da stendere, il letto da rifare. Poi la televisione. Non si dovrebbe, soprattutto la mattina, però la tentazione è forte. Il risultato è che resto ipnotizzato di fronte a una dimostrazione della funzionalità di uno sminuzzature elettrico. È un apparecchio geniale. Due lame che mescolano, triturano o sminuzzano a seconda delle necessità. Mi accoglie un tripudio di pezzi di verdure e frutta variopinti che si accumulano in ciotole e scodelle. Lo voglio. È impedibile. Come posso farne a meno? Ok, non mi piace né la frutta né la verdura, però… come resistere quando lo chef mette dei cubetti di cemento (!) nell’apparecchio e