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Visualizzazione dei post da luglio, 2007

Estate 2007

Anche quest’anno è venuto il momento di tirare giù la serranda per un po’. Sonno, sonno, sonno. Come programma è un po’ monotono, ma decisamente efficace. Mentre dodici mesi fa (sono davvero passati così in fretta?) davo consigli sui siti e sui blog da seguire, quest’anno mi premetto di esibirmi in consigli sulle letture estive, ispirati dai libri che ho recensito di recente. Lo scaricamento della bara – Maurizio Cometto Dopo il fortunato Il costruttore di biciclette, Maurizio Cometto conduce nuovamente i suoi lettori a Magniverne, un piccolo paese di una provincia contadina dal forte sapore piemontese. E lo fa ricorrendo agli elementi che caratterizzano tutte le sue opere e che ritroviamo anche ne Lo scaricamento della bara (Magnetica Edizioni – 2007): semplicità, coinvolgimento, fantastico e senso della misura. Zone d’ombra – Lorenzo Nicotra Il nome di Lorenzo Nicotra, almeno negli ultimi anni, è strettamente legato a quello della Magnetica Edizioni e all’impulso che in poco tempo h

Varie ed eventuali

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Tv Grazie a Francesco Richiardi e alle sue capacità tecnologiche ad ampio spettro (dalla riparazione di un frullatore a valvole alla digitalizzazione di immagini da vhs), e grazie anche a You Tube, ho potuto pubblicare sul mio sito la registrazione dell’intervista su Primanetenna . Dopo averla vista… su le palette, per cortesia. Votiamo la stempiatura, la spigliatezza, la chiarezza di esposizione. Da zero a dieci, come direbbe Ligabue. Vietato commentare “assomigli a Mazzini” o “ma ti è venuta la barba bianca!”. Fuori da FNAC E a proposito di barba… “Ehi!” mi chiama un venditore ambulante. È un nordafricano, di carnagione piuttosto chiara, con il viso sbarbato solcato da un enorme sorriso. “Ehi, tu, che hai una barba come uno dei nostri! Compra qualcosa!” Mentre mi interrogo sul significato dell’espressione uno dei nostri , lui continua: “Hai la barba come uno di Marrakech”. Marrakech, per me, è sinonimo di Gabriele Salvadores, ma nulla più. Nel dubbio fuggo spaventato, non da lui, ov

Odio – Piero Scacchi come Zeno

Qualcuno leggerà il libro per vedere come va a finire, ed è legittimo, altri invece sono più interessati alle questioni di fondo. Accanto a un ragionamento sull’odio e sulle sue caratteristiche, nel romanzo c’è qualcosa di più: ci sono cinque racconti. Lo psicanalista può dedicare a Piero Scacchi, il protagonista del romanzo, solo un’ora alla settimana, un appuntamento che lui considera decisamente insufficiente rispetto alle sue esigenze. Piero vuole raccontare la sua storia con rapidità, in tutte le sue sfaccettature, e così si mette a scrivere. I giornali sono pieni di notizie di questo genere: una persona che è stata incarcerata prepara un memorandum. È successo per Mani Pulite, per i Furbetti del Quartierino, per Vallettopoli e tutti gli altri –opoli che vi possono venire in mente. Il memorandum di Piero, tuttavia, non è per nulla utile alla magistratura. I giudici conoscono per filo e per segno come si sono svolti i fatti, e per questo l’hanno condannato. Nulla di quello che scri

Odio – racconti

Le pagine di Odio sono intervallate da cinque racconti. Varie volte ho detto che i racconti non mi piacciono, esattamente come non mi piacciono i gialli. Qui c’è di nuovo una contraddizione, anzi due, ma su certe cose è meglio glissare con noncuranza: adoro smentire uno dopo l’altro quelli che considero i capisaldi della mia esistenza. I racconti sono troppo frammentari. Sono abituato al fantasy, alle lunghe saghe, e i racconti mi lasciano l’amaro in bocca. “Già finito?” mi vien da dire. E non è la pubblicità di una siringa ( pic ) indolore. Però… …però in questo periodo ne sto leggendo quintali anch’io, anche perché alla sera non riesco più a concentrarmi come vorrei e finisco addormentato come un sasso. Ma alla fine del racconto, almeno, riesco ad arrivare. I romanzi giacciono sul mio comodino in attesa di tempi migliori. …però di racconti ne ho scritti tantissimi. Sono un mezzo espressivo molto interessante perché contengono, seppure in piccolo, tutti gli elementi di un romanzo: per

Battesimo televisivo

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Ed eccomi arrivato al battesimo della telecamera. Giovedì scorso, ore 8 del mattino, nel salotto della trasmissione Cosa succede in città dell’emittente Primantenna va in onda la mia prima esperienza televisiva. Wlady, il presentatore, comincia con la rassegna stampa, le notizie sul traffico e i collegamenti con gli inviati. Nel frattempo aspetto seduto a un tavolino rotondo, su una sedia in stile bar per bene . Tre telecamere fisse sono posizionate a inquadrare Wlady, la mia postazione e quella dell’altro ospite della mattina, un signore finito nelle mani degli usurai. L’ambiente fa molto trasmissione di Magalli su Rai2 (lo dico in senso positivo). Wlady è spigliato e prosegue tranquillo e professionale. Io sono stranamente calmo, forse grazie al croissant alla nutella che mi sono mangiato prima di entrare. Nutella: altro che Lexotan! La prima domanda è quella consueta, su come ci si trasforma in Giovani Aspiranti Scrittori Famosi. E così posso parlare dei pacchi spediti dall’ufficio