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Visualizzazione dei post da marzo, 2006

John Grisham - Il broker: ma gli italiani sono proprio così?

E allora completiamo la settimana delle recensioni. Prima Moretti, poi Grisham. Altro che compiacimento nello stroncare i grandi: tristezza, a me viene solo tanta tristezza. Avevo scritto questo pezzo diversi mesi fa, quando era nato un nuovo polo di blogger ( www.blogosfere.it ). Molti si sono proposti, e volevate che mancassi all’appuntamento? “Aspirante scrittore famoso cerca luogo dove narrare disavventure sugli scontri col mercato editoriale.” Quello che segue voleva essere un esempio di come non dovrebbe funzionare quel mercato in Italia. Ho comprato “Il broker” appena è uscito, senza nemmeno leggere una recensione o sentire il commento di un amico. L'ho visto e l'ho preso, in barba a tutte le mie prediche sul "non fermatevi ai soliti nomi". Solo dopo ho scoperto che è ambientato qui da noi. Senza svelar nulla del libro (che, tra parentesi, non mi è piaciuto per nulla) voglio attirare la vostra attenzione sulle perle di saggezza che questa lettura mi ha lasciato

Il caimano

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A un certo punto mi sono chiesto se avesse ancora senso andare a vedere il film. Un articolo in prima pagina su La Stampa ne anticipava il finale, TGcom parlava dell’inizio, Ferrara su La7 ci ha raccontato la parte centrale, La Repubblica dava anticipazioni qua e là. E poi Fiorello che imita Moretti su RadioDue, il regista ospite di Fazio, per non parlare delle polemiche che hanno preceduto l’uscita della pellicola e delle discussioni sull’opportunità del lancio in piena campagna elettorale. Insomma, ne hanno parlato tutti: ma chi me lo fa fare di andarlo la vedere? Pensate che dei libri non leggo nemmeno la quarta di copertina per non rovinarmi la sorpresa. Devo anticipare un giudizio? Tanto rumore per nulla. Il meccanismo narrativo de “Il caimano” è mutuato in pieno da un altro film di Moretti, il molto più riuscito “Aprile”. Anche lì le vicende politiche si mescolavano con una storia privata, quella della nascita del figlio del regista; anche lì c’era un film nel film, “un musical s

Notizie su internet

In un recente show portato in giro per teatri e palasport Beppe Grillo consiglia di cercare le notizie su internet. Secondo il comico, promosso a libero pensatore o addirittura a guru dal suo stuolo di fans sfegatati, non bisogna infatti fidarsi di quello che ci propinano giornali e televisione: dietro ogni presentatore, ogni immagine video, ogni goccia di inchiostro stampato c’è una possibile mistificazione. Fino a qualche anno fa avremmo potuto rispondere che le persone normali non sono in possesso dei mezzi per difendersi e che quindi non ci resta che adattarci controvoglia sperando di riuscire a mantenere un minimo di capacità di pensare con la nostra testa. Grillo non è tuttavia di questa opinione. Oggi, sostiene, ci sono i mezzi per risalite alla fonte: basta trasformarsi in salmoni dell’informazione. Un tiggì parla di un attentato e ipotizza cause ed effetti? E voi andate a verificare che le cose si siano svolte proprio nel modo che viene presentato. Leggete le agenzie stampa,

Librerie

Ieri ho ricevuto una mail di Alessandro Cascio, un ottimo scrittore de Il Foglio. La sua lamentela va verso le librerie che ignorano gli scrittori emergenti e non si degnano nemmeno di ordinare i loro libri. “In seguito alle lamentele di 30 persone circa l'irreperibilità del mio libro ho approfondito il discorso e io e una persona a me cara ci siamo accorti che non lo ordinano neppure. (…) Mi era già capitato a Milano (…) una ragazza milanese che aveva attraversato la città per quel libro. (…) ho un cumulo di librerie che dovrebbero, se non vendere, almeno ordinare il mio libro. Se queste non lo fanno, la gente farà tanta strada per nulla (…) E' per correttezza nei confronti dei lettori.” Se ti presenti in una libreria con il tuo libro in mano il minimo che puoi leggere negli occhi del libraio è un misto di “Poverino! Da aspirante scrittore a venditore porta a porta!” ed “Eccone un altro che si è fatto stampare un libro a pagamento e cerca di rifilarmelo”. A quel punto ci metti

Stroncature

Aggiornamento Le sfighe ce le tiriamo addosso da soli. Deve esserci in giro un morbo del tipo "basta che tu nomini la sfiga e quella ti viene a cercare". Ore 8.30 pubblico il post: non ho avute tante stroncature, cosa serve colpirmi se non mi conosce nessuno, non mi compiaccio ma mi stimo e mi incoraggio, ecc. ecc. Ore 17.30 mi arriva una stroncatura senza possibilità di redenzione del manoscritto di quello che pensavo potesse essere il mio nuovo romanzo. Quasi quasi cambio il titolo del post in "Le ultime parole famose". Chi ha detto che il silenzio è peggio del rifiuto? Io? Nego tutto: ero sicuramente ubriaco. Fine dell'aggiornamento Dopo un po’ di tempo passato a parlare del più e del meno torniamo alla vita dell’aspirante scrittore famoso. Un paio di settimane fa raccontavo del mio libro davanti a un gruppo di persone. Domanda: “Hai mai ricevuto una stroncatura?” Avrei potuto dire che la strada di ogni (aspirante) scrittore è costellata di rifiuti. Se non vi

Perle via mail

Un luogo comune abbastanza diffuso è che via mail arrivino un sacco di stupidaggini inutili che non fanno altro che intasare la casella di posta. Chi non si è imbattuto in una catena di sant’antonio “invia questa mail a trentamillemila persone sennò ti viene l’orticaria in un posto che non sta bene nominare”? E’ una cosa fastidiosa, non lo metto in dubbio (anche se detto così non si capisce se sto parlando della catena o dell’orticaria). Io sono invece convinto che le mail siano un mezzo fondamentale per ricevere bellissime storielle istruttive e per dimostrarlo ne ho scelte due che parlano di informatica. Buona lettura. “Un tecnico viene chiamato per riparare un megacomputer dal valore di decine e decine di migliaia di euro. Arriva dal cliente, guarda la macchina, stringe una vite e il computer riparte. Il proprietario lo ringrazia moltissimo. Poi guarda la fattura che il tecnico gli presenta. Costo della riparazione: 1000 euro. Il proprietario si infuria. Come è possibile pagare 1000

Donne? No, frasi rubate qua e là

Ok, oggi è la festa della donna. E quindi bisognerebbe parlare delle donne. Proprio per questo motivo non lo faccio. E invece mi dedico alle frasi che ogni tanto sento o leggo qua e là. In giro ci sono davvero un sacco di Geni del Male. Salendo le scale in mezzo a un gruppo di ragazzini delle scuole medie: “Minchia, meglio essere meridionale che frocio come te!” Ipse dixit Dal blog We love Chuck Norris ( http://welovechucknorris.blogspot.com/ ) “I nani del giardino di Chuck Norris sono in carne e ossa. Stanno fermi e non osano fiatare.” Sul blog di Libero, come commento a un post di Marco Cavicchioli sulla Fallaci ( http://liberoblog.libero.it/cronaca/bl2725.phtml ): “Viva la gente che riflette con la propria testa. viva la sinistra e la liberta, viva la sinistra americana, george clooney e il suo nuovo film, moore e il suo lavoro” La sinistra, la sinistra americana e la liberta senza accentò… già così non capisco… ma cosa c’entra Clooney? Meditando sulla vita privata… "Quando pen

Mi faccio un sondaggio

Una volta sembrava una cosa seria: si definiva un campione rappresentativo (per sesso, cultura, tipologia della famiglia, residenza, ecc.), si intervistavano i suoi componenti, si individuavano i trend, venivano elaborate le proiezioni, ecc. ecc. Insomma, una cosa tra lo scientifico, la stregoneria e il gioco del Lotto. Però sembrava funzionare. Poi, un bel giorno, i sondaggi hanno fatto flop, gli exit polls (dall’inglese “pollo in uscita”, ovvero le interviste ai tapini che hanno appena finito di votare, vogliono tornare a casa in fretta a guardare la tv e quindi rispondono a caso a tutte le domande che gli vengono poste) si sono dimostrati inaffidabili e gli istituti di rilevazione sono andati in crisi. “Acqua passata” direte voi. Non sembra, visto che adesso tutti si fanno i sondaggi da soli. L’Unione dice di essere in testa con un distacco abissale ( http://www.repubblica.it/speciale/2006/elezioni_sondaggi/index.html?ref=hppro ) mentre la Casa delle Libertà ribatte che non è vero,