Rethor&Litil – carta o web?
Il nucleo originario dei racconti di Rethor&Lithil è stato pubblicato su internet. Come raccontavo sul mio blog del 2005, la mia idea era di sfruttare un mezzo che permette di raggiungere migliaia di potenziali lettori, tutti alla portata di un click. Mi ci è voluto poco per capire che il problema stava proprio in quella distanza apparentemente minima che separa me e loro: far fare quel dannato click ai lettori e farglielo fare nella giusta direzione. Ci ho pensato un po’ e poi ho trovato una soluzione.
Ogni sito ha i suoi frequentatori: il sito A ha i suoi, il B ne ha di diversi, il sito C altri ancora. Se potessi mettere in contatto i visitatori di A, B e C e fare la somma degli uni e degli altri otterrei un pubblico maggiore e aumenterei anche la possibilità che, nel mare di internet, qualcuno si accorga di ciò che scrivo.
Così è nato quello che ho battezzato e-book diffuso, un ciclo di racconti in cui ogni capitolo è depositato su un sito diverso e contiene le istruzioni per recuperare le puntate precedenti e quelle successive, una specie di caccia al tesoro in cui l’ordine di lettura non è così determinante. In questo modo Rethor&Lithil ha collezionato migliaia di click.
Oggi però stringete tra le mani un libro fatto di carta e inchiostro. Vuol dire che è scomparso tutto l’interesse che avevo per la rete? O questa è semplicemente una nuova contraddizione a cui Rethor&Lithil si espone? Non credo. Da un lato c’è la necessità di raggiungere un pubblico più tradizionale (che brutta parola!), composto da coloro che vogliono ancora provare il piacere di leggere la sera comodamente sdraiati sul letto o su una poltrona. Ammetto che farlo con in mano video e tastiera non è il massimo della vita. Dall’altro c’è la volontà di raccogliere tutti assieme i racconti che, mese dopo mese, si sono aggiunti alla serie e che non sono mai stati diffusi in rete. Una ricerca di unità, insomma.
Ogni sito ha i suoi frequentatori: il sito A ha i suoi, il B ne ha di diversi, il sito C altri ancora. Se potessi mettere in contatto i visitatori di A, B e C e fare la somma degli uni e degli altri otterrei un pubblico maggiore e aumenterei anche la possibilità che, nel mare di internet, qualcuno si accorga di ciò che scrivo.
Così è nato quello che ho battezzato e-book diffuso, un ciclo di racconti in cui ogni capitolo è depositato su un sito diverso e contiene le istruzioni per recuperare le puntate precedenti e quelle successive, una specie di caccia al tesoro in cui l’ordine di lettura non è così determinante. In questo modo Rethor&Lithil ha collezionato migliaia di click.
Oggi però stringete tra le mani un libro fatto di carta e inchiostro. Vuol dire che è scomparso tutto l’interesse che avevo per la rete? O questa è semplicemente una nuova contraddizione a cui Rethor&Lithil si espone? Non credo. Da un lato c’è la necessità di raggiungere un pubblico più tradizionale (che brutta parola!), composto da coloro che vogliono ancora provare il piacere di leggere la sera comodamente sdraiati sul letto o su una poltrona. Ammetto che farlo con in mano video e tastiera non è il massimo della vita. Dall’altro c’è la volontà di raccogliere tutti assieme i racconti che, mese dopo mese, si sono aggiunti alla serie e che non sono mai stati diffusi in rete. Una ricerca di unità, insomma.
Un grazie va ai siti che hanno ospitato i racconti originari di Rethor&Lithil: www.scrivendo.it, www.racconti.it, www.i-racconti.com, www.evolutionbook.com, www.scritturafresca.org, www.gdrutopia.com, www.scrivi.com. Meno male che esiste internet. E ovviamente grazie a tutti coloro che hanno letto alcune di queste avventure in rete. Grazie per i vostri click.
(Domanda a margine: ma voi leggete i racconti pubblicati su internet? E gli ebook?)
Commenti
Negli ultimi tempi leggo quando e dove posso, soprattutto nei ritagli di tempo, quindi non posso che farlo solo su carta.
@Anonimo: furbo come tutti noi.
@Netman: il mio desktop è peggio della mia scrivania fisica: non trovo più niente di niente e tutto viene fagocitato dal caos.
La Gilda del Grifone? Ma come ho fatto a dimenticarmene?