Odio – Odio
Ho intitolato il mio ultimo romanzo Odio perché pensavo che nessuno mi chiedesse “Di cosa parla?”. Ero reduce dalle presentazioni di Rethor&Lithil… un disastro spiegare cos’è Redor?... o Refor?… e Lìt… o Lithìl? E i nomi dei personaggi? Per chi non è abituato al fantasy sono davvero incomprensibili.
In realtà la risposta alla domanda "cos'è l'odio" non è così immediata: l’odio è un tema complicato e dalle mille sfaccettature.
Tutti noi usiamo questa parola con leggerezza: una persona mi sta antipatica… la odio, tifo per una squadra di calcio o sono iscritto a un partito politico… odio i miei avversari, non mi piace un certo conduttore televisivo… lo odio. E così via per tutto ciò che non incontra i nostri gusti: cibo, musica, vestiti, vicini di casa, colleghi di lavoro, ecc.
Il sentimento di cui parlo nel libro è molto diverso: non è disprezzo, non è contrapposizione ideologica o lotta di una parte contro l’altra, non è intolleranza. L’odio è un sentimento che riesce ad abbattere le inibizioni create sia dall’educazione che ci è stata impartita (e dalla legge, punizione legale o divina), sia dal senso di autoconservazione che l’uomo ha dentro di sé. L’odio è la molla che ci fa dubitare di fermarci se ci trovassimo nelle condizioni di uccidere la persona odiata.
Telefilm sono pieni di cadaveri. I telegiornali anche. Siamo abituati alla morte, ma la vediamo dal di fuori. Provate a immergervi nel sentimento di chi uccide, e di chi lo fa per odio.
Non un odio collettivo, però. Non è un odio tra popoli, ma un sentimento privato, intimo, racchiuso dalle mura domestiche. Non è in quel contesto che maturano i drammi più tremendi?
L’odio non nasce da solo. Proprio per le sue caratteristiche ha bisogno di altri sentimenti per emergere, per crescere rigoglioso. Piero Scacchi sostiene che serva “un concime. Nella mia storia il concime è la gelosia. Devo aver letto da qualche parte che i soldi, la gelosia e la passione sono le cause più frequenti degli omicidi. Non è una teoria sbagliata, almeno per la mia esperienza.”
Gelosia… Una delle affermazioni che sento ripetere più di frequente è che l’odio è l’altra faccia dell’amore. Scusate, ma credo siano frasi buone soltanto per le carte dei cioccolatini. Sgombro subito il campo da questa interpretazione: il contrario dell’amore è l’indifferenza. L’odio vive di vita propria.
In realtà la risposta alla domanda "cos'è l'odio" non è così immediata: l’odio è un tema complicato e dalle mille sfaccettature.
Tutti noi usiamo questa parola con leggerezza: una persona mi sta antipatica… la odio, tifo per una squadra di calcio o sono iscritto a un partito politico… odio i miei avversari, non mi piace un certo conduttore televisivo… lo odio. E così via per tutto ciò che non incontra i nostri gusti: cibo, musica, vestiti, vicini di casa, colleghi di lavoro, ecc.
Il sentimento di cui parlo nel libro è molto diverso: non è disprezzo, non è contrapposizione ideologica o lotta di una parte contro l’altra, non è intolleranza. L’odio è un sentimento che riesce ad abbattere le inibizioni create sia dall’educazione che ci è stata impartita (e dalla legge, punizione legale o divina), sia dal senso di autoconservazione che l’uomo ha dentro di sé. L’odio è la molla che ci fa dubitare di fermarci se ci trovassimo nelle condizioni di uccidere la persona odiata.
Telefilm sono pieni di cadaveri. I telegiornali anche. Siamo abituati alla morte, ma la vediamo dal di fuori. Provate a immergervi nel sentimento di chi uccide, e di chi lo fa per odio.
Non un odio collettivo, però. Non è un odio tra popoli, ma un sentimento privato, intimo, racchiuso dalle mura domestiche. Non è in quel contesto che maturano i drammi più tremendi?
L’odio non nasce da solo. Proprio per le sue caratteristiche ha bisogno di altri sentimenti per emergere, per crescere rigoglioso. Piero Scacchi sostiene che serva “un concime. Nella mia storia il concime è la gelosia. Devo aver letto da qualche parte che i soldi, la gelosia e la passione sono le cause più frequenti degli omicidi. Non è una teoria sbagliata, almeno per la mia esperienza.”
Gelosia… Una delle affermazioni che sento ripetere più di frequente è che l’odio è l’altra faccia dell’amore. Scusate, ma credo siano frasi buone soltanto per le carte dei cioccolatini. Sgombro subito il campo da questa interpretazione: il contrario dell’amore è l’indifferenza. L’odio vive di vita propria.
Commenti
Sul basso autocontrollo... non so: credo che c'entri più con la rabbia (esplosiva e improvvisa) che con l'odio (meditato e più sadico).
Ma sono solo deduzioni di una mente in vacanza, ovviamente.
buona giornata