Maturità
Tutti gli anni è la stessa storia: arriva il caldo di giugno, arrivano i consigli contro l’afa e arriva l’esame di maturità.
Ok, l’ho sostenuto anch’io e lo ricordo come un incubo senza fine, una maratona preparata con impegno e sudore, superata grazie all’impegno e al supporto morale della colonna sonora fornita da Francesco Guccini, onnipresente nei momenti difficili della mia vita. Ricordo soprattutto la tensione dell’ultima sera, quello del ripasso in extremis e di mio zio che mi telefona e mi ordina “smetti di studiare, tanto non serve più a niente: quel che è fatto…”. “Ma mi manca Pirandello!” squittisco con voce disperata. “Tranquillo: Pirandello non uscirà di sicuro”. E manco a dirlo, uscì easy.
Ricordo che ero in pieno periodo decadente, da poeta francese, e mi logorava dovermi confrontare con bilanci e principi contabili. Sì, non ve l’ho detto? Non ho frequentato il liceo, e men che mai quello classico. Il motivo di questa scelta di vita è più che evidente: la maggior parte delle belle ragazze della mia classe di terza media si era iscritta a ragioneria e quindi…
E quindi, tutti gli anni, anch’io mi sorbisco il quintale di notizie e polemiche sulla maturità. E tutti gli anni mi domando se in Italia si diplomano solo e soltanto liceali, in particolare quelli del classico e, in subordine, dello scientifico. Gli altri? Ragionieri, geometri, pubblicitari, periti, socio-pedagoghi o linguisti di varia specie… tutti studenti che si limitano a non esistere.
Le uniche notizie degne di nota? L’errore della versione di greco. Le uniche voci intervistate dalle tivù? Quelle raccolte fuori dai licei. Le uniche preoccupazioni? “Fisica è la materia che mi ha fa più paura”. E pensare che l’unica fisica che ho studiato (si fa per dire) a ragioneria era l’educazione.
Eppure si parla solo di licei, perché sembrano essere quelli un po’ più superiori, sia come istituti che come qualità degli studenti. Però, scusate, lasciatemi esternare una preoccupazione (ma sarà davvero così?) sulla classe dirigente di domani. È davvero superiore una genìa di cervelli che chiama quizzone la terza prova, come se al posto della commissione esaminatrice avessero davanti Gerry Scotti o Amadeus? O è davvero superiore una ragazza che, alla domanda “gli scritti erano difficili?”, risponde “basta che si studiava” (Rai Due, 22 giugno, telegiornale delle 13.00)?
Beh, allora non vorrei che si scoprisse che ragionieri, geometri, pubblicitari, periti, socio-pedagoghi o linguisti di varia specie, non sono poi così da buttar via. Anche se sembra che, loro, la maturità non la stiano sostenendo, qualcuno che domani manderà avanti questo paese dovrà pur esserci, no? Saranno loro o quelli del “basta che si studiava”? È questo il vero quizzone, non vi pare?
Ok, l’ho sostenuto anch’io e lo ricordo come un incubo senza fine, una maratona preparata con impegno e sudore, superata grazie all’impegno e al supporto morale della colonna sonora fornita da Francesco Guccini, onnipresente nei momenti difficili della mia vita. Ricordo soprattutto la tensione dell’ultima sera, quello del ripasso in extremis e di mio zio che mi telefona e mi ordina “smetti di studiare, tanto non serve più a niente: quel che è fatto…”. “Ma mi manca Pirandello!” squittisco con voce disperata. “Tranquillo: Pirandello non uscirà di sicuro”. E manco a dirlo, uscì easy.
Ricordo che ero in pieno periodo decadente, da poeta francese, e mi logorava dovermi confrontare con bilanci e principi contabili. Sì, non ve l’ho detto? Non ho frequentato il liceo, e men che mai quello classico. Il motivo di questa scelta di vita è più che evidente: la maggior parte delle belle ragazze della mia classe di terza media si era iscritta a ragioneria e quindi…
E quindi, tutti gli anni, anch’io mi sorbisco il quintale di notizie e polemiche sulla maturità. E tutti gli anni mi domando se in Italia si diplomano solo e soltanto liceali, in particolare quelli del classico e, in subordine, dello scientifico. Gli altri? Ragionieri, geometri, pubblicitari, periti, socio-pedagoghi o linguisti di varia specie… tutti studenti che si limitano a non esistere.
Le uniche notizie degne di nota? L’errore della versione di greco. Le uniche voci intervistate dalle tivù? Quelle raccolte fuori dai licei. Le uniche preoccupazioni? “Fisica è la materia che mi ha fa più paura”. E pensare che l’unica fisica che ho studiato (si fa per dire) a ragioneria era l’educazione.
Eppure si parla solo di licei, perché sembrano essere quelli un po’ più superiori, sia come istituti che come qualità degli studenti. Però, scusate, lasciatemi esternare una preoccupazione (ma sarà davvero così?) sulla classe dirigente di domani. È davvero superiore una genìa di cervelli che chiama quizzone la terza prova, come se al posto della commissione esaminatrice avessero davanti Gerry Scotti o Amadeus? O è davvero superiore una ragazza che, alla domanda “gli scritti erano difficili?”, risponde “basta che si studiava” (Rai Due, 22 giugno, telegiornale delle 13.00)?
Beh, allora non vorrei che si scoprisse che ragionieri, geometri, pubblicitari, periti, socio-pedagoghi o linguisti di varia specie, non sono poi così da buttar via. Anche se sembra che, loro, la maturità non la stiano sostenendo, qualcuno che domani manderà avanti questo paese dovrà pur esserci, no? Saranno loro o quelli del “basta che si studiava”? È questo il vero quizzone, non vi pare?
Commenti
e a proposito.. che scuola è il biologico?
se devo dire la verità ho dei bei ricordi del mio esame, del periodo precedente intendo...
era l'anno dei mondiali, quelli del 1990 (ahimè ho rivelato la mia età!), vivevo allora vicinissima (20 minuti a piedi) allo stadio olimpico...
la sera studiavo e bruno pizzul descriveva le partite dalle fineste aperte, come Dio sul monte sinai dava a Mosè i dieci comandamenti, mentre io ripassavo italiano e greco che portavo all'esame...
l'argentina di maradona vinse i mondiali e ricordo maradona ancora appartentente alla specie umana, solelvare in alto la coppa.
io sollevai in alto la mia maturità con 58/60, il voto delle persone intelligentei, perchè 60/60 è da secchioni... :-P
(off topic: la notte prima degli esami le sgtatistiche del mio blog raccontano che tutti sono venuti da me cercando i titoli dei temi...forse anche a cauas di questo mio vecchio post... http://lagattasultetto.spaces.live.com/blog/cns!614178B9CDB09F6!2108.entry)
@la gatta: io 56/60 con estrema delusione di mia madre, il mio eterno amore delle superiori 58/60, l'outsider assolutamente non secchione ma Grande Maestro di Vita 60/60.
Credo che l'esempio che ho fatto sull'ironia pirandelliana (una situazione che genera riso ma che nasconde una grande tristezza) non sia stata molto efficace: ho parlato della solita donna... rossa tinta... che vuol sembrare piacente per tenersi il marito giovane... e l'ho fatto di fronte a una commissaria rossa tinta... che voleva sembrare piacente per ragioni sue... con il sottofondo delle risate dei miei compagni...
Poi ho fatto un parallelo definito "errato" dalla Presidente della Commissione, ma che era stampato in maniera indelebile sul libro di testo (ipse dixit, ma non credo le importasse poi molto), e infine ho concluso con un pregevolissimo excursus in pochi istanti tra la poesia di Mallarmé e certi componimenti futuristi, cassato dalla solita Presidente come troppo funambolico (ma è lei che, daltonica, non riusciva a vedere il filo rosso).
L'autogol? Coscenza senza i nel tema di italiano... un componimento geniale con un parallelo del concetto di viaggio (fisico) in Pirandello e (psicologico) in Svevo. Affondato da solo.
Colonna sonora del periodo: Canzone di Notte n. 2 - Francesco Guccini
(off topic: hai le statistiche del blog?!? Beata te che sei su LiveSpaces... noi, qui, ci accontentiamo di far andare avanti il blog grazie agli scoiattolini che corrono nella ruota).
@Tutti: aggiornamento sulle fesserie di questa maturità: il compito di informatica dei professionali era uguale identico a quello di abilitazione dei professori uscito due anni fa, mentre per i geometri è uscito un compito di progettazione (disegno) mentre la materia d'esame preveda solo elementi architettonici... molti non avevano nemmeno le squadrette dietro...
Che ricordi...
Sull'uso del congiuntivo: ma non è che non si usa più? Comincio a chedermi se non avverrà come con la e lo apostrofati andando a capo. Chi sa ancora usare il congiuntivo? I politici... no!