Il personaggio famoso
Io: Buon giorno. Mi chiamo Andrea Borla e sono uno dei tanti aspiranti scrittori famosi. Finora ho pubblicato quattro romanzi, tutti con case editrici di dimensioni medio/piccole. Però mi sono sempre rifiutato di pubblicare a pagamento.
Lui (sbadiglia)
Io (facendo finta di niente): Questo è il mio ultimo romanzo (glielo porgo e lui lo posa sulla scrivania). Si chiama Cerchi. È stato presentato all’ultima Fiera del Libro di Torino. I temi affrontati sono la passione, l’amore e la morte. Ogni capitolo è autoconclusivo, ma è concatenato con quello che lo precede e con quello che lo segue. In questo modo è possibile sceglierne uno a caso e cominciare da lì la lettura.
Lui (sbadiglia)
Io (mentre mi concentro sulle mie parole e non sul contesto): Il romanzo è strettamente collegato con il precedente, Odio, una sorta di giallo al contrario in cui è nota l’identità dell’assassino ma non quella della vittima. Io non amo scrivere gialli o thriller e cerco di non seguire un genere vero e proprio. Semplicemente, scrivo romanzi.
Lui: Guardi, ho capito. Lasci che le dica che sono da sempre impegnato a promuovere i giovani talenti.
Io (con l’aria di chi si chiede se fa parte della categoria o no): La ringrazio.
Lui: Com’è il suo nome?
Io (tra me, un po’ sbigottito): Veramente è scritto proprio lì, sulla copertina del libro.
Lui (getta uno sguardo alla copia di Cerchi): Questo è il suo primo libro?
Io (…quattro…?): No, è l’ultimo.
Lui: Anche gli altri sono dei gialli?
Io (...? ...! ...mentre mi chiedo se è possibile inventare una nuova forma di punteggiatura): Solo quello che lo precede. Cerchi non è un giallo.
Lui: E quando ha pagato per la pubblicazione?
Io (posso premere ctrl+alt+canc e ricominciare?): Veramente… nulla. Ho sempre rifiutato i contratti che chiedono duemila, duemilaottocento euro per un libro.
Lui (si alza): Peccato che non sia stato presentato adeguatamente.
Io (mi alzo): La casa editrice l’ha presentato proprio all’ultima Fiera del Libro di Torino.
Lui (mentre mi accompagna verso l’uscita): Ah, bene. Mi sembra ottimo. Se potrò le darò sicuramente una mano. Appena ci sarà l’occasione mi farò vivo. Non ne dubiti.
Io (con la faccia di uno che non ne dubita): La ringrazio. E allora, a presto.
Lui: A presto.
Lui (sbadiglia)
Io (facendo finta di niente): Questo è il mio ultimo romanzo (glielo porgo e lui lo posa sulla scrivania). Si chiama Cerchi. È stato presentato all’ultima Fiera del Libro di Torino. I temi affrontati sono la passione, l’amore e la morte. Ogni capitolo è autoconclusivo, ma è concatenato con quello che lo precede e con quello che lo segue. In questo modo è possibile sceglierne uno a caso e cominciare da lì la lettura.
Lui (sbadiglia)
Io (mentre mi concentro sulle mie parole e non sul contesto): Il romanzo è strettamente collegato con il precedente, Odio, una sorta di giallo al contrario in cui è nota l’identità dell’assassino ma non quella della vittima. Io non amo scrivere gialli o thriller e cerco di non seguire un genere vero e proprio. Semplicemente, scrivo romanzi.
Lui: Guardi, ho capito. Lasci che le dica che sono da sempre impegnato a promuovere i giovani talenti.
Io (con l’aria di chi si chiede se fa parte della categoria o no): La ringrazio.
Lui: Com’è il suo nome?
Io (tra me, un po’ sbigottito): Veramente è scritto proprio lì, sulla copertina del libro.
Lui (getta uno sguardo alla copia di Cerchi): Questo è il suo primo libro?
Io (…quattro…?): No, è l’ultimo.
Lui: Anche gli altri sono dei gialli?
Io (...? ...! ...mentre mi chiedo se è possibile inventare una nuova forma di punteggiatura): Solo quello che lo precede. Cerchi non è un giallo.
Lui: E quando ha pagato per la pubblicazione?
Io (posso premere ctrl+alt+canc e ricominciare?): Veramente… nulla. Ho sempre rifiutato i contratti che chiedono duemila, duemilaottocento euro per un libro.
Lui (si alza): Peccato che non sia stato presentato adeguatamente.
Io (mi alzo): La casa editrice l’ha presentato proprio all’ultima Fiera del Libro di Torino.
Lui (mentre mi accompagna verso l’uscita): Ah, bene. Mi sembra ottimo. Se potrò le darò sicuramente una mano. Appena ci sarà l’occasione mi farò vivo. Non ne dubiti.
Io (con la faccia di uno che non ne dubita): La ringrazio. E allora, a presto.
Lui: A presto.
Commenti
e chi sei tu? hai per caso un blog?
:-)
certo, son soddisfazioni!!!!
(ho cambiato pc e avevo perso tutti i link ai blog!!! ora mi sono risegnata il tuo e mi rimetto in pari!!!)
Ma lui non sa che il mio vero vantaggio è di conoscere La Gatta, se no mi avrebbe tenuto MOLTO più in considerazione ;)