Nanni Moretti - Caos Calmo
Il battage pubblicitario che ha preceduto l’uscita di Caos Calmo è stato, per certi versi, molto simile a quello montato per Il caimano. E, anche in questo caso, non posso che commentare tanto rumore per nulla. Se nel caso precedente il rumore accompagnava un film piuttosto mediocre, ed era basato sui risvolti politici della sceneggiatura, l’ultima fatica di Moretti si presenta invece come una pellicola davvero riuscita.
Per settimane, se non per mesi, abbiamo sentito parlare della fantasmagorica e scandalosa scena di sesso che sembrava riempire e giustificare tutto il film. Durante l’intera visione mi sono chiesto quando, finalmente, sarebbe arrivata. Finalmente, non perché fossi così ansioso di vederla, quanto perché non vedevo l’ora di lasciarmela alle spalle. Non ne potevo più di sentire tante Maria Goretti stracciarsi le vesti per quattro minuti (corrispondenti a quattordici pagine del libro) di sesso. Me le sono immaginate prendere il tè in compagnia delle amiche, e rivolgersi l’un l’altra espressioni schifate o piene di vergogna, per poi, immediatamente, cambiare discorso e lamentarsi dei mariti tutt’altro che prestanti, di come le trascurano e di quanto gradirebbero arrivare a quei quattro minuti, almeno una volta alla settimana, se non due, “Troppa grazia!”, “Dai, non esageriamo”, e invece…
E invece la scena di sesso non è stata poi così interessante. Forse il mio giudizio era influenzato dalle parole di un giornalista de La Stampa che si lamentava di come Moretti palpasse il seno della Ferrari con la stessa passione di chi preme il campanello dell’interno sei. Forse era per la mia allergia alle Maria Goretti. Forse la scarsa passione che trasmettevano i gesti dei due attori. Fattostà che l’unica cosa che mi è rimasta in mente di quei quattro minuti sono le natiche di Moretti. Inquietante, dico davvero.
Nonostante Moretti non sia il regista del film, la trama e la sceneggiatura sembrano scritte proprio per lui (oltre che da lui, visto che è uno degli sceneggiatori), come sue sembrano le manie e le reazioni del protagonista. Chi altri, per tenere occupata la mente e per non pensare alla morte della moglie, si metterebbe a elencare tutte le compagnie aeree con cui ha volato, o tutti i luoghi in cui ha deciso di non tornare?
L’elaborazione del lutto da parte del protagonista segue percorsi ben diversi rispetto a quelli de La stanza del figlio. Il caos calmo non è soltanto quello creato dai bambini all’uscita dalla scuola, ma quello che permea e avvolge tutta la narrazione. Non ci sono scene di struggente dolore che si trasforma in isterismo, non c’è l’ostentazione del dramma: il film è una rappresentazione intima del modo in cui il protagonista, e di conseguenza sua figlia, affrontano la scomparsa della moglie.
Oltre a quella di Moretti, la parte più riuscita del film è proprio quella recitata dalla bambina, che dice frasi così profonde da non essere consuete nemmeno negli adulti, e che riesce a rimettere in azione il volano della vita del padre. Il tutto quasi senza una lacrima o uno strillo. Quanti di noi riuscirebbero a mostrare una dignità così estrema, pur soffrendo un dramma così profondo?
Il voto? Nove, senza dubbio: non darei nemmeno un decimo di meno. E lo faccio con convinzione, nonostante la pubblicità, nonostante le aspettative, nonostante la sopravvalutatissima scena di sesso. E nonostante le Maria Goretti, naturalmente.
Per settimane, se non per mesi, abbiamo sentito parlare della fantasmagorica e scandalosa scena di sesso che sembrava riempire e giustificare tutto il film. Durante l’intera visione mi sono chiesto quando, finalmente, sarebbe arrivata. Finalmente, non perché fossi così ansioso di vederla, quanto perché non vedevo l’ora di lasciarmela alle spalle. Non ne potevo più di sentire tante Maria Goretti stracciarsi le vesti per quattro minuti (corrispondenti a quattordici pagine del libro) di sesso. Me le sono immaginate prendere il tè in compagnia delle amiche, e rivolgersi l’un l’altra espressioni schifate o piene di vergogna, per poi, immediatamente, cambiare discorso e lamentarsi dei mariti tutt’altro che prestanti, di come le trascurano e di quanto gradirebbero arrivare a quei quattro minuti, almeno una volta alla settimana, se non due, “Troppa grazia!”, “Dai, non esageriamo”, e invece…
E invece la scena di sesso non è stata poi così interessante. Forse il mio giudizio era influenzato dalle parole di un giornalista de La Stampa che si lamentava di come Moretti palpasse il seno della Ferrari con la stessa passione di chi preme il campanello dell’interno sei. Forse era per la mia allergia alle Maria Goretti. Forse la scarsa passione che trasmettevano i gesti dei due attori. Fattostà che l’unica cosa che mi è rimasta in mente di quei quattro minuti sono le natiche di Moretti. Inquietante, dico davvero.
Nonostante Moretti non sia il regista del film, la trama e la sceneggiatura sembrano scritte proprio per lui (oltre che da lui, visto che è uno degli sceneggiatori), come sue sembrano le manie e le reazioni del protagonista. Chi altri, per tenere occupata la mente e per non pensare alla morte della moglie, si metterebbe a elencare tutte le compagnie aeree con cui ha volato, o tutti i luoghi in cui ha deciso di non tornare?
L’elaborazione del lutto da parte del protagonista segue percorsi ben diversi rispetto a quelli de La stanza del figlio. Il caos calmo non è soltanto quello creato dai bambini all’uscita dalla scuola, ma quello che permea e avvolge tutta la narrazione. Non ci sono scene di struggente dolore che si trasforma in isterismo, non c’è l’ostentazione del dramma: il film è una rappresentazione intima del modo in cui il protagonista, e di conseguenza sua figlia, affrontano la scomparsa della moglie.
Oltre a quella di Moretti, la parte più riuscita del film è proprio quella recitata dalla bambina, che dice frasi così profonde da non essere consuete nemmeno negli adulti, e che riesce a rimettere in azione il volano della vita del padre. Il tutto quasi senza una lacrima o uno strillo. Quanti di noi riuscirebbero a mostrare una dignità così estrema, pur soffrendo un dramma così profondo?
Il voto? Nove, senza dubbio: non darei nemmeno un decimo di meno. E lo faccio con convinzione, nonostante la pubblicità, nonostante le aspettative, nonostante la sopravvalutatissima scena di sesso. E nonostante le Maria Goretti, naturalmente.
Commenti
le marie Goretti sono comunque le più arrapate, solitamente
:)
La cosa che mi irrita di più è che molti non siano andati a vedere il film scandalizzati da una scena di 2 minuti, di cui non si capisce poi così tanto, che poco sposta nell'equilibrio del film. O che altri abbiano consigliato di non andarlo a vedere per presunte quesioni morali o perchè sminuiva l'immagine della donna. Credo che ci sia molto più erotismo nelle veline di Striscia che fanno la doccia praticamente nude, piuttosto che in Caos calmo. Perchè nessuno dice che è quello che deve essere considerato denigrante?
La questione è che certa gente non riesce a capire che amore, sesso ed erotismo stanno su pianeti diversi. In Caos calmo c'è una scena di sesso, discutibile finchè volete, che nulla ha a che fare con l'erotismo e ancor meno con l'amore. Non è politically correct, ma questa è un'altra storia.
@Marco: Condivido, soprattutto perché nel film, e più in particolare nelle parole di Silvio Orlando, la bestemmia è solo un mezzo per sottolineare un concetto che dovrebbe essere ovvio ma che, invece, sembra celato agli occhi dei grandi manager d’azienda: in una fusione tra grandi gruppi, quelli che ci rimettono di più sono i lavoratori, uomini in carne e ossa, non semplici numeri in un bilancio. Nel libro, invece, quello sfogo fuori registro ha un significato ben diverso e diventa il motore di una crisi morale e interiore che sfocerà in un abbandono. Insomma, è molto più motivata nel libro che nel film, in cui appare piuttosto gratuita. Ma non ho sentito nessuno lamentarsi, soprattutto tra i porporati. Particolare, no?
Dire "la scena di Caos calmo è deprecabile perchè non c'è amore" è una stupidaggine. Non è necessario che ci sia amore (@Marco: anche se è auspicabile), anzi, la scena rende bene il senso proprio perchè dimostra che in quel contesto non c'era amore. MA, a mio parere, non si può nemmeno dire che sia stata una scena che scatena chissà quale erotismo in chi la guarda: a me non ha fatto nè caldo nè freddo (forse hai ragione tu: non era granchè recitata). Ci sono cose molto più "caste" che riescono invece a essere molto di più erotiche.
E' in questo senso che le tre cose stanno su pianeti diversi: quello di Caos calmo era sesso, non era amore e (per me) nemmano erotismo. Ma non per questo mi straccio le vesti o grido allo scandalo.