Andrea Malabaila (Italia da leggere)


“L’amore ci farà a pezzi” è il nuovo romanzo di Andrea Malabaila, scrittore torinese nonché fondatore della casa editrice Las Vegas.
Le pagine del romanzo sono dedicate a Andy e Monika, due ragazzi accomunati dalla passione per il tennis, incontratisi in un forum su internet. La loro relazione muove i suoi passi sulla linea sottile che divide l’amore e l’amicizia, vissuta in forma quasi itinerante, tra Torino, la Liguria, Venezia e Verona.
I veri protagonisti del libro sono i sentimenti, dipinti con tinte da acquerello e con una sensibilità quasi femminile. Proprio dai sentimenti comincia la chiacchierata con Andrea.

Il romanzo comincia con una citazione di Dostoevskij: “vi dissi che vi avrei amato (…) anzi, sento per voi qualcosa di più dell’amore”. Cosa c’è più dell’amore? Ed è ancora attuale, nella società di oggi, incentrare un romanzo sull’ambiguità tra amore e amicizia?
L'amore non passerà mai di moda, e tantomeno le storie d'amore. Certo, è un argomento sempre pericoloso perché si rischia l'ovvietà. Ma qui c'è anche altro, e più che una storia d'amore la considero la storia di un'ossessione. La citazione di Dostoevskij, poi, riguarda un certo tipo di storie d'amore: quelle in cui c'è una donna sentimentalmente divisa tra due uomini.

Nel tuo libro c’è tanta musica. Le parole non sono sufficienti a descrivere i sentimenti?
La musica è una componente fondamentale nella vita di due protagonisti giovani come i miei. Da sempre mi piace inserire nelle mie storie riferimenti alla cultura pop, ma questa volta erano soprattutto funzionali a marcare le differenze tra il protagonista che è italiano e la protagonista che invece è tedesca.

“Il tempo non è una macchina perfetta ma può essere piegato”. È una prerogativa esclusiva del tempo vissuto dagli innamorati?
In effetti credo che il tempo sia il punto centrale del mio romanzo. Non a caso l'incipit è "Se pensate che il tempo scorra sempre alla stessa velocità, è probabile che non abbiate mai giocato a tennis". Secondo il protagonista/narratore ci sono due modi per sperimentare questa relatività: il gioco del tennis, che conosce fin da bambino, e l'amore, che conoscerà grazie a Monika. E' ovvio che è una considerazione che ho fatto anch'io: innamorarsi cambia radicalmente la percezione dello scorrere del tempo.

Nel libro dici che “Torino è una città essenzialmente indoor, cresciuta sotto i portici e dentro i caffè e le fabbriche, e questo si riflette sul carattere dei suoi abitanti. (…) Torino è grigia perché sono grigi il suo cielo, i suoi palazzi e l’asfalto (…). Quando piove Torino diventa una città ostile”. Torino è davvero così orrenda e insopportabile o sono i torinesi a essere un po’ masochisti?
Non credo che Torino sia orrenda e insopportabile. E' solo un po' ritrosa, mentre altre città sono sfacciate. Però non credo nemmeno a chi - per rinfrescare l'immagine della nostra città - sostiene che non sia grigia. Piaccia o no, il colore dominante è quello. E non deve essere per forza considerato un difetto.

Qualche anno fa hai fondato la casa editrice Las Vegas. Quanto ti ha arricchito quell’esperienza?
Las Vegas edizioni è stata concepita due anni fa, ed è nata ufficialmente con le prime uscite nel gennaio 2008. E' un'esperienza molto utile perché mi ha permesso di avere una visione panoramica del mondo degli aspiranti scrittori. Mi ha permesso di conoscere e confrontarmi con giovani di talento e sicuro avvenire, ma anche di rendermi conto che scrivere un libro non è di per sé un qualcosa di accreditante, perché sono veramente tantissimi quelli che scrivono. Allora quello che è conta non è scrivere un romanzo, ma scrivere un buon romanzo (possibilmente un ottimo romanzo). Detto questo, rimane il fatto che ho deciso di tenere i due ambiti separati e sottoporre il mio romanzo al giudizio di un altro editore, Azimut.

Commenti

Iburo ha detto…
Lo sto leggendo adesso, l'ho cominciato stamattina. Ieri poi sei passato allo stand?

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