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Visualizzazione dei post da luglio, 2006

Frasi giugno - luglio

Prima di concedermi una settimana di riposo ecco qualche altra chicca per dilettare i maniaci delle frase rubate. Dharma e Greg (05.06.06) Greg: “Non dirmi che vuoi dormire sotto la pioggia?” Dharma: “Non si dorme sotto la pioggia: si fa l’amore.” Greg: “E se ci sono i fulmini?” Dharma: “Vorrà dire che stai sopra tu.” “Gli scout sono un’organizzazione paramilitare che vende biscotti.” Due signore al telefono (16.06.06) “Io lo faccio tutte le sere e anche tre volte. E fallo anche tu che così dimagrisci! Ah, ma tuo marito è piemontese? Allora lo fai solo una volta alla settimana? Poverina!” “Se discendessi dalla Maddalena sarei felice” Betty “Siamo tutti a un passo dalla celebrità” (20.06.2006) “Ma se Dio non esiste a chi mi confesso? A Woody Allen?” Fabio Izzo (08.07.06) Una ragazza in atteggiamento affettuoso con il suo fidanzato “Mi chiedo come sia cominciato tutto questo.” (09.07.06) Per strada (10.07.06) “Perché? Non c’è niente di male a essere negri.” “Non c’è giorno in cui non mi

Racconti?

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Erano anni che avevo un’idea in testa. C’entrava Magritte, il surrealismo e il quadro che rappresenta una pipa e su cui è vergata la frase “questa non è una pipa”. Era un’idea latente, di quelle che rimbalzano da una parete all’altra della scatola cranica ma non prende mai forma. Per un sacco di tempo l’ho portata con me, poi mi sono messo al pc e l’ho trasformata in un racconto. “Bene. Bravo.” Dopo aver riempito nove fogli A4, dopo aver letto e riletto, tagliato, corretto e limato ho stampato il raccontino godendomi un paio di minuti di soddisfazione. Poi mi sono chiesto “a che pro?” Se scrivi un romanzo rischi che non te lo pubblichi nessuno. Ma se scrivi un racconto o una raccolta di racconti sei sicuro di ottenere un solo risultato: più fogli in un cassetto di camera tua. A meno che… …a meno che non li usi per partecipare a un concorso. In questo ambito un racconto può servire a capire come scrive una persona, a valutare la sua capacità di creare ambienti, personaggi, situazioni e

All’anima…

Ho trovato una soluzione. Altro che internet o case editrici a pagamento : per pubblicare un libro è un’altra la strada da percorrere. Scartabello come al solito tra i ritagli elettronici che tengo seppelliti nei cassetti del mio hard disk. Cito pari pari da Il Giornale . “Uno studente ateo ha messo l'anima in vendita su eBay. Nella parte di Mefistofele è apparso sul sito della casa d'aste on-line un ex predicatore evangelico che se l'è aggiudicata per 504 dollari. L'offerta di Hemant Mehta, dottorando alla DePaul University - una delle più grandi università cattoliche negli Stati Uniti - includeva una clausola: per ogni dieci dollari del prezzo finale si sarebbe assoggettato a un'ora di servizio religioso in chiesa. (…) L'asta si è conclusa qualche giorno fa dopo 41 puntate [a favore di] http://www.off-the-map.org/ “ Basta spendere soldi in fotocopie, pacchi e spedizioni, viaggi in macchina e parcheggi. Basta puntare su internet come alternativa o ripiego che

Brevi consigli su come sfogare l’aggressività

In questa fine luglio che mi vede sempre più furibondo, per non dire di peggio, ragiono su una delle infinite possibili suddivisioni degli esseri umani in categorie: i cani che abbaiano e quelli che mordono. Nella prima rientra chi si lamenta di tutto, redarguisce tutti, gode nello svolgimento di queste attività e le usa per scaricarsi. Nella seconda, invece, ci sono quelli che magari non dicono nulla per un po’ ma poi esplodono di brutto. Manco a dirlo io faccio parte di questo secondo gruppo. Il mio veicolo di sfogo? Spacco oggetti conto il muro dell'ufficio. Ok, elenchiamo le controindicazioni: alla lunga si perde di efficacia: credo sia una caratteristica comune a tutti i modi di sfogarsi, ma almeno all’inizio serve; il muro è tutto segnato; devo fare attenzione a non colpire le vetrate; i colleghi mi guardano come se fossi del tutto da ricoverare; sto finendo gli oggetti da rompere e mi tocca comprarne dei nuovi… …poi mi accorgo che sarebbe meglio non procurarsene: che senso h

Poison

Sabato pomeriggio sono andato a fare il solito giro in un centro commerciale. Entrato da Feltrinelli cerco di ignorare gli scaffali pieni delle solite novità librarie e mi rifugio tra quelli pieni di cd. Nel mondo di internet e del download della musica piratata sembra quasi un comportamento da stupido: se puoi trovare gratis in rete tutti i brani che vuoi perché dovresti comprare un cd? Intanto perché non ho mai scaricato nulla dalla rete: non credo sia difficile, ma è una cosa che non mi attira. E poi perché è bello, ogni tanto, perdersi in mezzo ai disegni delle copertine: sembrano una versione rinnovata dei graffiti degli uomini delle caverne. In alcuni casi, infatti, sposti gli occhi da un cd all’altro tornando indietro di decine di anni. “Ma va’! Questo ce l’avevo!”, “Questo non me lo ricordavo!”, “Questo non mi piaceva” e così via. Archeologia musicale che diventa anche un viaggio dentro noi stessi. Compro un cd ed esco, arrivo in macchina e lo metto su. Il the best dei Poison,

Un commento che mi ha fatto piacere

Spesso, stufi di nascondino o di guardia e ladri, gli autori giocano a “Le reciproche lodi”. Ma quanto sei bravo, ma sei più bravo tu, siamo bravi in due, smack, smack, smack… Quello che segue non fa parte di questa categoria. E’ un commento di Alessandro Del Gaudio su In prima persona . Alessandro è un ottimo scrittore torinese che ha davvero molto da dire, e lo fa con uno stile lucido ma al contempo lieve. Una specie di Banana Yoshimoto sabaudo, tanto per fare un paragone facilmente comprensibile. Naturalmente prima di postare il testo ho tolto tutte le critiche che mi ha rivolto. Ops, forse questo non dovevo dirlo? “ In prima persona è il genere di libri che mi piace scrivere, il che vuol dire che mi è piaciuto anche leggerlo. I personaggi sono ben delineati, anche se trovo Cucciolo invadente (…). I tre personaggi femminili sono quelli portanti, oltre a Andrea chiaramente. (…)Trovo interessante lo svolgimento e il ritmo, la storia prende e soprattutto delinea un'atmosfera molt

Venerdì 07 luglio

Venerdì 07 luglio, prima della sbornia mondiale, prima dei rigori, prima della testata di Zidane. Gratto ma non vinco con un voucher del parcheggio. Due passi ed entro in una casa editrice del centro di Torino. Costo dell'operazione (fin qui): un euro. “Saremmo interessati a pubblicare la sua raccolta intitolata Rethor&Lithil.” [Yuppy!] “Abbiamo già preparato un contratto sulla falsa riga di quello di Mondatori.” [???] “Ha lavorato con Paravia… lei naturalmente conosce XXX?” [Chi?] “Noi crediamo nei libri che pubblichiamo: non è che si possano pubblicare tutte le putanate che arrivano.” “Dobbiamo partire dal presupposto di non vendere neanche una copia.” [ma non credevate nei libri che…] “Stampiamo 800 copie se no la distribuzione non si muove nemmeno.” “Il Piemonte fa il 10% del mercato, la Lombardia il 15%, la Sicilia lo 0,7, a meno che non siano libri che li riguardano… sa, la mentalità dell’isolano.” [totale: 105,3%?] “Il distributore è ZZZ. Lei conosce ZZZ?” [Eh?] “No, la

Internet o non internet?

Sul blog Esperimenti Letterari è riemersa una vecchia questione: pubblicare su internet o su carta? Internet è un primo passo per dare più credibilità al proprio nome in attesa di uscire su carta o l’ultima speranza per chi non riesce a farlo in maniera tradizionale? A novembre dell’anno scorso scrivevo, ancora ospitato dal mio blog fai da te : "Pubblicare su internet può non essere solo l’ultima spiaggia per chi non ha trovato il modo di stampare i propri testi su carta. No, non riuscirete mai a farmi credere che sia solo così, se no gli editori a pagamento sarebbero senza lavoro (poverini…) Credo che il web possa essere un terreno da esplorare: ci sono migliaia di potenziali lettori raggiungibili con un solo click. Il problema sta tutto lì: fargli fare quel dannato click e farglielo fare nella direzione giusta… (...)E allora me ne frego e pubblico anch’io su internet. (…) Il principale problema che mi viene in mente? La visibilità, come tutto ciò che appare sul web. Internet, p