Poison

Sabato pomeriggio sono andato a fare il solito giro in un centro commerciale. Entrato da Feltrinelli cerco di ignorare gli scaffali pieni delle solite novità librarie e mi rifugio tra quelli pieni di cd. Nel mondo di internet e del download della musica piratata sembra quasi un comportamento da stupido: se puoi trovare gratis in rete tutti i brani che vuoi perché dovresti comprare un cd?
Intanto perché non ho mai scaricato nulla dalla rete: non credo sia difficile, ma è una cosa che non mi attira. E poi perché è bello, ogni tanto, perdersi in mezzo ai disegni delle copertine: sembrano una versione rinnovata dei graffiti degli uomini delle caverne.
In alcuni casi, infatti, sposti gli occhi da un cd all’altro tornando indietro di decine di anni. “Ma va’! Questo ce l’avevo!”, “Questo non me lo ricordavo!”, “Questo non mi piaceva” e così via. Archeologia musicale che diventa anche un viaggio dentro noi stessi.
Compro un cd ed esco, arrivo in macchina e lo metto su. Il the best dei Poison, un gruppo che suonava glam a cavallo tra gli anni ottanta e novanta. Sono bastate le prime note per riportarmi alla mia adolescenza, a quella musica che mio padre definiva “ferraglia buttata giù dal primo piano di una casa”, alle borchie e alle magliette dei gruppi di heavy metal che non piacevano per niente a mia nonna.
Mi sono stupito dei brividi che ho provato alla schiena, del fatto che mi ricordassi a memoria i testi delle canzoni dopo così tanto tempo, del groppo alla gola che mi è venuto quando sono cominciate Every rose has its thorn o Fallen angel. (Mi era capitato lo stesso quando, dopo anni di ricerche, qualche mese fa mi sono trovato fra le mani Nobody’s perfect dei Deep Purple: e pensare che la data di Torino di quel tour era il primo concerto a cui ho assistito.)
I ricordi mi sono arrivati in faccia tutti assieme: le ragazzine per cui perdevo la testa, i libri di scuola, la chitarra, le canzoni scritte e ascoltate, gli amici con cui suonavo, un arguto commento di mio cugino (“Ti hanno preso a cantare perché conosci bene l’inglese?”). Mi sono ritrovato catapultato indietro in un mondo che non c’è più e che quasi non ricordavo.
Questo è uno dei grandi poteri della musica e dei libri, per non dire dell’arte in generale: tendiamo ad associare una canzone (o un romanzo) a un momento o a un periodo e basteranno poche note (o poche pagine) per far tornare a galla quelle sensazioni anche a distanza di anni. Una specie di funzione eternatrice dei sentimenti che rinvigorisce i ricordi.Il rammarico più grande è di non riuscire a trasmettere quelle emozioni agli altri, un po’ perché il ritorno al passato è un’esperienza intima e personale, un po’ perché quel tipo di musica, quei ritmi o anche solo una canzone capace di scatenare in me una ridda di sentimenti può risultare per altri incomprensibile. Oggi più nessuno sa cosa sia il glam, quella versione hard del rock and roll con i testi che parlavano di avventure e di sesso. Come nessuno ricorda i Poison. Se solo sapessero cosa è stato in grado di farmi quel cd. È mezzanotte passata e non riesco a smettere di ascoltarlo.

Commenti

Anonimo ha detto…
beh, ognuno di noi ha la sua musica che scatena ricordi ed emozioni...solo che hai ragione, è difficile trasmetterle ad altri...
anche "la nostra canzone" trasmette sensazioni diverse in lui e in lei...eppure è la stessa canzone, eppure ricorda a entrambi lo stesso avvenimento...

ma quello che la nostra personale madeleine scatena, beh, è unico e irripetibile per ciascuno di noi...e forse è bello anche per questo...
Anonimo ha detto…
I ricordi sono quanto di più caro uno ha, ma non dobbiamo fare l'errore di rimpiangere certi momenti...Ricordare e ritornare ai momenti passati ti permette di avere un bagaglio di saggezza ed esperienza non indifferenti, ma bisogna essere in grado di andare avanti in modo da avere sempre nuove musiche, nuovi profumi che ci porteranno a quei momenti...e, tra le cose più curiose, c'è da tener presente che come una musica che piace soprattutto una che non piace, ascoltata anni dopo, la si ascolta con tenerezza...

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