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Visualizzazione dei post da novembre, 2006

Anelli per signore?

Oggi avrei voluto parlare di molte cose. Il concerto di Guccini a Torino, Maroni che se la prende con i cantautori perchè (secondo lui) scrivono versi troppo belli per coprire le loro carenze musicali, Il diavolo veste Prada, Baricco che parla di come il mercato dei libri sia cambiato negli ultimi anni, le bozze del nuovo libro che sono finalmente arrivate, un gruppo di amici che sta andando in giro per le librerie di Torino e provincia a pubblicizzare i loro romanzi fantastici. E invece... ...invece ieri sera stavo guardando CSI. Pubblicità. Lui, lei, una cenetta romantica, lui le dà l'anello, lei apre la scatoletta e si illumina. Ok, non sono un puritano. Ok, la cosa (in sé) non mi scandalizza. Ok, ho visto di molto peggio. Ok, ok, ok. Ma... ci sono rimasto male. Proprio l'altro giorno parlavo di tv di qualità, di Fazio e Minoli , di libri e cultura. Però, lo ammetto, non ero per nulla preparato a vedere in televisione la pubblicità di un vibratore. A ben pensarci non lo ero

Fabio Fazio

Gent.mo Fabio Fazio, dopo aver visto la trasmissione "Che tempo che fa" di domenica 12 novembre mi sono detto "è venuto il momento di scrivergli". No, nulla di grave, o meglio, nulla di irreparabile. Solo che dopo un po'... In Italia ci lamentiamo a ogni occasione del tasso bassissimo di lettori e di libri letti o acquistati. La promozione dei romanzi e dei saggi diventa, quindi, un'occasione per destare l'attenzione di chi prende in mano, quando va bene, un volume all'anno. Per questo motivo ho sempre cercato di non storcere troppo il naso tutte le volte in cui uno degli ospiti della sua trasmissione ha tirato fuori dal cilindro un romanzo appena uscito, a volte trasformato per magia in "un cd appena arrivato nei negozi". Probabilmente è un male necessario, anzi, un male a fin di bene. E allora facciamo come Macchiavelli e accontentiamoci del fine sorvolando sui mezzi. Nonostante i miei sforzi, tuttavia, non riesco a non leggere nell'i

Barbara Palombelli

Giusto una settimana fa, a Ventotto Minuti , la trasmissione radiofonica condotta da Barbara Palombelli, era ospite William Facchinetti Kerdudo. Ok, ammetto che il nome non dice molto, almeno per il momento. Spero tanto per William che tra qualche anno, sentendolo nominare tutti dicano “Ah, sì, William! Quello che ha scritto…” Il tema della trasmissione erano le problematiche di quei giovani che un bel giorno si trovano come per magia un manoscritto nel cassetto e decidono di cercarsi un editore. William ha scritto alla Palombelli denunciando le difficoltà, le vessazioni, i silenzi che costellano la vita di un G.A.S.F. E la Palombelli gli ha gentilmente offerto l’accesso a un palcoscenico come quello di Radio Rai per poter gridare ai quattro venti la sua indignazione. Bene. Sono contento per lui. Qualcosa però, almeno nel meccanismo, mi sfugge. E allora vuoi non scrivere alla Rutella per metterla al corrente delle mie perplessità? Gent.ma Sig.ra Palombelli, ho ascoltato con vivo intere

De Carlo

No, non gli ho scritto. Come capita spesso, tutto parte da una frase: “Dopo aver letto In prima persona ho pensato che fa molto De Carlo. Hai letto niente di suo?” Immediatamente dopo la mia risposta negativa Flavio Massa ha tirato fuori dalla ventiquattrore Due di due e me l’ha imprestato. Il libro mi è piaciuto, nonostante non ami le storie che abbracciano una grossa fetta della vita dei protagonisti. De Carlo racconta quindici anni di due studenti che, seppur affetti dalla stessa voglia di evadere da un mondo rigido e opprimente, reagiscono prendendo due strade divergenti: la fuga verso la natura incontaminata e la vita contadina per l’uno; la fuga dal mondo e da se stesso con il viaggio, la droga, la letteratura per l’altro. Tutti e due sono alle prese con il problema del rapporto individuo/società. Tutti e due vogliono cambiare il mondo. De Carlo dissemina il libro di ragionamenti, pensieri e considerazioni. Ne ho sottolineati alcuni che ho trovato particolarmente significativi. “

Pagare per leggere

Ho sempre voluto dire questa frase perché fa molto "giornalista impegnato": ricevo e pubblico. In un comma seminvisibile della Finanziaria è contenuta " una norma che surrettiziamente capovolge la legge italiana sul diritto d'autore(...). Purtroppo siamo da tempo abituati a delle Finanziarie che vanno a legiferare con commi trasversali sull'universo intero, quasi sempre su mandato di qualche lobby, ma che il Governo italiano non abbia avuto e non abbia la decenza di dire a chiare lettere su una questione così importante quello che sta facendo, ossia sopprimere la gratuità del prestito in biblioteca, è abbastanza disgustoso ." Il comma 7 dell'art. 163 del testo della Finanziaria (verrebbe da chiedersi di quale testo si parli, visto che cambia di giorno in giorno...) prevede: "All'articolo 69 della legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive modifiche e integrazioni, al comma 1, dopo la parola "diritto" sono soppresse le parole ", al

Natale a Natale

Da qualche tempo la trasmissione Caterpillar di RadioDue porta avanti un’iniziativa interessante: Natale a Natale. Basta con questo anticipo forzato dei tempi, basta con le luci appese a inizio novembre, basta con le promozioni natalizie a cavallo di Halloween, basta con il Babbo e le renne che consegnano doni ancor prima che cominci la scuola. Lodevole… eppure queste cose le ho già sentite. Chi l’ha detto? Mm… cavolo, le ho dette io! Ecco perché mi sembravano frasi familiari! Un anno fa, in un articolo per Cose Nostre. E allora, da bravo scolaretto, vuoi non scrivere a Cirri e Solibello per rivendicare la paternità dell’iniziativa? Va bene, il gioco "io l'avevo detto prima" non serve a molto: ci sarà sempre qualcuno che ha detto/fatto/pensato prima di noi. E spesso sono più importanti e ben riusciti gli sviluppi rispetto all'idea originale. Ma per una volta permettetemi di gioire: sono io!, sono io! Spedisco la mail e non ci penso più. Poi, ecco il miracolo! La red

Frasi settembre-ottobre

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Il facciamolo strano posso condividerlo, ma il facciamolo male no. 26.09.2006 Dirigente? “Alla festa ci sarà tutto l’apparato diregente… di-ge-ren-te della città” L’informatica dei muratori “Si è bloccato tutto. Rasetto il computer?” “Venerdì esce il nuovo film di Woody Allen. Per vederlo ho rimandato il suicidio di una settimana.” 02.10.2006 Come? “Guarda quel gatto come è… papottoso !” 05.10.2006 Stranezze della natura “Voi due siete in simbiosità” 12.10.2006 Lui: “Sai che penso sempre più spesso all’idea di avere un figlio?” Lei: “E io in tutto questo cosa c’entro?” 28.10.2006

Umberto Eco e il dialetto di Omero

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In questi giorni, tra il mucchio di polemiche, discussioni e dibattiti più o meno montati ad arte, ce n’è una che sa di diatriba sul sesso degli angeli: cultura umanistica o cultura scientifica? Tra tutti i pareri raccolti dai giornalisti delle principali testate giornalistiche c’è l’inevitabile intervista a Umberto Eco. “Nella suola media e in quella superiore c’è troppo poco insegnamento scientifico” ha detto il Professore dei Professori. “Detto questo, credo che se uno ha fatto una bella tesi sul dialetto di Omero e poi lo mettono a lavorare con Bill Gates va meglio di un ingegnere.” “Che consiglio può dare a uno studente? Studi umanistici o scientifici?” “Nella vigna del Signore ci sono talmente tanti talenti che non è possibile dare nessun consiglio. Un consiglio lo do solo a quelli che mi dicono che vogliono fare gli scrittori. Non scrivete. Telefonate.” È il momento dell’appello: se qualcuno conosce uno studente così diligente da aver fatto una tesi sul dialetto di Omero mi facc