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Visualizzazione dei post da maggio, 2008

In biblioteca

Cominciamo bene Signore anziano: Ma qui si parla guerra? Ragazza alla porta: Scusi? Signore anziano: Il libro! Parla della guerra? Ragazza alla porta: Ma veramente… Signore anziano: Sa, ho visto le locandine della presentazione: il pugno chiuso, il sangue, l’odio… Si parla di guerra, no? Nell’attesa Ragioniere1: Una volta sono andato a fare lo scrutatore nel seggio dell’ospedale psichiatrico. Mentre aspettavo mi sono preso la briga di scorrere le liste elettorali e leggere la professione dei ricoverati. Ragioniere2: E cosa facevano? Ragioniere1: La maggior parte? Erano ragionieri o contabili. Nell’attesa (2) Lei: Mentre aspettiamo che cominci, guardo i libri. Io: Sono lì nella scatola. Lei: Veramente parlavo dei libri della biblioteca. La collega La scrittrice: Il mio problema non è tanto scrivere, quanto vendere. Dopo: statistiche Pubblico della presentazione: X persone. Partecipanti al rinfresco: X+5 persone.

Odio – La salvezza

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No, non è una questione di salvezza spirituale: Piero Scacchi, protagonista del mio romanzo Odio nonché assassino impenitente, parte con il piede sbagliato, va a parlare allo psicanalista del carcere e non al cappellano, e sembra non raddrizzare il tiro durante tutto il libro. Meno male che la galera dovrebbe servire per dare agli uomini la possibilità di meditare sui propri errori. La salvezza a cui mi riferisco è ben diversa anche se, almeno per noi maschi italici, ha un’importanza di poco inferiore alle sorti dell’anima. Nella nota dell’autore pubblicata nelle ultime pagine di Odio sono riportate queste frasi: Luca, il protagonista del capitolo …e poi una palla all’improvviso , si lamenta perché la Juve vince sempre tutto, in Italia, in Europa e nel mondo, mentre il Torino si deve accontentare della serie b. Quando ho scritto il racconto le cose stavano proprio così. Oggi no. Sia lodata la vita perché riesce a stravolgere tutto ciò che riteniamo inevitabilmente immutabile. E forza

Salone del Libro 2008 – prima

Io: Se domenica andate al Salone del Libro… Lei: E dov’è? (Ok. Respira. Basta ricominciare da capo.) Io: …Domenica andate al Salone del Libro… Lui: Cosa fanno al Salone? (Ignora la domanda. Non è importante. Vai avanti per la tua strada.) Io: …Domenica… (No, non posso ignorare la domanda. Cosa fanno al Salone? Vendono libri e frigoriferi! Si doveva chiamare “Salone del Libro e del Frigorifero”, ma era troppo lungo, così hanno tolto il frigorifero. Contenti?) Io: …Domenica… L’altra: Io vado venerdì. Lei: Ma non c’è qualche casino al Salone? Lui: È perché hanno invitato Israele. L’altro: Tra Israele e la Birmania non si capisce più nulla. (Lasciali sfogare. Quando avranno finito vedrai che ti staranno a sentire.) Io: Mm! Lei: Sì, scusa, stavi dicendo? L’altra: Cosa succede in Birmania? Lui: Un disastro. Ci sono migliaia di morti. Quella che finora era stata zitta: È per quello che a Torino bruciavano le bandiere fuori dal Salone? Io: Sì, è proprio per quello. Era una protesta contro la c

Cerchi – Citazioni

Cerchi è disseminato di riferimenti o piccole citazioni, da Prima della pioggia , uno splendido film del regista macedone Milko Manchewski, fondamentale per l’architettura del testo, a Il birraio di Preston di Camilleri, per la possibilità di aprire Cerchi in un qualunque punto e da lì cominciare la lettura. Tra le altre, La vittoria della sconfitta , è il titolo di una canzone di uno storico gruppo hardcore di Torino, i Negazione (Lo spirito continua!) mentre il poster appeso nella camera del protagonista del racconto richiama la copertina di Errare umanum est , un disco di thrash metal inciso dai torinesi Creeping Death. Sono poi evidenti i tributi a Jean Paul Sartre, a cui è dedicato il capitolo A teatro , vagamente ispirato dai temi della sua piece teatrale La prostituta redenta , e a Orwell, la cui ombra aleggia tra le letture del protagonista de La vittoria della sconfitta . Infine ci sono le persone vere o immaginarie che sono finite tra queste pagine. Non credo ci sia bisogno

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Dovrei parlare del Salone del Libro, della presentazione di Cerchi che farò domenica alle 16.30 presso lo stand di Di Salvo Editore, delle contestazioni per la “dedica” a Israele e della richiesta di boicottaggio capitanata da diversi intellettuali italiani e internazionali, dell’altra presentazione, quella di Odio, di martedì scorso o quella di venerdì prossimo. Un sacco di temi, o come diceva Drugo troppi input, troppi output . E invece farò qualcosa di diverso. È una sorta di dovere intellettuale che me lo impone, oltre a un moto dell'anima strettamente legato al diritto di cronaca ( lui , ieri sera, era ospite dell’immancabile Fazio per la presentazione dei suoi Barbari ). Devo farlo, sì, devo proprio. È qualcosa che devo all’umanità. Devo espandere il verbo. Nessuno può restare all’oscuro. Ho strappato le pagine di un inserto di Repubblica per copiarle e pubblicarle sul blog. Ho rischiato di essere arrestato ( sono recidivo ) o picchiato dal padrone del bar. Ma il rischio è