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Visualizzazione dei post da aprile, 2007

Il lucchetto (2)

È successo. È un segno del destino. Quando l’ho saputo ho fatto i salti di gioia. Poi ditemi che non sono politically correct : avete perfettamente ragione. Il lampione di Ponte Milvio è venuto giù. No, non è un fulmine divino che si è abbattuto sulla terra per punire i simboli pagani eretti da uomini stolti: Dio ha ben altre cose di cui occuparsi. In questo caso è soltanto questione di fisica e di gravità, in cui voglio vedere il simbolo del riscatto dei Giovani Aspiranti Scrittori Famosi di tutto il mondo. Avevamo tifato per gli zingari (che adesso si chiamano rom) che una notte rubarono i lucchetti per venderli a peso a un rottamaio. Ma i lucchetti erano ricomparsi dopo poco, altri innamorati erano andati sul ponte a unire il loro destino come i protagonisti del libro di Moccia e il peso era ricominciato a crescere. Fino all’inevitabile rottura. Momento Di Grande Godimento. Baricco ha ragione : il successo dei libri nasce lontano dai libri stessi. Moccia inventa la scena del lucchet

Odio

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Venerdì 13 aprile: giorno ufficiale dell’uscita del mio nuovo romanzo, Odio , pubblicato da Nicola Pesce Editore. Speriamo porti fortuna. Avrò tempo e modo per parlarne diffusamente: è una specie di giallo, fa parte di un progetto più ampio, la copertina ha una sua storia e un suo significato, ecc. ecc. Ma per una volta lascio perdere queste cose e comincio con i ringraziamenti. Il primo dei tanti grazie va a un amico di sempre, Francesco Richiardi, che mi ha prestato, per motivi del tutto letterari, il suo negozio di elettronica, la vecchietta (che in realtà sono io) che va a farsi riparare un telecomando e soprattutto l’immagine della gatta che lo osserva mentre salda. Ho usato questi dettagli per caratterizzare meglio Mario, un personaggio che nonostante queste piccole somiglianze dista miglia e miglia da come è Francesco. A Nole, un paese in provincia di Torino, c’è un signore che costruisce casette in miniatura. Si chiama Giovanni Viviani e il suo giardino è disseminato di fedeli

Joshua Bell e Francesco Guccini

Ne hanno parlato tutti i giornali, telegiornali e tutte le radio. Joshua Bell, violinista d’eccellenza nonché uno dei cinquanta musicisti più belli del mondo secondo una rivista di gossip, si è piazzato nella metropolitana con il suo strumento della fine del ‘700 (valore commerciale: quattro milioni di dollari) e ha cominciato a suonare chiedendo l’elemosina. Quarantacinque minuti dopo ha incassato i suoi 32 dollari ed è tornato a casa, scortato dai giornalisti del Washington Post che avevano organizzato (e filmato) tutta la scena. Va bene, l’hanno fatto anche Sting, Elisa e chissà chi altro. Ma a me viene in mente qualcos’altro. In prima persona, cap. 19 “Voglio pensare ad altro: è un imperativo categorico. Cerco di distrarmi e di riempirmi la testa con una storia qualsiasi, con una divagazione tratta dal mio repertorio di finto avanspettacolo. Quella degli anarchici l’ho già raccontata di recente a Tatti e non ci ho fatto una gran figura. Vada per quella volta in cui, con un amico,

Franco Nervo

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Giovedì 5 aprile 2007 ultimo appuntamento del ciclo Ciriè Fantastica . Per la conclusione abbiamo ospitato Franco Nervo , cancro ascendente cancro, artista poliedrico di Alpignano, nonché autore di una trilogia ambientata ai tempi di Re Artù . Ho conosciuto Franco quando ho fatto un colloquio per andare a lavorare nel comune di Alpignano. Lui è responsabile dell’area culturale e scolastica, e avremmo dovuto operare a stretto contatto. Alla fine io non ho ottenuto il trasferimento, ma ho pensato che sarebbe stato bello portare Franco a Ciriè. Se Maometto non va alla montagna… La serata è scivolata via veloce, molto piacevole, sempre in bilico tra scrittura e musica. Ed è cominciata sotto il migliore degli auspici: Franco estrae il dulcimer dalla custodia e scopre che il manico si è rotto durante il trasporto. Chi ben comincia… Nervo ci ha permesso di approfondire due tappe del viaggio nella letteratura fantastica che ha contraddistinto la rassegna ciriacese. Ci siamo infatti ritrovati

Fantasy… che?

Andando in giro a fare le presentazioni di Rethor&Lithil mi sono reso conto di non poter cominciare subito a parlare del libro. Il pubblico, chi più che meno, non ha infatti del tutto chiaro cosa sia il fantasy. Come ha fatto notare Uva Elvis in un articolo sul mio libro , se si interroga l’Oracolo del 2000 ( http://www.wikipedia.it/ ) le radici del fantasy vengono fatte risalire alle fiabe. Da un certo punto di vista è vero: la forza di questo genere è la possibilità di descrivere le situazioni attraverso il ricorso alle metafore, un meccanismo del tutto simile a quello delle favole. Quando ero piccolo (ma la ascolterei volentieri anche adesso) mia nonna mi raccontava una storia di sua invenzione. Il popolo dei paperi è oppresso da quello dei topi. I topi arrivano all’improvviso, armati fino ai denti, e attaccano i paperi che sono costretti a rifugiarsi nei fienili. Solo dopo molti anni ho capito che mia nonna mi stava raccontando la sua esperienza della dominazione dei tedeschi i

“Qual è il piatto del giorno?”

Caselle, giovedì 29 marzo, Sala Consiliare. In mezzo al pubblico c’è Caterina, una bimba di un anno e mezzo. “La presentazione finirà nel momento in cui Caterina si sarà stufata a sufficienza” avverto tanto per mettere le mani avanti. Nei panni della bimba io avrei dato forfait dopo pochi minuti. Alle dieci e mezza Caterina è sveglia e decisamente attiva. Ha notato i miei libri e mi si avvicina porgendomi il suo. “Pimpa” mi dice indicando il cane bianco a pois rossi stampato sulla copertina. Poi se ne va in giro per la sala zampettando nelle scarpette verniciate di rosso. Un signore sulla sessantina, invece, giace irrimediabilmente addormentato su una sedia. Arrivo da Librarsi a Venaria e vengo accolto da una lavagnetta posta fuori dalla libreria. La scrittura sicura e aggraziata di Beatrice vi ha vergato sopra “Sabato 31 marzo alle 15.30 incontro con Andrea Borla”. La scena mi ricorda i ristorantini del lungomare ligure: ti avvicini all’entrata e trovi indicato su una lavagnetta il pi