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Visualizzazione dei post da febbraio, 2006

Sui mezzi pubblici – la satira

Continuo nella sporadica opera di recupero degli articoli scaduti come la mozzarella e non pubblicati dai giornali locali che ogni tanto ospitano i miei pensieri. Per chi fosse interessato alle puntate precedenti... http://www.andreaborla.com/public/SuiMezziPubblici3-08novembre05.jpg http://www.andreaborla.com/public/SuiMezziPubblici2-25ottobre05.jpg I rari viaggiatori che, al mattino presto, non sono ancora nel mondo dei sogni cercano di tenersi svegli parlando del più e del meno. Negli ultimi tempi è il ritornello rock/lento di Celentano a farla da padrone. Ok, anch’io alla mattina sono molto lento… “Hai visto la Guzzanti a Rockpolitik?” chiede una voce alle mie spalle. “No, la Guzzanti non mi fa ridere per niente” risponde un’altra. “Sei di destra?” ribatte la prima. Non avevo mai pensato a questo meccanismo. Da quando c’è la tendenza ad associare la satira a una corrente politica si rischia di vedersi associati a questo o a quello schieramento a seconda di cosa ci fa ridere. Ti pia

Aspettando Culicchia

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Condivido con Giuseppe Culicchia alcune cose: anch’io mi sono diplomato al Fermi di Ciriè, anche se una decina di anni dopo, tifo per il Toro e mi piace scrivere, anche se lo faccio con risultati diversi dai suoi. Forse è per questo che Culicchia mi è sempre stato simpatico, non tanto per i suoi primi libri, quanto da "Il paese delle meraviglie in poi". A questo aggiungete che è uno dei pochi autori italiani che non sono stati stroncati da Gordiano Lupi nel libro “Nemici miei”: tombola! Stima e fiducia imperitura. Per questo, quando il Comune di San Maurizio mi ha chiesto se ero disponibile a curare la presentazione del suo libro "Torino è casa mia" (4 marzo 2006 alle ore 17.00 la biblioteca comunale di via Olivari) non ho resistito ad aderire con gioia: presentare con Culicchia un libro di Culicchia non capita tutti i giorni. Quelli che seguono sono alcuni dei pensieri che mi sono venuti in mente durante la lettura e che diventeranno spunti di discussione con l’au

Privacy e giustizia

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No, non sono molto interessato al dibattito tra quelli che sostengono che i magistrati siano schierati politicamente e quelli che pensano che siano gli altri a essere ladri e farabutti. Da dopo Tangentopoli la frattura tra politica e magistratura è insanabile. Punto. Speriamo in tempi migliori. Lasciamo i discorsi di principio e torniamo al nostro quotidiano. Mi stupiscono alcune decisioni di corti e autorità che costellano o affiancano il nostro sistema giudiziario. La prima notizia è di qualche giorno fa: http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/art/2006/02/18/5403903 Se hai solo tredici anni ma sei già stata con qualcuno, e il tuo patrigno ti violenta… be’, insomma, non puoi lamentarti dicendo che lui sia poi così colpevole. E’ un po’ colpevole, ma ha un sacco di attenuanti. Vorrete mica dirmi che tutte le tredicenni violentate hanno gli stessi diritti, vero? No, lo sanno tutti: siamo quasi tutti uguali. Poi, dipende da caso a caso. Per dare un giudizio bisognerebbe però leggere g

M'illumino di meno

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Ecco una ricorrenza più furba di San Valentino o Halloween: 16 febbraio 2006 – M’illumino di meno. L’iniziativa è promossa dalla trasmissione di RadioDue Caterpillar ( http://www.caterueb.rai.it/ ) ed è volta a ridurre sprechi, inefficienze e usi impropri dell'energia. Insomma, una cosa più che lodevole, addirittura educativa. Un applauso. Le adesioni fioccano da tutta Italia (basta inviare una mail a caterpillar@rai.it ) e riguardano sia i privati che aziende o enti pubblici. Si può risparmiare nel proprio piccolo (un ascoltatore ha aderito dicendosi disposto a svitare le lampadine delle scale del condominio) o facendo le cose più in grande (verranno spente parte delle luminarie della Madonnina di Milano o messe in vendita a prezzi scontate le lampadine a basso consumo in alcune Ipercoop e Ikea). Una delle adesioni mi lascia però molto perplesso. La Provincia di Torino ha comunicato di aderire con un gesto di grande senso civico: spegneranno le luci durante la pausa pranzo. Stiamo

Flirt in giro per l'Italia

Festeggio il San Valentino con una citazione dal blog di Gatita ( http://spaces.msn.com/lagattasultetto ), una assidua frequentatrice del Forum di Fabio e Fiamma. Gatita riprende un articolo di Maria Laura Rodotà apparso sulla versione elettronica del Corriere della Sera, in cui si mettono in luce le diversità tra avere un flirt a Milano e uno a Roma. In estrema sintesi: a Milano si può flirtare solo sotto i 25 anni e negli happy hour, rigorosamente dalle 18 alle 21; a Roma non è dato capire se si flirta a tutte ore, ma è un’ipotesi accreditata; a Roma si flirta per il puro piacere di flirtare; a Milano il flirt è finalizzato: dopo aperitivo, due cene e un drink post cena si passa a vie di fatto; a Milano il flirt è conservatore: giacca e cravatta, gusto, scarpe bellissime e lustrate; a Roma posso anche andare bene le infradito; a Milano il flirt è ignorante: niente libri e niente canzoni (ma, senza libri e canzoni… cosa resta della vita? Il lavoro?); a Roma tutto fa brodo; a Roma se d

Sui mezzi pubblici – Giorni di sciopero

Mi sono accorto di quanto sia differente scrivere un racconto rispetto a un articolo di giornale. Ovvio, direte voi. Mica tanto. Spesso, infatti, soprattutto quando si parla di costume e di società, il tono, la struttura e la lunghezza di un articolo sono pari pari a quelli dei racconti. Ciò che li distingue è la data di scadenza. Gli articoli colgono un attimo, una determinata situazione, un insieme di indizi da cui trarre conclusioni più o meno emblematiche sulla direzione che abbiamo preso. Ma è un istante effimero, non destinato a durare nel tempo. Insomma, gli articoli scadono come la mozzarella: se li riprendi in mano a distanza di poche settimane (o anche di pochi giorni) ti accorgi che hanno perso mordente, che i presupposti sono cambiati, che gli eventi si sono susseguiti a folle velocità. Non capita lo stesso con i racconti. Anche se sono ancorati a un certo avvenimento (mi vengono in mente i cortometraggi sull’Undici Settembre) la loro vita utile è molto più ampia e sembrano

Fenomeni da baraccone: poeti al Grande Fratello

Non c’è nulla da nascondere: lo guardo tutti gli anni, sin dalla prima edizione. Siete scandalizzati? Peggio per voi. L’appuntamento fisso del giovedì sera con il Grande Fratello è per me irrinunciabile. Non che ci sia molto di cui appassionarsi, lo ammetto. Paragonatelo al divertimento un po’ perverso di chi visita un bestiario. Qualche mese dopo (ma anche settimana) la maggior parte dei volti viene dimenticata e spesso anche i nomi fanno la stessa fine. Però, nel frattempo, si torva sempre qualcosa di interessante su cui concentrare l’attenzione. Questa volta è il turno de Il Poeta . La metà dei concorrenti del GF appartengono a quella categoria che a Torino viene definita degli zarri , o degli zamarri , entità che il Word trasforma in ramarri tanto per promuoverli a nuova vita. La loro presenza è un dato di fatto che spero non abbia nulla a che vedere con la statistica: se la casa rappresentasse veramente uno spaccato fedele dell’Italia significherebbe che anche la metà degli itali