M'illumino di meno

Ecco una ricorrenza più furba di San Valentino o Halloween: 16 febbraio 2006 – M’illumino di meno. L’iniziativa è promossa dalla trasmissione di RadioDue Caterpillar (http://www.caterueb.rai.it/) ed è volta a ridurre sprechi, inefficienze e usi impropri dell'energia. Insomma, una cosa più che lodevole, addirittura educativa. Un applauso.
Le adesioni fioccano da tutta Italia (basta inviare una mail a caterpillar@rai.it) e riguardano sia i privati che aziende o enti pubblici. Si può risparmiare nel proprio piccolo (un ascoltatore ha aderito dicendosi disposto a svitare le lampadine delle scale del condominio) o facendo le cose più in grande (verranno spente parte delle luminarie della Madonnina di Milano o messe in vendita a prezzi scontate le lampadine a basso consumo in alcune Ipercoop e Ikea).
Una delle adesioni mi lascia però molto perplesso. La Provincia di Torino ha comunicato di aderire con un gesto di grande senso civico: spegneranno le luci durante la pausa pranzo. Stiamo scherzando, vero? Finisci di lavorare, vai al bar a mangiare un panino e lasci la luce dell’ufficio accesa? A casa tua faresti lo stesso? No di certo! Esco e spengo le luci, ci mancherebbe. E’ questo che non capisco: se lo faccio a casa mia è normale, mentre se lo faccio in ufficio merito un applauso perché ho grande senso civico? Follia, follia pura.
E va be’, l’importante è aderire e risparmiare, magari non limitandosi a farlo un solo giorno, ma continuando nei successivi. E allora aderisco anch’io. Mi attacco al sito di Caterpillar (col computer), spedisco via mail l’adesione (col computer), scrivo questo pezzo per il mio blog (col computer), lo mando via mail agli amici (col computer) che spero lo leggeranno (col computer) e si collegheranno anche loro (col computer) riprendendo daccapo il meccanismo. Visto che tutto è fatto col computer e il computer è attaccato alla corrente, alla fine rischieremo di spendere un mare di elettricità in più di quello che avremmo fatto in una giornata normale. Misteri della solidarietà.
L’iniziativa resta, comunque, decisamente lodevole, al di là di adesioni fatte più per immagine che per senso civico e paradossi legati all’uso della tecnologia. L’unica pecca che vedo è il jingle dell’iniziativa: “m’illumino di meno/ma son felice uguale/risparmio come un treno/è festa nazionale”. Terrificante, decisamente terrificante. Anche perché è facilmente storpiabile in mille modi: “m’illumino di meno/così ci vedo male/finisco sotto un treno/poi dritto in ospedale”. Be’, tocchiamo ferro.

In rete
Decalogo di M’illumino di meno
Ascolta l'inno di M'illumino di meno

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