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Visualizzazione dei post da aprile, 2009

Guerrino Babbini (Italia da leggere)

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Riprendo il ciclo di brevi presentazioni dedicate agli scrittori che meriterebbero più spazio e più attenzione da parte dei lettori. Lo faccio con Guerrino Babbini , frate francescano divenuto dapprima prete-operaio e, in seguito, una volta abbandonato l’abito talare, attivo sindacalista della protesta operaia degli anni ’70. Il libro “Quando (la fede e la lotta sono di classe)” ripercorre il suo percorso di vita, dal momento in cui Guerrino sceglie la via della fede alle lotte intraprese per la difesa dei lavoratori della Singer di Leinì. Uno scrittore esordiente a 72 anni: è il segno di un percorso meditato o di un’urgenza di comunicazione tardiva e improvvisa? La necessità di comunicare è sempre stata un'esigenza importante. Scrivere un libro era tra i miei sogni giovanili, ma non avevo nulla da dire. Entrato nella classe operaia, erano tante le cose da dire, ma non era un libro lo strumento di comunicazione. Si parlava con le assemblee, con le lotte, con i volantini. Ho deciso

Aforismi (Facebook 6)

Un tempo c’era Oscar Wilde . Oggi, forse, la cosa più vicina agli aforismi, un genere ancor più fuori moda del racconto, è lo “stato” di Facebook , una frase stringata che rappresenta una condizione d’animo o un pensiero. Ed è tutto detto. Chiamatelo segno dei tempi , se vi pare. Shakespeare non aveva un blog. Mi sento come un albero: abbattuto. Il destino se ne frega del fitness e della corretta alimentazione. L’arte è ripetizione. Mai discutere con una donna il cui marito è agli arresti domiciliari. I film porno sono i principali responsabili delle crisi di inferiorità. Le più feroci guerre nella storia dell’uomo sono scatenate da questioni di millesimi. Rita Levi Montalcini, a 100 anni, dichiara di dormire 2 o 3 ore per notte. “Non perdo tempo” dice. Domenica ho dormito 14 ore. 13 il giorno prima

Giornata Mondiale del Libro

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Oggi è la Giornata Mondiale del Libro . Se ne fa un bel parlare, in luoghi inopportuni o in altri molto più titolati (a quest’ultima categoria appartiene il blog Letteratitudine di Maurizio Mautieri ). È giusto così: l’argomento è importante. Poi ci sono le solite esagerazioni, i soliti dati , i soliti scandali, i soliti amici , le solite provocazioni, come nel caso di un libro dal modico costo di cinque euro stampato con tutte le pagine bianche (e che sta andando a ruba). Io ne approfitto per evitare di lanciarmi nei soliti panegirici. Non dirò nulla: mi piace leggere, mi piace scrivere, i libri sono un’ottima compagnia, sia quelli che fanno pensare, sia quelli (apparentemente) più leggeri. Punto. E proprio per questa volontà di astensione, ne approfitto per segnalare qualche libro altrui , cosa che faccio assai di rado. Eppure, quale giornata migliore un’eccezione? Ecco tre romanzi che meritano attenzione, forse più di quella che, probabilmente, riceveranno. Triste considerazione? N

Luciana Littizzetto

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È quasi del tutto inutile cominciare col dire che sono un suo fan. Chi non lo è? Pochi davvero, anche se tutti i detrattori sembrano accomunati dal medesimo ritornello: “la Littizzetto è volgare”. No, la cosa non mi scandalizza. Non voglio essere frainteso: non mi lamento per questa caratteristica del suo personaggio e, a dire il vero, non le scrivo nemmeno per motivi personali. Lo faccio per conto di due amici, marito e moglie, con tanto di figlio al seguito. Ci vediamo spesso alla domenica sera, proprio durante il programma di Fazio su Rai Tre. Noi adulti vorremmo ascoltare il suo intervento, ma i due genitori cercano in ogni modo di evitare che l’attenzione si concentri sul televisore finché il bambino è in giro . Cerchiamo tutti di mandarlo di là , a giocare, a leggere un libro, a guardare un cartone animato. Non possiamo certo lasciarlo assistere al suo spettacolo, in particolare da quando ci fa divertire parlando della Iolanda e del suo fraterno compagno. L’altra sera, tanto per

Numbers (2)

Abbiamo lasciato il professor Heppes di Numbers mentre si preparava per la sua prima presentazione, meditando su come autografare i libri . “Dipende da quante persone ci saranno” pensa. “Meno di mille, ma…” Il ma è fondamentale. Non mi è mai venuta l’idea di mettermi a elaborare una funzione per determinare quale tipo di autografo adottare, e non solo perché non ne sarei capace. Tuttavia, il problema è serio e , nel mio piccolo, ho dovuto affrontarlo anch’io . Ripesco alcune considerazioni da qualche vecchio post, di quando il blog non era ancora arrivato su Blogspot : Il problema è nessuno si accontenta dell’autografo, ma vogliono anche una dedica . Cosa diavolo scrivo? Vuoto mentale. Comincio timidamente con la data. Poi firmo in basso, tanto per prendere tempo. E aspetto l’illuminazione divina. Dopo le prime volte ho deciso di prepararmi qualche dedica da utilizzare alla bisogna, un formale “speriamo sia il primo di una lunga serie”, un minaccioso “leggilo che poi ti interrogo!”,

Numbers

Mi è già capitato qualche volta di parlare di telefilm ( Californication , oltre al fondamentale Dottor House ). Questa è la volta di Numbers . Il genio Charles Heppes , professore universitario di matematica, fratello di un investigatore dell’FBI e collaboratore dei federali, scrive un libro . Il titolo avrebbe dovuto essere “la matematica dell’amicizia”, trasformato dall’editore in qualcosa di simile a un più commerciale “L’equazione dell’attrazione”. Heppes si prepara per la sua prima presentazione, e medita su come autografare i libri (tutte le combinazioni possibili dall’ingombrante nome, secondo nome e cognome per esteso, a iniziale del nome e cognome). “Dipende da quante persone ci saranno” pensa. “Meno di mille, ma…” Purtroppo il professor Heppes arriverà in ritardo alla presentazione. Ma non sarà un grande problema: si troverà di fronte una grande sala piena soltanto di sedie. Nessuno spettatore. (Parentesi: dove ho già visto questa scena?) Nell’attesa, Hebbs autograferà un l

Libri e crisi mondiale

I telegiornali strillano a pieni polmoni la notizia dell’aumento delle vendite di libri , nonostante la crisi internazionale che sembra stritolare il mondo intero. Anzi, proprio a causa della crisi. Alberoni, chiamato a commentare la notizia, afferma che la cosa è risaputa: più crisi, più letture . Nei periodi difficili gli uomini cercano di migliorare, di cambiare, di evolversi, e per farlo hanno bisogno di informazioni. Insomma, se la crisi è il motore della crescita, il sapere è la benzina che mette in moto gli ingranaggi. Il sapere è indispensabile quando si vogliono fare cose nuove. E il sapere deriva dalla lettura, oltre che dal consumo di spettacoli, cinema, ecc. E la tv? E i giornali? “Lotta tra X Factor e Amici” e “Grande Fratello: due eliminazioni attendono i concorrenti” sono alcuni titoli che estraggo a caso da La Stampa. Aumentano le vendite. Ma di libri. Non di quotidiani. E non so se è proprio un male.