Numbers

Mi è già capitato qualche volta di parlare di telefilm (Californication, oltre al fondamentale Dottor House). Questa è la volta di Numbers.
Il genio Charles Heppes, professore universitario di matematica, fratello di un investigatore dell’FBI e collaboratore dei federali, scrive un libro. Il titolo avrebbe dovuto essere “la matematica dell’amicizia”, trasformato dall’editore in qualcosa di simile a un più commerciale “L’equazione dell’attrazione”.
Heppes si prepara per la sua prima presentazione, e medita su come autografare i libri (tutte le combinazioni possibili dall’ingombrante nome, secondo nome e cognome per esteso, a iniziale del nome e cognome). “Dipende da quante persone ci saranno” pensa. “Meno di mille, ma…”
Purtroppo il professor Heppes arriverà in ritardo alla presentazione. Ma non sarà un grande problema: si troverà di fronte una grande sala piena soltanto di sedie. Nessuno spettatore. (Parentesi: dove ho già visto questa scena?)
Nell’attesa, Hebbs autograferà un libro e lo donerà a suo padre.
Una raccolta di testimonianze firmata da grandi autori
e incentrata sulle disgrazie di cui è costellato questo mestiere si apriva con il racconto di uno scrittore che ritrova una copia del suo primo libro su un banchetto in un mercatino. Lo apre e legge la dedica. “A mamma e papà”.

Commenti

Post popolari in questo blog

Racconti?

Wikipedia: fontare o non fontare

Facebook (4) – Libertà di diffusione