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Visualizzazione dei post da maggio, 2006

Erotica

La notizia dell’ultimo libro di Melissa P mi ha fatto venire in mente una cosa. Leggendo “Cento colpi di spazzola” mi ero reso conto che il libro, tra le altre cose, non funzionava nemmeno come romanzo erotico. In rete si leggono un sacco di cose decisamente migliori, anche da questo punto di vista. Quando si entra nei forum per scrittori o nei siti che offrono possibilità di pubblicazione on line è impossibile non imbattersi nella categoria “racconti erotici”. Alcuni sono sgrammaticati, esagerati, volgari, quasi che fossero usciti da una versione moderna delle lettere inviate ai giornali hard. (Parentesi: lettere spedite a un giornale hard ? Perché, c’è qualcuno che legge, oltre che guardare le figure?). Che siano storie di vita vissuta, esagerazioni maniacali o fantasie da serata alcolica con gli amici in cui ognuno racconta di trote da due metri pescate in riva al mare, poco importa. Rispondono a quel gioco del metto in mostra la mia intimità ma lo faccio nascosto da un nome di fan

Crisi d’identità

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Ognuno di noi ha un sosia. Così dicono e io mi fido. Mai contraddire una cosa che “si dice”: è facilissimo essere smentiti alla velocità della luce. Ognuno di noi ha un omonimo. Questo è più facile da verificare perché, a differenza dei sosia, non ci deve fidare di avvistamenti poco credibili, della soggettività di chi ha visto e riferisce, della memoria che ogni tanto fa cilecca. In questo caso possiamo utilizzare metodi scientifici che ci diano la ragionevole certezza della presenza di qualcuno che ha il nostro stesso nome. Metodi semplici e immediati. Vado su Google, l’Oracolo del Nuovo Millennio, lo interrogo inserendo il mio nome e cognome, magari tra virgolette così definisco meglio la ricerca, premo sull’apposito pulsante e aspetto. Il problema principale di questa operazione è il caso in cui la ricerca fallisce miseramente. Risultati? Quali risultati? Non sono state trovate pagine Web standard che contengano tutti i termini della ricerca. Ecco, appunto: zero risultati. Cerca un

Melissa P.

Forse è tutta colpa del transito di Marte in Bilancia che mi rende oltremodo nervoso. O forse è solo una buona dose di stanchezza. Il risultato è che non riesco nemmeno a capire se provo rabbia, delusione, frustrazione, disillusione, disinteresse o un fritto misto di sentimenti che rischia di rimanermi sullo stomaco. E si sa: l’annebbiamento non è la migliore delle condizioni per mettersi a scrivere. Gli autori italiani, soprattutto quelli di narrativa, quelli che cercano di non inserirsi in un filone o un genere, fanno una fatica mostruosa a pubblicare un libro. Sono ignorati o guardati con aria distratta e sospettosa, devono bussare a più porte di Maria e Giuseppe , vedono il loro lavoro disprezzato, si sentono richiedere soldi per la stampa, eccetera. Tutte cose più che risapute. Poi… Poi via in libreria e trovi il terzo libro di Melissa P. Non il primo, quello completamente inutile come romanzo, come diario, come libro erotico, come storia di vita e anche come acchiappapolvere (da

Gli entusiasti e i silenti

Una cosa che ho imparato in questo tempo dedicato alla scrittura, o meglio agli aspetti pubblici legati alla scrittura, è che non ci si deve fidare degli entusiasti. “È davvero una cosa bellissima che tu abbia scritto un libro. Sai che ti dico? Ti darò una mano perché conosco millemila persone… Ma nel frattempo avrei bisogno di te per…” “Non vedo l’ora di parlare con X e Y del tuo libro, che non ho ancora letto ma che sono sicuro sia bello. Tu però dovresti…” “Organizzo questo evento e vorrei che tu fossi presente. Il tuo libro mi è piaciuto e magari potresti portare un po’ di persone…” “Faccio questa uscita pubblica e vorrei che tu fossi della partita parlando un po’ del tuo libro. Riusciresti a farti dare la disponibilità della sala di…” “Sono diventato il Mega Presidente del F.C.S.T. ( N.d.A.: che? ) e potrei farti fare una presentazione da noi. Anzi, lo farò molto presto. A proposito di scrivere… avrei bisogno di qualcuno ( N.d.A.: chi? ) che mi preparasse un intervento per un con

Il giorno dopo

Voci e immagini il giorno dopo la presentazione de Il Foglio a Borgaro . I preliminari Un autore al cellulare: “Quando arrivi?” Un altro autore dall’altro capo del cellulare: “Mi hanno appena tamponato.” Uno degli organizzatori: “Quando arrivi?” Una delle persone coinvolte nella presentazione: “Ho la febbre.” Ragionamento causa/effetto: fare le presentazioni porta male. Anzi, malissimo. Vendite Un autore: “Ho venduto una copia del mio libro.” Un altro autore: “L’ha presa mia madre.” Un terzo autore: “Anch’io ho venduto una copia.” Il primo autore: “Quella l’ho presa io.” Non so se di questo passo andremo mai molto lontano. Deja-vù Una voce: “Ciao Andrea, non sapevo che avessi scritto un libro! Complimenti! Sei così giovane! Però… come mai hai quella barba bianca?” ( Dove ho già sentito questo commento? ) Un’altra voce un’ora dopo: “Ma ti è venuta la barba bianca?” (Basta così? O vogliamo andare avanti a parlarne?) Senza sonoro (Un personaggio con in mano un enorme panino farcito da una

Aggiornamenti

Arrivo a casa nel tardo pomeriggio e mi siedo di fronte alla televisione con il pc sulle ginocchia. Tolgo l’audio e mi metto a scribacchiare come mio solito. Al mio fianco poso la copia di In prima persona che porto da un anno e mezzo alle presentazioni, piena di appunti e correzioni. Devo scegliere le letture in vista di una serata a Ciriè il trentuno di maggio e cerco di mettere assieme un filo conduttore tra le parole e i brani che Tamara dovrà leggere. (Apro una parentesi. Tamara è la bibliotecaria di San Maurizio che si è coattivamente offerta volontaria per leggere da Hobb’s. Ho cercato in tutti i modi di far scegliere a lei le pagine che l’hanno più colpita, ma non c’è stato verso. È troppo schiva e pacata per farlo, anche se dice che si è innamorata del capitolo quattro. E allora mi tocca scegliere da solo. La perdono perché ha un nome che andrebbe benissimo per un personaggio di un mio romanzo. E non si sa mai che non lo diventi presto.) Mentre sfoglio le pagine mi accorgo che

Longanesi mi ha risposto

È ormai cosa risaputa che gli scrittori (ma forse tutti facciamo così) tendono a nascondere la cenere sotto il tappeto . Se una cosa non è andata per il verso giusto è meglio farla sparire. Ma se la sorte o le nostre capacità ci hanno sorriso… be’, allora perché non sbandierarlo ai quattro venti? Io tendo a mettere tutti gli avvenimenti sui piatti della bilancia e vedere cosa succede. Lo faccio anche questa volta, riportando il testo della lettera che Longanesi mi ha cortesemente mandato per informarmi che non è intenzionata a pubblicare il mio prossimo romanzo. Non è il primo rifiuto che ricevo : ne ho un cassetto pieno. Durante la chiacchierata a San Maurizio con Culicchia una ragazza gli ha chiesto com’è fatta la vita di uno scrittore. “È piena di rifiuti e fallimenti” ha risposto. Sono pienamente d’accordo: è parte del gioco, quindi perché stracciarsi le vesti quando succede? Perché, senza strapparmi alcunché, questa lettera mi sembra abbia alcuni punti apparentemente interessanti

Sono stufo

Sono stufo… …delle persone che mi dicono “ma quanto sei giovane!” ma non staccano gli occhi dai peli bianchi che mi sono spuntati nella barba. …dei brufoletti che ogni tanto emergono in posti impensati anche se la pubertà è ormai un vago ricordo. …dei messaggini "ciao amore, mi manchi" seguiti da altri messaggini "scusa, non era per te!". …degli amici che mi chiedono “come stai?” e poi cambiano discorso quando comincio a raccontargli i miei problemi. …degli amici che, quando sono io a cambiare discorso, mi rinfacciano “sai che non sopporto la gente che non mi fa finir di dire quel che penso?” …di quelli che mi confidano "vorrei tanto essere come te, senza problemi o preoccupazioni". …delle donne che guardano il sedere agli uomini e che se glielo fai notare rispondono “guarderei anche il tuo se solo avessi un fisico come quello là!” …delle mie ex che non trovano nulla di meglio da fare se non chiamare il loro primo figlio come me. …delle donne che non sono

Qualche altra frase rubata

Tanto per ripigliarci dopo un bel po' di politica consacriamo questa settimana all’ironia selvaggia. Ecco qualche frase sentita qua e là e tirata fuori dal cassetto per l’occasione. C’è materiale con cui farcire i dialoghi di un prossimo ipotetico libro. Qui potrete trovare la puntata precedente . Motivazionale “Dobbiamo farci parte dirigente.” Buongustai “Ci ho messo sopra una bella cucchiaiata di partigiano reggiano.” Dialoghi sul senso della vita A:"Se mi dessero la possibilità di rinascere chiederei di essere donna." B:"Se mi dessero la possibilità di rinascere ci penserei due volte!" Confidenze in motorino “Diamoci pure del ciao.” Ed ecco anche qualche aggiornamento del mese di aprile. Scusa se non ti ho visto, ma stamattina sono come i cavalli, con il paraorecchi. 07/04/2006 Camping estremo (08/04/2006) “E’ una cosa pericolosa, un po’ come fare la roulotte russa.” Divagazioni sacerdotali (08/04/2006) “Evitate di uscire dal seminario” Un giornalista della s