Erotica

La notizia dell’ultimo libro di Melissa P mi ha fatto venire in mente una cosa. Leggendo “Cento colpi di spazzola” mi ero reso conto che il libro, tra le altre cose, non funzionava nemmeno come romanzo erotico. In rete si leggono un sacco di cose decisamente migliori, anche da questo punto di vista.
Quando si entra nei forum per scrittori o nei siti che offrono possibilità di pubblicazione on line è impossibile non imbattersi nella categoria “racconti erotici”. Alcuni sono sgrammaticati, esagerati, volgari, quasi che fossero usciti da una versione moderna delle lettere inviate ai giornali hard. (Parentesi: lettere spedite a un giornale hard? Perché, c’è qualcuno che legge, oltre che guardare le figure?).
Che siano storie di vita vissuta, esagerazioni maniacali o fantasie da serata alcolica con gli amici in cui ognuno racconta di trote da due metri pescate in riva al mare, poco importa. Rispondono a quel gioco del metto in mostra la mia intimità ma lo faccio nascosto da un nome di fantasia, non tanto un vedo e non vedo, ma un faccio vedere e non faccio vedere. Potremmo discutere per anni se sia questione di esibizionismo o di voyeurismo, ma non è questo che mi interessa.
"E’ lo stesso problema dei romanzi erotici" direte voi. No, perché lì c’è un minimo di filtro, ma nei forum su internet o in alcuni siti moderati una volta ogni morte di papa questo non avviene e ci si può lanciare nelle più ardite e oscure descrizioni.
Tuttavia si trovano anche racconti ben strutturati. Ok, l’introspezione (quella psicologica, intendo) è un po’ tutta un’altra cosa, ma almeno l’autore dimostra di aver prestato attenzione e cura a quello che ha scritto. Alcuni si spingono ben al di là delle aspettative e propongono storie di sesso celebrale, fatto con la testa più che col basso ventre. Insomma, nel mucchio ci sono cose interessanti, sempre che si abbia il tempo e la voglia di cercarle.
Quello che mi ha sempre fatto impazzire (sì, lo confesso: anche in questo caso sono quasi più interessato alla forma che alla sostanza!) sono i vocaboli che vengono usati per descrivere le scene. In alcuni casi si tratta quasi di un vero e proprio gergo che visto dal di fuori può anche far sorridere, ma nella realtà cela il tentativo di dare credibilità letteraria (parola grossa…) ai racconti.
Nonostante tutto sono convinto che un qualunque racconto erotico on line riesca a essere meglio dei cento colpi di spazzola. E questo continuerebbe a essere vero anche se a leggerli fossero le presentatrici dei tiggì con le loro voci piatte e l’incedere da cantilena. Sì, perché anni fa qualche mente superiore decise di fare anche questo esperimento. Il risultato fu disastroso, e i brani erano tratti dai grandi classici del genere.
Figuriamoci se ripetessimo il tutto leggendo da Melissa P.

Commenti

Anonimo ha detto…
lettere ai giornali hard?
uh....che interessante!!!
e che cosa scrivono i lettori???
chiedono consigli amatori? raccotnano crucci esistenzali e prestazionali??? sogni proibiti??? chiedono l'aiuto dell'esperto???

scusate, ma la cosa mi incuriosisce da morire.....
Andrea Borla ha detto…
Le lettere ai giornali hard sono la base della letteratura! Play Boy dedicava diverse pagine ad articoli "di costume" o di "approfondimento" (perchè qualunque parola io scriva acquisisce un doppio senso assolutamente non voluto?!?)

Consigli, esperienze, dettagli tecnici, sogni e compagnia bella sono all'ordine del giorno. E poi in questo caso è meglio chiedere l'aiuto dell'esperto che "l'aiuto da casa" tipo "Chi vuol essere milionario". Male che vada chiedi al pubblico in sala...

Devo però ammettere che le cose più hard le avevo lette su quei giornaletti per fanciulle che andavano tanto di moda tra le mie compagne di scuola negli anni 80. Vi ricordate Cioè? Ecco, cose di quel tipo. "Il mio fidanzato vuole che andiamo oltre ma io non voglio" (oltre cosa?), "se non me la sento di fare l'amore cosa facciamo in alternativa?", "ho paura di essere in cinta: da cosa me ne accorgo?", ecc. ecc. Quella era vera letteratura erotica. Altro che Melissa!

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