Pagare per leggere

Ho sempre voluto dire questa frase perché fa molto "giornalista impegnato": ricevo e pubblico.

In un comma seminvisibile della Finanziaria è contenuta "una norma che surrettiziamente capovolge la legge italiana sul diritto d'autore(...). Purtroppo siamo da tempo abituati a delle Finanziarie che vanno a legiferare con commi trasversali sull'universo intero, quasi sempre su mandato di qualche lobby, ma che il Governo italiano non abbia avuto e non abbia la decenza di dire a chiare lettere su una questione così importante quello che sta facendo, ossia sopprimere la gratuità del prestito in biblioteca, è abbastanza disgustoso."

Il comma 7 dell'art. 163 del testo della Finanziaria (verrebbe da chiedersi di quale testo si parli, visto che cambia di giorno in giorno...) prevede: "All'articolo 69 della legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive modifiche e integrazioni, al comma 1, dopo la parola "diritto" sono soppresse le parole ", al quale non e' dovuta alcuna remunerazione."

Detto così è abbastanza criptico. Se però recuperiamo (Google docet) il testo dell'articolo originario otteniamo:

Il prestito eseguito dalle biblioteche e discoteche dello Stato e degli enti pubblici, ai fini esclusivi di promozione culturale e studio personale, non è soggetto ad autorizzazione da parte del titolare del relativo diritto, al quale non è dovuta alcuna remunerazione e ha ad oggetto esclusivamente:
a) gli esemplari a stampa delle opere, eccettuati gli spartiti e le partiture musicali (...)”


Se togliamo il dettaglio della mancata remunerazione ecco apparire come per magia il prestito a pagamento nelle biblioteche. Semplice come scrivere una riga in una legge… Ma continuiamo.

Si tratta di una battaglia di idee che non può essere giocata solo all'interno delle biblioteche, anche se da qui dovrebbe partire. Il fatto che la campagna contro il prestito a pagamento abbia ricevuto a volte più sostegno fuori che dentro, dimostra (se vogliamo essere ottimisti) che ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne contengano le nostre biblioteche.

Per quanto l'operazione sia stata furbescamente progettata in modo da passare il più possibile inavvertita da parte degli utenti, non sarà facile nascondere molto a lungo le ricadute sui servizi. Così come l'impressionante farraginosità del meccanismo che si intuisce (con la Siae chiamata ancora una volta a raccogliere e distribuire i dividendi, e con la sparizione della foglia di fico della promozione per l'utilizzo dei fondi) aprirà presto falle imprevedibili.
E forse c'e' ancora spazio per impedire il peggio
.”

Aggiungo qualche spunto di riflessione:

  • Personalmente non pago per pubblicare un libro; perché dovrei pagare per leggerlo?
  • Perché pagare per leggere è sinonimo di pagare la SIAE?
  • Perché ci si lamenta del basso numero di lettori in Italia, fanalino di coda in tutte le classifiche, e poi si penalizzano i pochi lettori che sopravvivono?
  • Perché chi dovrebbe, culturalmente e politicamente, salvaguardare la lettura prende provvedimenti di questa portata? Allora mi viene da pensare che i libri e la lettura vadano bene solo quando diventano fonte di introiti pubblicitari e pretesto per fare tivù di qualità come nella trasmissione (una per tutte) di Fabio Fazio;
  • Se proprio devo pagare per leggere (cosa che, in fondo in fondo, non mi scandalizza poi così tanto) vorrei che il mio (esempio) mezzo euro a libro finisse direttamente nelle casse della biblioteca e che possa essere utilizzato esclusivamente per comprare nuovi libri.

Mentre nessuno parla di questo problema, la Corte di Giustizia Europea va giù con la mano pesante. Proprio a causa del mancato recepimento del prestito a pagamento l'Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea (Causa C198-05). Viva l'Europa?

In rete:

Nopago.org

Commenti

Anonimo ha detto…
Come scrittore e come bibliotecario sono indignato. Non è possibile. Pagare per leggere, pagare comunque anche per i servizi essenziali per arricchire qualche lobby. Non se ne può più!!!
Andrea Borla ha detto…
Il problema è che nessuno ne parla. Mi è anche venuto il dubbio che sia una bufala, ma la fonte è più che autorevole. Ho chiesto verifiche ma nessuno ne sa nulla. Possibile che passi una cosa di questo genere sotto silenzio? Altro che indignato...
Anonimo ha detto…
pagare per leggere?
tanto vale comprarsi i libri...
la biblioteca gratuita è un servizio indispensabile per ragazzi e gente che di soldi ne ha pochi e i libri non li compra, ma magari li vuole leggere senza dover mangiare pane e cipolle (parliamo anche del prezzo dei libri? ...meglio di no)..

sul tavolo della discussione butto anche questa...lo sapete che partedel costo di un CD VUOTO va alla SIAE??? anche se io il cd lo uso per metere via i MIEI documenti di lavoro, personali eccetera?

bah, figli e figliastri
Andrea Borla ha detto…
La SIAE è una dell lobby più potenti in Italia. E nessuno se ne preoccupa. Amici degli amici della cultura?

Aggiungo qualche approfondimento:
- se avete dubbi sulla veridicità della notizia (che in effetti sembra un bufala: chi dovrebbe difendere la cultura... la affossa?!?) potete fare come me e controllare il testo della Finanziaria pubblicato sul sito del Governo

L'articolo 167 comma 7 purtroppo esiste per davvero (nel pdf è a pagina 215).

Nel frattempo (due giorni fa) la Segreteria nazionale dell'Associazione Italiana Biblioteche segnala che "sull'inserto domenicale del Sole 24 Ore di ieri, Tullio Gregory in prima pagina parla della direttiva europea sul presito a pagamento e della recente condanna dell'Italia da parte della Corte
Europea di Giustizia. Gregory difende il diritto al prestito gratuito delle opere letterarie da parte delle biblioteche pubbliche."
Anonimo ha detto…
L'istituzione del prestito a pagamento nelle nostre biblioteche pubbliche purtroppo non è una bufala. Noi di Bibl'aria ne parliamo dall'indomani dell'avvio a Bruxelles della "procedura di infrazione" contro l'Italia (gennaio 2004) e siamo stati gli ideatori della CAMPAGNA EUROPEA IN DIFESA DEL PRESTITO GRATUITO IN BIBLIOTECA presentata al convegno di Cologno Monzese nel febbraio successivo, da cui è partito il movimento "NoPago".
L'esito attuale di questa battaglia è una sconfitta, anche se passerà l'istituzione del "fondo" previsto nell'emendamento alla Finanziaria di cui parlava Tullio Gregory nel suo articolo sul Sole 24 Ore del 12 novembre (riproddotto integralmente sul blog di Bibl'aria QUI ) Noi stiamo per pubblicare un altro pezzo sul Bibl'og per chiarire meglio quel che Gregory addolcisce, cioè che il governo esborserà alcuni milioni di euro agli editori (il "fondo") in mortem del celebrato Prestito Gratuito. Infatti la buonanima si aggira ormai come fantasma nelle nostre biblioteche e i lettori gli danno la caccia. Il primo avvistamento è stato filmato e sul nostro blog potete vederne il video. Insomma la battaglia culturale e politica contro il prestito a pagamento noi continueremo a farla perché la posta in gioco (crescente privatizzazione della cultura) è così alta che non ci si ferma ad una prima (maldestra) sconfitta.
Ma intanto, per mantenere vivo il ricordo del fattaccio e allargare la protesta a tutti i lettori e gli autori afflitti come noi, invitiamo a mandarci i video degli avvistamenti o incontri con il fantasma del Prestito Gratuito. Occhio dunque in biblioteca ma anche altrove: madama la buonanima si manifesta ovunque ci sono umori da rivolta contro chi vuole limitare e tassare la circolazione dei libri e delle idee. Secondo noi se ne possono vedere e sentire di belle, quindi registrate e mandate!

Il Gruppo Bibl'aria
biblaria@virgilio.it
biblaria-blog
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