Venerdì 07 luglio

Venerdì 07 luglio, prima della sbornia mondiale, prima dei rigori, prima della testata di Zidane. Gratto ma non vinco con un voucher del parcheggio. Due passi ed entro in una casa editrice del centro di Torino. Costo dell'operazione (fin qui): un euro.

“Saremmo interessati a pubblicare la sua raccolta intitolata Rethor&Lithil.” [Yuppy!]
“Abbiamo già preparato un contratto sulla falsa riga di quello di Mondatori.” [???]
“Ha lavorato con Paravia… lei naturalmente conosce XXX?” [Chi?]
“Noi crediamo nei libri che pubblichiamo: non è che si possano pubblicare tutte le putanate che arrivano.”
“Dobbiamo partire dal presupposto di non vendere neanche una copia.” [ma non credevate nei libri che…]
“Stampiamo 800 copie se no la distribuzione non si muove nemmeno.”
“Il Piemonte fa il 10% del mercato, la Lombardia il 15%, la Sicilia lo 0,7, a meno che non siano libri che li riguardano… sa, la mentalità dell’isolano.” [totale: 105,3%?]
“Il distributore è ZZZ. Lei conosce ZZZ?” [Eh?]
“No, la stampa digitale no: quelle sono putanate.” [puta… che?]
“Noi stampiamo con YYY. Lei conosce YYY?” [Ancora?]
“Dividiamo il rischio a metà.” [metà di cosa?]
“…cede a titolo gratuito i diritti …si impegna a versare la somma di € 2.875,00…”

Per il momento ho risparmiato € 2.874,00 euro e mi sento felice. L’euro di differenza è l’obolo per il parcheggio. La benzina è mancia.

Commenti

Anonimo ha detto…
Stai parlando di L....o? Mi hai chiesto dell'Ananke. 4.000.000 per pubblicare 500 copie, la metà a me. E' una fesseria che si fa una sola volta nella vita, meglio non farla proprio tu dirai, ma io l'ho fatta. La seconda volta, con L....o, quando non ero più coglioncello, l'ho salutato e ho passato il dattiloscritto a un altro editore. Poi c'è anche chi mi ha chiesto 3900 euro, ma questa è un'altra storia... Ciao.
Andrea Borla ha detto…
Il teatrino è sempre lo stesso, a quanto pare. Il tariffario cambia di volta in volta, ma è un dettaglio trascurabile.

Quello che mi ha fatto arrabbiare non è la proposta in sé: sappiamo tutti che con certi editori funziona così e punto. Mi lascia perplesso sentirmi dire "stamperemo X", "distribuiremo X al quadrato", "conosco millimila personaggi", "sarà un successo". Ma chi vuoi prendere in giro?

Però, se è la prima volta che ti approcci a un editore, rischi di crederci davvero. Non è questione di essere "coglioncello" ma "non informato". Quando col passare del tempo capisci il meccanismo cominci a diffidare di chi ti propone contratti che si riassumono così:
- mi paghi per stampare X copie (senza garanzia che io le stampi) e io già ci guadagno;
- se il libro è un successo io ci guadagno ma tu no perchè la cessione dei diritti è a titolo gratuito;
- se è un fallimento è tutto un problema tuo.

Questa non è proprio la "falsariga" di un contratto con Mondadori, anche se falsa è di sicuro. E non è nemmeno "dividiamo il rischio a metà".

Preferisco uno che dice "sono una tipografia, stampo libri e il prodotto ti costa X." Almeno è sincero.

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