Michele Serra e i cattivi educatori

C'è un filo neanche troppo sottile che lega i titoli dei libri di Natale. Così comincia l’articolo intitolato Codici, segreti, miti e tarocchi: in libreria un Natale di misteri di Dario Olivero sul sito de La Repubblica. E chi ben comincia (tanto per evitare ripetizioni fastidiose)…

“…un filo che incomincia dove da tempo incomincia cioè da Dan Brown e i suoi misteri, si dipana attraverso il Graal e passa attraverso strade di città piene di storia e segreti e sfiora i codici nascosti dei tarocchi (…) i viaggi alla ricerca di Dio e fugge verso storie che sembravano finite fino alle distese e alla luce dell'Antartide.”

Ok, lasciamo stare gli attraverso e i comincia e facciamo un passo indietro. Michele Serra racconta in un suo articolo su La Repubblica (quella di carta) di un suo guizzo di autorità paterna: stufo di suo figlio che in televisione guarda solo il wrestling gli strappa il telecomando dalle mani al grido “il mondo è una cosa seria, adesso vediamo il telegiornale!” Detto, fatto. Tg2 delle 13.00, notizia di costume: uno dei concorrenti dell’Isola dei Famosi… ha la cagarella! Il figlio deride il padre e pretende il ritorno al wrestlig.

Serra conclude il suo articolo lodando la capacità dei tredicenni di capire “che il mondo adulto nel suo complesso secerne una tale quantità di compiaciuta idiozia e di servilismo acritico da non essere in grado di esercitare una decente pedagogia. Il problema non è che non ci sono più maestri [ma] che abbiamo trasformato la cattedra in una parodia.”

Un consiglio, Michele? Non che tu ne abbia bisogno, però… ogni tanto, a tempo perso, magari dai un’occhiata veloce agli articoli pubblicati sul sito internet del suo giornale. Com’è che dicevi (giustamente)? Il mondo adulto (…) secerne una tale quantità di compiaciuta idiozia e di servilismo acritico da non essere in grado di esercitare una decente pedagogia? Ecco, appunto.

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