SMS

In questa fine d’anno stanca anche per gli aspiranti autori non resta che rimandare tutto al 2006. Tanto l’attesa è breve… e cosa volete che sia un giorno più o un giorno in meno, nella vita? Così non resta che guardarsi alle spalle meditando sulle notizie legate in qualche modo alla scrittura nell’anno che va a chiudersi.
Dicevo un paio di giorni fa di Michele Serra e del suo stupore nel vedere, nel sommario di un tiggì, la rilevanza data ai problemi intestinali di un partecipante all’Isola dei Famosi. Allo stesso modo sono rimasto esterrefatto quando ho visto tutti i telegiornali serali del 13 dicembre sbandierare la notizia (di somma importanza) della nascita di un SMS che si autodistrugge dopo 40 secondi dalla lettura. Insomma, può essere letto una sola volta in modo da evitare che cada in mani indesiderate e pericolose (fidanzate, mariti, madri…).
Mi stupisce il risalto con cui è stata data la notizia, al di là dei più o meno palesi riferimenti alle disgrazie che gli SMS hanno portato nelle case di numerosi vip. Subito dopo la nascita dei messaggini, se mai potrà essere perdonato questo terrificante neologismo, si era fatto un gran parlare di quanto fosse positiva l’innovazione come stimolo al ritorno alla scrittura. Poi la situazione è degenerata: sono comparse le k al posto delle ch, hanno fatto ritorno i segni matematici, anke xchè così è + veloce scrivere, le faccine sono diventate uno strumento per dare intonazione alle parole (Bello, vero? ;) e così via fino all’elezione del successore di Wojtyla che negli sms dei papa boys si è trasformato da Benedetto XVI in B16, una cifra a metà tra un caccia americano e una partita a battaglia navale.
Durante una presentazione di In prima persona un signore attempato è sussultato quando ha sentito dire che il linguaggio utilizzato nel libro era moderno. “Allora ci sono anche degli SMS?” mi ha chiesto sottintendendo la sua indignazione per questa scelta scontata. Meno male che nel libro ne ho messo uno solo, e anche poco significativo: sono le mail ad avere un peso maggiore, ma su questo particolare ho abilmente taciuto. E avrei potuto ricordargli che da più di una parte era stato tentato di dare dignità letteraria ai messaggini: ricordo addirittura un concorso per opere di lunghezza inferiore a 128 caratteri.
Insomma, c’è chi considera gli sms immondizia, chi li vuole esaltare, chi se ne serve e basta. Che gli adulti, gli scrittori e gli intellettuali si siano dimostrati nuovamente (come nel caso del wrestling e dell’Isola dei Famosi) cattivi educatori, se non riusciti a restare immuni dall’utilizzo dei messaggini? O che si siano trasformati in educandi delle nuove generazioni e delle loro forme di espressione? Ma ke cavolo volete ke ne sappia! N son adulto, - ke mai intellettuale e ben poco scrittore.
Buon 2006!

Un’ultima cosa: fate attenzione! Questo post si autodistruggerà dopo 40 secondi dalla lettura. 39… 38… 37…

In rete:
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