Stroncature

Aggiornamento
Le sfighe ce le tiriamo addosso da soli. Deve esserci in giro un morbo del tipo "basta che tu nomini la sfiga e quella ti viene a cercare". Ore 8.30 pubblico il post: non ho avute tante stroncature, cosa serve colpirmi se non mi conosce nessuno, non mi compiaccio ma mi stimo e mi incoraggio, ecc. ecc. Ore 17.30 mi arriva una stroncatura senza possibilità di redenzione del manoscritto di quello che pensavo potesse essere il mio nuovo romanzo. Quasi quasi cambio il titolo del post in "Le ultime parole famose". Chi ha detto che il silenzio è peggio del rifiuto? Io? Nego tutto: ero sicuramente ubriaco.
Fine dell'aggiornamento

Dopo un po’ di tempo passato a parlare del più e del meno torniamo alla vita dell’aspirante scrittore famoso. Un paio di settimane fa raccontavo del mio libro davanti a un gruppo di persone. Domanda: “Hai mai ricevuto una stroncatura?”
Avrei potuto dire che la strada di ogni (aspirante) scrittore è costellata di rifiuti. Se non vi fidate della mia scarsa esperienza in materia date almeno retta a Culicchia, che in una sua recente presentazione di “Torino è casa mia” ha detto testuali parole. Valanghe di rifiuti, quindi, da prendere come momento di riflessione o come necessario rito di passaggio.
Quello che capita più spesso è di ricevere… silenzio. Spedisci per posta ordinaria, raccomandata, prioritaria, elettronica e non ti arriva nulla indietro. Una stroncatura? Magari! Fa più male quando ti ignorano.
Poi mi sono chiesto: perché avrebbero dovuto stroncarmi? Quelli a cui non è piaciuto "In prima persona" hanno risposto con un educato carino o scorrevole, oppure sono stati zitti. E poi perché sprecare energie? Dà più risalto se ci si lancia contro gli scrittori della classifica dei più venduti. Se dici “Borla scrive come un cane” cosa te ne viene in tasca? Molti probabilmente ti risponderanno “Borla chi?”
E non sottovalutate una cosa: stroncare un libro famoso appaga anche il nostro senso di rivalsa. Lui vive di scrittura e pubblica pagine degne della carta igienica, mentre io… e via con una sottintesa autoincensazione del proprio genio incompreso. Pensate che mi ritenga o sia immune a questo meccanismo? Aspettate la prossima settimana, quando dirò belle parole sull’ultimo romanzo di Grisham.
In effetti, però, qualche stroncatura mi è arrivata, anzi, più di una. Forse la mia mente si è ribellata e ha cercato di cancellarne i ricordi. Al di là dell’ormai famoso “certo che oggi scrivono un po’ tutti” detto da una ragazza mentre prendeva in mano il mio romanzo, c’era anche un lettore di manoscritti che ha definito “banali e scontati” alcuni miei racconti. Oh, in effetti non aveva tutti i torti (il lettore, non la ragazza). Poi c’è stato un “è una bizzarra idea” rivolto a una sceneggiatura di fumetti e qualche altra perla del tipo "Se non l'avessi scritto tu non sarei arrivato alla fine". Sono cose che ti riconciliano con la vita e la scrittura.
Il più divertente è un tizio se l’è presa con me solo perché gli ho inviato un’email con una segnalazione di un’iniziativa letteraria. “Come fai ad avere il mio indirizzo?” mi ha chiesto infuriato (ok, è difficile stabilire il tono di una email, ma a volte ci si riesce benissimo). “Cancellami subito!” mi ha intimato. Credete che non l’abbia fatto? Certamente, e anche di corsa. Purtroppo mi sono dovuto limitare a cancellare il suo contatto nella mia rubrica: avrei tanto voluto cancellare lui, magari fisicamente, ma non c’è stato modo di farlo. Cosa volete, il mondo è pieno di imbecilli e toglierli dalla propria rubrica di Outlook è una magra soddisfazione. Ma a volte si vive proprio per queste piccole cose.

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