Replica (umiliazioni)

Non sono mai stato un entusiasta dell’università. L’ho fatta ma non frequentata, cercando di lasciarmela alle spalle nel più breve tempo possibile. Una lezione però l’ho imparata. Mi è capitato più volte di trovare sulle riviste del settore alcuni articoli che riprendevano pari pari gli stralci dei libri dei miei professori. Il gioco è molto semplice: scrivo per il libro e poi duplico (riciclo suona un po’ bruttino) per raddoppiare gli introiti.
Nel mio caso si tratta di tutto meno che di introiti, ma la logica è la stessa: duplico per ottenere il massimo risultato con uno sforzo che se non è minimo diventa almeno minore. Presento Culicchia a San Maurizio, lo intervisto per Il Foglio Magazine, recensisco il suo libro su TGCom. Preparo una presentazione di Daniele Nadir (che poi non siamo mai riusciti a organizzare) e lo intervisto per Lettera.com. Pubblico un pezzo sul blog, lo ampio e finisce su una rivista, lo inserisco in rete su diversi siti per cercare di aumentare la sua visibilità.
Copia/incolla, sviluppa/rielabora, rivedi/riproponi non può tuttavia essere un processo fine a se stesso. Me lo dico e lo dico anche a chi incontro. Perché tenere per me le mie opinioni? Non c’è motivo. E infatti…

Flashback
San Maurizio, presentazione di Culicchia.
Io (al microfono): “Quando ho preso in mano Torino è casa mia mi ha fatto molto piacere vedere che non è l’ennesima raccolta di articoli di Torino Sette come quelle fatte da tanti suoi colleghi de La Stampa.”

Insomma, grazie di non aver fatto copia/incolla, sviluppa/rielabora, rivedi/riproponi.

A fine presentazione, durante il buffert.
Lui: “Sai quello che hai detto prima, durante la presentazione…”
Io (prendendo un salatino): “Sì?”
Lui: “…parlavi della raccolta di articoli di Torino Sette…”
Io (salatino in bocca): “Mm.”
Lui: “Uscirà a giugno
Io (salatino di traverso, eccesso di tosse, occhi appalla e lacrimanti, tacita richiesta di chiamare il 118)

Perché gli esseri umani non sono dotati di un pulsante per scomparire, una specie di bottone che aziona un teletrasporto in stile Star Trek?

Commenti

Anonimo ha detto…
salve, ammetto che anche io mi sono stupita della raccolta degli articoli di Culicchia pubblicata a giugno, evidentemente c'era richiesta da parte dell'editore. piccola consolazione: per lo meno il mio omonimo blog nato molto tempo prima è stato citato tra i ringraziamenti..
Andrea Borla ha detto…
Sì, mi ha detto che c'è un contratto tra La Stampa e l'editore: "a turno" tocca pubblicare una raccolta degli autori di Torino Sette.

In più la sua battuta era sul simpatico, non sull'offeso (credo... spero... sono sicuro).

Una curiosità che non so se hai notato: il tuo blog viene citato su wikipedia come blog "ufficiale" di Culicchia.
Anonimo ha detto…
rido!!!!
hai la capacità di far vivere la scena piu' che immaginarla!!

eh eh eh
Andrea Borla ha detto…
Questa scena ha un vantaggio: non c'è una lei di mezzo.

Spiegazione: un amico, con molta arguzia, mi ha fatto notare che nel 90% delle scene delle umiliazioni che ho raccontato c'è sempre una lei che ha un peso determinante. Qui, almeno, la mia controparte è un lui.

A pensarci bene, però, non so se il risultato è meglio o peggio...
Anonimo ha detto…
facile finire su wikipedia.. mi ci sono messa io!!
quanto alla raccolta di articoli sarebbe curioso sapere quanto ha venduto.. hai fonti a riguardo??
Andrea Borla ha detto…
Ah, be', allora è davvero facile! ;)

(tra parentesi: ieri ho provato a cercarmi su wikipedia e non mi sono trovato. Che tristezza!)

Purtroppo non so a quante copie sia arrivata la vendita di Muri e Duri (il sottotitolo è bellissimo, adesso non mi viene in mente, ma è bellissimo).

Intanto, con colpevole ritardo, ho finito di leggere Ecce Toro. Bello, per noi granata, ovviamente.

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