Ciriè 01 marzo 2007
Ore 20.30 iniziamo a preparare la sala. Disponiamo le sedie, addobbiamo la stanza, accogliamo i primi venuti. Poi entra un signore brizzolato, con barba e capelli lunghi. “Un appassionato del genere” penso. E invece…
“Cosa fate qui?” chiede.
“Una presentazione letteraria.”
“Ma questa sera ci siamo noi.”
“Noi chi?”
“Il gruppo di yoga.”
Panico.
Ma non ci sono problemi: andiamo in sala conferenze, giusto sotto di noi. È più prestigiosa, più grande… ci sono solo 300 posti a sedere… il palco…
“Avevamo paura di stare stretti” diciamo a tutti quelli che arrivano.
Però ho un dubbio: “Speriamo che la gente capisca che deve scendere le scale” dico.
“Dai, non essere così pessimista!” mi rispondono.
A fine serata troviamo due ragazzi venuti per Rethor&Lithil che ci aspettano al piano di sopra. Del libro non sanno nulla, ma in compenso hanno molto apprezzato la lezione di yoga.
Props:
- al pubblico, coinvolto, fedele e interessato.
- alla ragazza (di cui non ricordo il nome) che ha letto In prima persona e, nonostante tutto, si è presentata anche a questa serata. Perseverare…
- a Pietro Cabodi, che non vedevo da quindici anni, e con cui cui banchi di scuola scambiavo idee e spunti per libri fantasy che nessuno di noi due ha mai scritto.
Slops:
- allo scambio di sala all’ultimo momento;
- a chi commenta: “Fantasy? Ah, spadoni e dragoni”…
- …o peggio “I nani senza barba? Perché hai messo i nani senza barba?”
- a Cole_Cash che continua a mandarmi messaggini sul cellulare mentre parlo, solo per distrarmi o convincermi a urlare “Bravo merlo!”
E poi? A mezzanotte a casa, giusto in tempo per vedere Johnny Dorelli. Queste sì che sono le soddisfazioni della vita.
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