Fante e Baricco

Si parla di…
…polvere, introduzione, Testament, stroncare, dramma, cortile, cadavere mummificato, in fondo a destra.


John Fante, Chiedi alla polvere, Giulio Einaudi Editore, 2004. Introduzione di Alessandro Baricco. Virgoletto. “…il prologo che qui trovate in appendice. Fante voleva metterlo in testa al libro (prologo, appunto) ma l’editore lo convinse a lasciar perdere (ed è difficile dargli torto, visto che racconta la lettore come il libro va a finire…)”
Bene, bravo, ottimo. È importante fissare dei principi, darsi delle regole, nella vita. Fante era un pazzo a svelare il finale, o anche solo il senso del libro, già nel prologo. Però, Alessandro, sai cosa dicevano i Testament? Practise what you preach, metti in pratica ciò che predichi.
Introduzione, pagina I. “Chiedi alla polvere è un romanzo costruito su tre storie. Prima: un ventenne sogna di diventare uno scrittore e in effetti lo diventa. Seconda: un ventenne cattolico cerca di vivere nonostante il fatto di essere cattolico. Terza: un ventenne italoamericano si innamora di una ragazza ispanoamericana e cerca di sposarla.”
Già così Baricco ci dice un bel po’ di cose sul libro, ci svela il percorso della narrazione, ma non ci dirà anche come finisce, vero? Ma no, lui stesso ha detto che l’editore di Fante ha fatto bene a stroncare il prologo eccessivamente esplicativo che l’autore voleva pubblicare. E infatti…
La storia dello scrittore finisce bene, la storia del cattolico non finisce (…) e la storia dell’innamorato finisce male.” Non contento, nelle pagine successive, racconta per filo e per segno sviluppi, risvolti e retroscena.
È ormai noto a tutti che quando sento parlare di un libro mi informo solo su due cose: il genere (commedia/dramma) e se è piaciuto a chi me lo propone (bello/brutto). Non voglio sapere di più perché voglio scoprire tutto da solo man mano che lo leggo. Claudia mi parla di “Finestra di fronte” di Ozpetec. L’avete visto tutti al cinema? Bene. “Alla fine lui rimasto con la moglie”. O mia suocera su Psycho: “lui tiene il cadavere mummificato della madre in cantina”. Due parole, sì, sono solo due parole, ma bastano a fare un sacco di danni.
E allora? Allora grazie, Baricco, grazie di cuore. Senza la tua introduzione mi sarei goduto il libro di Fante. Ma visto che mi hai raccontato tutto, la prossima volta, fammi il piacere, al posto di scrivere una prefazione per un libro, che fa molto figo, lo ammetto, vai dove immagini che io ti stia mandando in questo momento.
Se non ricordi la strada, è sempre in fondo a destra.

Commenti

Patty ha detto…
Io invece adoro sapere prima come finiranno le cose, non tanto nei libri, ma soprattutto nei film e telefilm; inizio le nuove serie dei telefilm cult sapendo già tutto quello che accadrà, puntata per puntata! Ma poi... sfido a trovare qualcuno che non sappia, pur non avendo visto il film, che Norman Bates soffriva di sdoppiamento di personalità e conservava, ma non in cantina (!), il cadavere della madre..
Betty ha detto…
Condivido ciò che dice Patty sui telefilm:ho finito ieri di rivedere tutta l'ultima serie di Sex and the city. E sui libri, leggo sovente il finale, ma è un vizio che sto cercando di perdere. Lo faccio perchè odio i bruttti finali e patisco a non sapere. Comunque Baricco deve rispettare le persone normali che non leggono i finali. Però Andrea, stai diventando acidissimo!!
Patty ha detto…
Anch'io mi sto allenando a resistere alla tentazione di leggere il finale; ma sui libri ci riesco abbastanza, al massimo sbircio qualche pagina! Sui telefilm no! voglio sapere tutto prima! Andrea.. stai diventando acidissimo!!
Andrea Borla ha detto…
Comincio a preoccuparmi: due fanciulle che mi dicono che mi sto inacidendo! Un dramma.

In effetti sì, è un periodo che sono un po' nervoso. Poi se uno mi racconta anche come va a finire un libro prima che comincia a leggerlo... Chissà se nel corso di scrittura creativa che vende in edicola ha messo anche un paragrafo "cosa non scrivere nell'introduzione di un libro". Andrò a documentarmi.

Sì, è tutta invidia, la mia.
Anonimo ha detto…
Dipende, a casa mia è tutto in fondo a sinistra. Sai, non vorrei mai si sbagliasse e me la facesse nell'armadio a muro. :)
Andrea Borla ha detto…
L'immagine del nostro Alessandro che armeggia di spalle dentro il tuo armadio a muro è VERAMENTE inquietante.

Però... così non condividereste solo il nome, ma anche il bagno! Una cosa da mettere sul proprio curriculum letterario.
Betty ha detto…
vedo che l'acidità non passa. Baricco : non mi piace come scrive (ho letto solo un libro e mi è bastato). E' molto bello però un pezzo che ha pubblicato sulla Smemoranda di diversi anni fa sulla nascita di un bambino.Adesso cerco l'anno e poi ti dico. Vedi che scrivere l'agenda aiuta?
Anonimo ha detto…
Hai ragione, dovrei decidermi a metterlo come voce. O magari dovrei togliere tutto il resto e lasciare solo questo: mi chiamo Alessandro, come Baricco, e come lui scrivo... Ho il dono della sintesi, non trovi? Secondo te mi si aprirebbe qualche porta in più?
Andrea Borla ha detto…
Potrebbe aprire un sacco di porte. Anch'io mi chiamo Andrea come Camilleri... dici che vale? O che mi devo mettere a fumare? Magari Fiorello facesse la mia imitazione!

...ma forse non funzionerebbe:
TG5. Titolo. "Fiorello imita Borla!"
Popolazione televisiva: "Borla chi?"

...mm...

Post popolari in questo blog

Racconti?

Wikipedia: fontare o non fontare

Facebook (4) – Libertà di diffusione