Sui mezzi pubblici – Divorzi

“Hai sentito?” chiede la Signora In Fucsia con un tono che sa più di affermazione che di domanda. “Il premier francese, Sarcozy: lui e la moglie divorziano.”
“Ho sentito” risponde la Donna che Fuma, girando e rigirando con nervosismo una sigaretta spenta tra le dita. “Ma secondo me erano già in crisi prima.”
“Sì, ma non ci si può certo separare durante la campagna elettorale, no?” proclama la Signora in Fucsia mentre ammortizza una curva dell’autobus.
“Non si deve divorziare mai” si intromette il Ragionier Catenacci appoggiando sulle ginocchia la copia de Il Secolo d’Italia che stringe tra le mani. “Dovrebbe essere vietato per legge.”
“Io non posso divorziare” dice Precaria tra un verso e l’altro provocato dalla continua masticazione di un chewingum. “Convivo” spiega.
La sua frase cade nel vuoto, avvolta dal disinteresse generale. Solo il Ragionier Catenacci le rivolge uno sguardo di acuta disapprovazione.
“A volte ci sono buoni motivi per divorziare” dice il Timido, quasi con un filo di voce.
Le signore si girano verso di lui, stupite di sentirlo partecipare a una delle discussioni che quotidianamente nascono tra chi prende assieme i mezzi pubblici. La Signora in Fucsia lo guarda con la bocca semi aperta. Lo sprona a continuare, ma ha quasi paura a farlo: il Timido potrebbe interpretare male il suo gesto, richiudersi a riccio e ammutolendo come suo solito.
“Ieri era il mio compleanno” continua l’uomo tenendo gli occhi bassi mentre si passa la mano sui capelli cortissimi. “Alla sera volevo andare al ristorante, ma mia moglie mi ha detto No, dai, restiamo a casa: ti cucino una cenetta sopraffina.”
Pendiamo dalle sue labbra. Sento quasi il suono dei secondi che passano rimbombare nel silenzio. Concluderà il suo pensiero? O lo lascerà a metà, incompleto, togliendoci il piacere di scoprire come va a finire?
“Non potevo dire di no” prosegue. “Insisteva, e poi cucinare per me… mi sembrava un gesto così pieno d’amore.”
“Cosa le ha preparato?” chiede Precaria, forse stufa di subire i ritmi dettati dall’uomo.
“Sono arrivato a casa, mi sono seduto a tavola e…”
“E…?” gli fa eco la Donna che Fuma.
“E lei mi ha servito una minestra di farro” conclude il Timido.
Nell’autobus scende improvvisamente un silenzio a metà tra l’imbarazzo e la comprensione. La Signora in Fucsia si mette a rovistare nella borsetta, la Donna che Fuma si appoggia alle labbra la sigaretta e la stringe con forza, il Ragionier Catenacci trova un alibi infilando il naso nella copia de Il Secolo d’Italia, Precaria si rimette le cuffie dell’ipod e alza il volume della musica.
“A volte, il divorzio…” sussurra il Timido con un filo di voce, sopraffatto da una solitudine quasi glaciale.
Trovo dentro di me la forza per voltarmi verso di lui. Riesco a intercettare la traiettoria dei suoi occhi, ma non resisto a lungo. “Poveretto” penso. E mi annullo concentrandomi sul panorama che scorre fuori dal finestrino.

Commenti

Betty ha detto…
mi piace questa nuova serie sui mezzi pubblici: sono un'ottima fonte di ascolto e comprensione. Io non cucino mai zuppa di farro, ma adoro i peperoni. Li cucino spesso... mio marito non prende mezzi pubblici, ma non si sa mai! magari stasera... lasagne!
Anonimo ha detto…
favoloso!!!!

:-)
Anonimo ha detto…
l'ho letto e riletto...

adoro questo spaccato di vita in movimento lento sui mezzi pubblici

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