Walter Veltroni

Sono in ritardo su tutto. Ormai è una cosa cronica. Quale potrebbe essere l'argomento di una mia lettera a Veltroni? Il Partito Democratico? I disordini romani seguiti alla morte del tifoso laziale? La festa del cinema? I rom? Sui libri e racconti che scrive? No, io sono ancora molto più indietro: la Fontana di Trevi tinta di rosso da un misterioso (s)conosciuto che inneggiava a un gesto futurista.
Tra l'altro, chi ha una foto del monumento mentre "arrossisce"?
Al Sindaco di Roma - On. Walter Veltroni

In ritardo rispetto all’eco mediatica che ha accompagnato l’immagine dell’acqua della Fontana di Trevi tinta di rosso, mi permetta di unirmi alla schiera di coloro che hanno apprezzato questa sorta di restyling futurista a cui è stato temporaneamente sottoposto il monumento.

Sono consapevole che un atto di vandalismo non può essere esaltato in quanto tale, a meno di non voler ingenerare episodi di deprecabile imitazione o causare il venir meno del poco senso civico che sembra sopravvivere a stento nella nostra società. Tuttavia non ho potuto che apprezzare l’aspetto di rottura di un gesto insieme provocatorio nella forma e nella sostanza, ma al contempo attento a evitare di causare danni irreparabili.

La mia valutazione non riguarda né motivi della rivendicazione, né il riferimento al contesto storico politico in cui il futurismo si sviluppò. Marinetti, certamente, l’avrebbe apprezzato anche se, trovandosi a compiere di persona quel gesto, non dubito avrebbe atteso l’arrivo delle Forze dell’Ordine senza darsela a gambe (in tal senso sottoscrivo appieno il commento di un giornalista de La Stampa che ha ironizzato sulla fuga come unico elemento di velocità dell’artefice del gesto).

La proposta che mi permetto di sottoporre alla sua attenzione non è per nulla innovativa, in quanto si basa sugli elementi più comuni degli spettacoli organizzati da tanti comuni ubicati nelle zone di villeggiatura e turismo. Perché non illuminare le fontane romane con fasci di luce che donino loro artificialmente tinte forti, contrastanti con la trasparenza dell’acqua e la chiarezza della pietra, e accompagnati da un appropriato sottofondo di suoni e musica?

Sarebbe qualcosa di diverso e più incisivo rispetto, ad esempio, alla semplice luce gialla usata oggi per la fontana di Trevi e proveniente da lampade poste in basso sul basamento. Nella sua semplicità quasi banale, inoltre, si addiverrebbe a un perfetto connubio tra rispetto dell’arte e tutela dei tesori italiani da un lato, e simboli di quella velocità tanto cara ai futuristi dall’altra: la luce e il suono.

Con l’occasione porgo cordiali saluti.

Commenti

Anonimo ha detto…
pure urbanista, adesso.
Andrea Borla ha detto…
Delirio di onni...presenza.
Betty ha detto…
ma la musica di sottofondo, non se la portano via? nel mio paese puro ed incontaminato è stato fatto questo tentativo (non per una fontana ma per una roccia: sentiti pure poco originale!), ma è sparito tutto.
Andrea Borla ha detto…
Se la roccia fosse stata a Roma rischivamo di veder sparire tutta la pietra...
Betty ha detto…
Dici? Ma è una roccia su cui arrampicare... è molto alta ed ingombrante... un specie di montagna!

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