Correttore automatico

Sto lavorando alla nuova edizione di Odio e, in preda a una mania di perfezionismo, decido di rivedere daccapo il testo alla ricerca di qualche refuso. Un guizzo di ingegno mi spinge a sperimentare la funzione di correzione automatica di Word 2007. Mai esperimento fu più traumatizzante.
Una frase innocua come “non erano piccoli aggiustamenti, ma cambiamenti strutturali” genera un inquietante “la congiunzione ma non deve essere preceduta dalla virgola quando congiunge due parole”. Ok, ne prendo atto. Andiamo avanti.
“Mentre entrava in un bar ricavato da un locale lungo e stretto, realizzò che quella era la prima volta in cui si trovava a vestire i panni dell’imprenditore.” Qualcosa da obiettare? Certo: “il verbo realizzare usato al posto di capire, comprendere è un inglesismo da evitare assolutamente. Sostituire con capì, comprese”. Inglesismo? E allora politically correct cos’è?
E cosa dire di “Hai ragione – constatò”? CoNstatare? “L’uso di questa parola è fortemente sconsigliato perché rappresenta un’alterazione impropria di un termine esistente”. Sì, ma costatare mi sembra voce del verbo mangiare una costina. Sa di grigliata.
“La biblioteca non è assolutamente ben fornita.” Assolutamente? Assolutamente no! “Si consiglia di evitare questo termine non perché errato, ma perché logoro e abusato”. Lo stesso effetto si ottiene con una interminabile sfilza di parole: quantitativo (quantità), quasi sempre (spesso), contattare (prendere contatto), tutti e due (entrambi), peggio (peggiore), contesto (ambiente), prima o poi (alla fine), lieto fine (conclusione felice), godere di (avere), decisamente (certamente), di gran lunga (molto), opzione (scelta), responso (risposta)… Aiuto!
E non permettetevi di scrivere cose del genere “entrare dentro” perché Word ruggisce un “si consiglia di riformulare la frase poiché il concetto di dentro è già incluso nel verbo entrare”. E in effetti è un po’ difficile entrare fuori, al pari di salire sotto.
Word partorisce giuzzi di genio come: “quando si usa l’aggettivo possessivo mia con mamma è necessario mettere l’articolo. Sostituire mia mamma con la mia mamma” o “è preferibile modificare leggermente la forma utilizzata per renderla più leggibile. Sostituire Cosa racconterò con Che cosa racconterò.” Oh, farsi gli affari propri?
Mi sono rotto, cerco un pretesto per chiudere la finestra e disinstallare il correttore ortografico e grammaticale. Non devo aspettare molto: è lui stesso a darmene più di uno. “Stalle vicina” viene trasformato in “stalle vicinE”, “non scorgevo nessun moto contrario” diventa “non scorgevo nessunA moto contrariA”, ma soprattutto “la abbracciai e la feci voltare” magicamente si trasforma in “la abbracciai e lE feci voltare”.
E in quel momento, tra le moto, le stalle e soprattutto le feci, spengo il computer e torno a scrivere con la penna e il foglio. Sbaglierò di mio, ma almeno non ci sarà un saccente correttore a rompermi i coglioni.
(N.B.: il dizionario di Word 2007 comprende anche la parola coglione e non la segna come errata. Adoro la tecnologia e l’innovazione!)

Commenti

Anonimo ha detto…
assolutamente d'accordo: ho provato anch'io a "cercare" suggerimenti per migliorare lo stile, e l'esito è stato traumatizzante. Al diavolo il correttore, sto essere ridicolo anche da solo!
Gianpaolo
Anonimo ha detto…
Tri tri tri
Fru fru fru
Uhi uhi uhi.

Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente.
Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.

Cucù rurù.
Rurù cucù,
cuccuccurucù!

Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?
Licenze, licenze,
licenze politiche.
Sono la mia passione.

Farafarafarafa,
tarataratarata
paraparaparapa
laralaralarala!

Sapete come sono ?
Sono robe avanzate,
non sono grullerie,
sono la… spazzatura
delle altre poesie.

Bubububu,
fufufufu,
friù!
Friù!

Se d’ un qualunque nesso
Sono prive,
perchè le scrive
quel fesso?

Bilobilobilobilobilo
Bum!
Filofilofilofilofilo
Flum!
Bilolù. Filolù.
u.

non è vero che non voglion dire,
vogliono dire qualcosa.
Voglion dire...
come quando uno si mette a cantare
senza saper le parole
una cosa molto volgare.
Ebbene, così mi piace di fare.

Aaaaa!
Eeeee!
Iiiii!
Ooooo!
Uuuuu!
A! E! I! O! U!

Ma giovinotto,
diteci un poco una cosa,
non è la vostra una posa, di voler con così poco
tener alimentato un si gran foco?

Huisc... Huisc...
Huisc... sciu sciu
Sciukoku... Koku Koku,
Sciu
Ko
Ku.

Come si deve fare a capire?
Avete delle belle pretese.
sembra ormai che scriviate in giapponese.

Abì, alì, alarrì.
Riririrì!
Rì.

Lasciate pure che si sbizzarrisca.
anzi è bene che non la finisca.
il divertimento gli costerà caro:
gli daranno del somaro.

Labala
falala
falala...
eppoi la la...
e lalala lalalalala lalala.

Certo è un azzardo un po' forte
scrivere delle cose così,
che ci sono professori oggidì,
a tutte le porte.

Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!

Infine.
io ho pienamente ragione,
i tempi sono cambiati,
gli uomini non domandano più nulla
dai poeti:
e lasciatemi divertire

(Aldo Palazzeschi - Il poeta si diverte)
ElfoEnel ha detto…
Il correttore di bozze di Word è sempre stata la cosa più inutile del mondo. ^^ Tra l'altro, Odo non sono ancora riuscita a leggerlo perchè è finito in una scatola in officina che a casa stiamo facendo i lavori e dobbiamo svuotare tutte le stanze ç__ç
A presto ^___^
Elettra
Andrea Borla ha detto…
@Giampaolo: il bello della tecnologia è proprio che ci aiuta a mostrqarci più ridicoli di quanto riusciamo a essere da soli.

@La gatta: Palazzeschi è un grande genio.
"Cosa sono queste indecenze?/Queste strofe bisbetiche?/Licenze, licenze/licenze politiche" è proprio quello che finisco spesso per pensare dei poeti: si prendono troppo sul serio. Qualcuno dovrebbe riportarli, ogni tanto coi piedi per terra.

Cosa avrebbe detto il correttore automatico di Word di fronte a "Farafarafarafa,/tarataratarata/paraparaparapa/laralaralarala!" o a "Tri tri tri/Fru fru fru/Uhi uhi uhi"?

@Elfo: NON HAI ANCORA LETTO ODIO!?! E il libro risulta disperso in una scatola non ben identificata? Non c'è altra via: mi suicido...
Anonimo ha detto…
ironia involontaria

"Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?
Licenze, licenze,
licenze politiche.
Sono la mia passione"

licenze "poetiche" dice ovviamente il testo che ho riportato male (chissà, un correttore word non ama la poesia...)

...ma anche le "licenze poliche" mi piacciono, hanno una loro ragione...
Andrea Borla ha detto…
...licenze politiche...

Non me n'ero accorto! Geniale!
Rocco Tarocco ha detto…
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Rocco Tarocco ha detto…
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Rocco Tarocco ha detto…
Il problema non è il correttore automatico, bensì l'informatico aspirante linguista che lavora a Microsoft e si permette di dire che il verbo "risultare" sia «versione logora ed abusata di "essere"» (sic). Immagino che secondo questi ingegnerucoli che hanno rubato una laurea dovremmo tutti parlare e scrivere a monosillabi come dei trogloditi.

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