Al cinema, in coda
Sono andato a vedere “Sogni e delitti” di Woody Allen. Era obbligatorio. Non c’è mai stata possibilità di astenersi, anche se i critici dicono che non sia la pellicola più riuscita del Grande Maestro. E in effetti in parte hanno ragione: ok, non ha la genialità di Match Point, non fa per niente ridere, anzi, è una tragedia senza speranza di redenzione, priva anche della più piccola battutina di spirito. Però è Woody Allen: ben scritto, splendidamente diretto, imperdibile per principio.
Per un resoconto più ampio della mia sortita vi rimando a questo articolo che verrà pubblicato tra una quindicina di giorni su un periodico della provincia di Torino. Ci sono però un sacco di domande che voglio condividere con voi, tanto per trovare una risposta:
- Nella multisala in cui sono andato, sui bicchieri stipati di popcorn c’è l’immagine (il logo) della Gorgone stampata sopra. Anche un logo può pietrificare?
- Perché i popcorn del cinema costano più o meno come il biglietto di ingresso? Sono scoppiati a mano a uno a uno?
- Perché i gestori ci impediscono di introdurre delle sale patatine di contrabbando comprate al discount?
- Perché la gente paga per vedere i film dell’orrore e poi passa tutta la serata con le mani sugli occhi?
- Un tempo si andava al cinema per baciarsi. Oggi, invece, si può fare di tutto in ogni luogo e sotto gli occhi di tutti. Perché, tra tutti i posti che ci sono, due ragazzi dovrebbero sceglierne uno così disagevole come un cinema per baciarsi?
- Perché la gente corre mossa da un entusiasmo da mandria per arrivare per primi nella sala, quando a ognuno di loro è stato assegnato un posto al momento dell’acquisto del biglietto?
- Perché, dopo essere entrati in sala, “lo spettacolo comincia dopo diciassette minuti”? Non si poteva cominciare prima?
- E poi, perché proprio diciassette? Non si poteva fare quindici o, già che ci siamo, venti? No, proprio diciassette, tanto perché porta sfiga?
Ma forse, almeno per quest’ultima domanda, una risposta ce l’ho. Sono proprio diciassette minuti perché vogliono costringere gli uomini in fila a vecchi riti scaramantici autopalpativi. È un trucco per far diminuire la velocità con cui cerchiamo di raggiungere, immandriati, i posti in sala. Sì, deve essere proprio così: d'altronde è difficile correre mentre si è piegati in due con le mani strette sui gioielli di famiglia.
Commenti
@Patty: Titti e Silvestro? Molto meglio della Gorgone! Anche se io strangolerei volentieri il volatile giallo.
@Marco: non fatico a immaginarmi i romani che si gettano a capofitto verso la sala! Credi, però, che con la prenotazione si risolverebbe? Chi mai, a Roma, rispetterebbe i posti prenotati? Sai che risse verrebbero fuori?
o essere in due in tutta la sala e ti arriva la classica oca della situazione che ha prenotato proprio il posto dove ti sei seduto e magari pretende che tu ti sposti perchè i restanti 198 posti per lei non sono sufficienti, sempre per rispettare i posti prenotati.. o ancora essere sempre in due in tutta la sala e ti arriva il terzo spettatore pagante che a costo di perdersi l'inizio del film o di spaccarsi l'osso del collo perchè ormai la sala è completamente buia si stacca gli occhi pur di trovare il suo posto, e tutto questo sempre per rispettare i posti prenotati..eh, la gente civile che spettacolo!
Ho chiesto informazioni a più avvocati e ho cercato ovunque la legge che permette a questi porci di fare la "selezione"..
Niente, dagli avvocati e dal buon senso mi è stato detto di lasciare perdere. Magari invece avrei potuto creare un precedente... Chissaprà Mai!
Poi Wooody ha saputo gestire molto bene due attori così diversi e inadatti a questo genere.
Bravissimo Colin Farrell, una spanna sopra Ewan Mc Gregor, ma comunque se la sono cavata tutti e due alla grande.
@Tanner: se li denunci fammi sapere: ti dedico molto volentieri un post del blog.
@Iburo: come film Match Point è più bello, ma dire (come ho letto su molti giornali) che Sogni e delitti è sottotono è una cosa assolutamente non vera.
Gli attori sono stati proprio bravi, ma se devo essere sincero, dal finale mi aspettavo qualcosa di più. COmunque, promosso.