Sui mezzi pubblici – le primarie, Cabrini e il sorriso

“Queste primarie americane mi hanno davvero stufato” dice il Ragioner Catenacci chiudendo con rabbia Il Secolo d’Italia. “Devono scegliere tra una donna e uno che non è nemmeno del tutto bianco!” spiega indignato. Nessuno risponde. Silenzio. Forse questa volta l’ha detta proprio grossa, o più probabilmente l’argomento non è così appetitoso quanto le nozze di Sarkozy e Carla Bruni. In effetti, da Clinton in poi, la politica americana ha perso mordente. Almeno ai tempi del Buon Bill ci si divertiva con gli scandali sessuali tutti sigari e stagiste. Adesso, se qualcuno parla della presunta relazione tra Hillary e la sua segretaria, è solo per dire che, in fatto di donne, la Clinton ha gusti migliori rispetto a suo marito.
“Anch’io volevo andare a votare alle primarie” dice Precaria. Non riesco a distinguere bene le parole perché le mastica insieme al chewingun. “…Gnchio…ndare…votae…alleprimar…” è tutto quel che mi arriva alle orecchie. “E non sei andata?” chiede la Signora in Fucsia. “Sì” risponde la ragazza. “Ma quando ho capito che non solo dovevo votare, ma anche pagare un euro, sono tornata a casa. Credevo che l’euro di rimborso spese lo dessero a te! Invece volevano tenerselo loro” conclude. Le ingiustizie della vita.
“A lei piace più Walter o Silvio?” chiede la Signora in Fucsia rivolta alla Donna che Fuma, l’unica che questa mattina non ha ancora proferito parola. “Walter è più bello” dice dopo un attimo di meditazione. “Assomiglia a Kennedy” conclude. La Signora in Fucsia non è per niente d’accordo. “A me piace più Silvio” ribatte. “Ha un sorriso fantastico!” spiega. Sono davvero deliziose, ognuna a modo suo. Mi ricordano le ragazze che, quando ero piccolo, dicevano convinte “tifo per la Juve” solo perché ci giocava Cabrini “che è così bello”. Non le ho mai capite, forse perché ho sempre tifato per il Toro e non mi sono mai preoccupato di quanto fossero belli quegli undici uomini pelosi e sudati che lottano tutto il campionato solo per rimanere in Serie A.
“Mastella invece…” prosegue la Signora in Fucsia. Indignazione. La percepisco nell’aria. È bastato pronunciare quel nome per scatenare un’ondata di risentimento. Il Ragionier Catenacci assume un’espressione di disprezzo, di quelle che si riservano solo ai disertori e alle spie. La Donna che Fuma abbassa lo sguardo e comincia a frullare a una velocità quasi impossibile la sigaretta che tiene in mano. Io mi sistemo meglio sul sedile, come se avessi improvvisamente scoperto di aver viaggiato per tutto il tempo in una posizione scomoda. “Mia nonna lo diceva sempre” interviene inaspettatamente Precaria. “Mai fidarsi degli uomini con le orecchie grosse!”
Vorrei indagare di più, ma sono costretto a rimandare: sono arrivato alla mia fermata. Scendo, e mentre lo faccio mi cade un occhio su un giornale gettato a terra vicino alla palina del 2. È una foto della Clinton, bionda, arzilla e combattiva, accompagnata come al solito dalla segretaria che non la lascia un attimo. “Tra Obama e la Clinton non ho dubbi” penso. “Io voterei per Hillary: la sua segretaria è davvero bellissima!” Mentre mi allontano sento risuonare in me una nota stonata. Ha qualcosa a che fare con Cabrini e la Juventus, o con Walter, Silvio, JFK e il sorriso. Purtroppo non riesco ad afferrare cosa sia. Faccio spallucce e mi infilo nel primo bar che incontro.

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