Cerchi – I racconti
Per diverso tempo, la pagina del mio sito dedicata ai racconti riportava un paragrafo che suonava pressappoco così:
Odio i racconti. Li trovo troppo succinti e penso che, per loro natura, non siano adatti a evidenziare tutti i collegamenti, i risvolti, le spigolature che contraddistinguono i rapporti umani. Sono abituato a leggere libri fantasy, storie che hanno bisogno di più volumi per essere raccontate nella loro interezza: quando ragioni in termini di migliaia di pagine diventa difficile apprezzare le poche decine. No, non è una questione di quantità, ma di stile narrativo.
E allora c’è da chiedersi perché abbia scritto una raccolta di racconti, o meglio, un libro in cui ogni capitolo è autoconclusivo ma contemporaneamente legato a quelli successivi. Cerchi si pone così a metà tra un romanzo e una semplice raccolta. I quindici capitoli che compongono il volume sono infatti costituiti da altrettanti racconti autoconclusivi, suddivisi in tre gruppi incentrati rispettivamente su sesso, amore e morte. All’interno di ognuno dei gruppi ogni capitolo è caratterizzato da un elemento che lo lega sia a quello che lo precede che al successivo. Il risultato è una struttura circolare che porta dal primo al secondo, dal secondo al terzo e così via, ma che, arrivati all’ultimo, conduce nuovamente al punto di partenza.
In alcuni casi i collegamenti sono determinati da piccole e grandi storie, decisioni, pensieri, dettagli connessi gli uni agli altri che si inseguono, si scambiano di posto, giocano nuovi ruoli, si ricorrono, ma sempre procedono in cerchio. A volte il tempo scorre normalmente, altre sembra costretto a tornare indietro, o a fare grandi salti in avanti. Ogni evento, anche minimo, cerca una connessione con altri avvenimenti. I protagonisti, molto spesso, non se ne accorgono nemmeno.
E così, proprio come era successo in Rethor&Lithil – Il preludio, i racconti acquisiscono una maggiore omogeneità e finiscono per creare un affresco simile a un romanzo. Eppure Cerchi possiede una caratteristica aggiuntiva e del tutto peculiare, generata proprio dalla sua forma: grazie alla presenza di collegamenti che legano i racconti dei diversi cerchi non è obbligatorio cominciare a leggere il libro dalla prima pagina: è possibile scegliere un capitolo a caso e cominciare da lì il viaggio della lettura. L’importante è proseguire imperterriti, senza mai perdersi.
Odio i racconti. Li trovo troppo succinti e penso che, per loro natura, non siano adatti a evidenziare tutti i collegamenti, i risvolti, le spigolature che contraddistinguono i rapporti umani. Sono abituato a leggere libri fantasy, storie che hanno bisogno di più volumi per essere raccontate nella loro interezza: quando ragioni in termini di migliaia di pagine diventa difficile apprezzare le poche decine. No, non è una questione di quantità, ma di stile narrativo.
E allora c’è da chiedersi perché abbia scritto una raccolta di racconti, o meglio, un libro in cui ogni capitolo è autoconclusivo ma contemporaneamente legato a quelli successivi. Cerchi si pone così a metà tra un romanzo e una semplice raccolta. I quindici capitoli che compongono il volume sono infatti costituiti da altrettanti racconti autoconclusivi, suddivisi in tre gruppi incentrati rispettivamente su sesso, amore e morte. All’interno di ognuno dei gruppi ogni capitolo è caratterizzato da un elemento che lo lega sia a quello che lo precede che al successivo. Il risultato è una struttura circolare che porta dal primo al secondo, dal secondo al terzo e così via, ma che, arrivati all’ultimo, conduce nuovamente al punto di partenza.
In alcuni casi i collegamenti sono determinati da piccole e grandi storie, decisioni, pensieri, dettagli connessi gli uni agli altri che si inseguono, si scambiano di posto, giocano nuovi ruoli, si ricorrono, ma sempre procedono in cerchio. A volte il tempo scorre normalmente, altre sembra costretto a tornare indietro, o a fare grandi salti in avanti. Ogni evento, anche minimo, cerca una connessione con altri avvenimenti. I protagonisti, molto spesso, non se ne accorgono nemmeno.
E così, proprio come era successo in Rethor&Lithil – Il preludio, i racconti acquisiscono una maggiore omogeneità e finiscono per creare un affresco simile a un romanzo. Eppure Cerchi possiede una caratteristica aggiuntiva e del tutto peculiare, generata proprio dalla sua forma: grazie alla presenza di collegamenti che legano i racconti dei diversi cerchi non è obbligatorio cominciare a leggere il libro dalla prima pagina: è possibile scegliere un capitolo a caso e cominciare da lì il viaggio della lettura. L’importante è proseguire imperterriti, senza mai perdersi.
Commenti
In fondo il romanzo è costituito da tanti racconti che creiamo noi stessi non potendo leggere un libro in un colpo solo! A me personalmente piace tornare ai miei personaggi abbandonati il giorno prima e vedere che succederà...ma anche cercare i collegamenti deve essere interessante..