Litigi coniugali e ostracismo letterario

Partiamo da un dato di fatto più che consolidato: un uomo e una donna possono litigare per qualunque motivo. Qualunque. Statene certi. Un color albicocca scambiato per un color pesca, una pettinatura nuova scambiata per una pettinatura vecchia, un rossetto scambiato per un gloss, un corner scambiato per un penalty, il serbatoio della benzina scambiato per quello del gasolio, il proprio marito scambiato per l’idraulico. “L’importante è che sia uno scambio vantaggioso” diranno alcuni. Siano nell’era del commercio globale, no?
L’edizione domenicale del New York Times ci mette di fronte a una nuova frontiera del conflitto tra uomo e donna. Le due suocere del bigamo? No, molto peggio: i libri depositati sui comodini. No, non è questione di lasciar le cose fuori posto, di generare disordine, di non avere ambizione. Il problema è diverso: certi titoli devono essere messi la bando, non possono essere tollerati, via, via, bruciamo tutto prima che il partner diventi isterico o idrofobo solo perché un certo titolo ci fa compagnia prima di andare a dormire.
Ovviamente il Times ci fornisce un elenco di titoli da ostracizzare. “Abbiamo già bruciato tutti i libri” dice Vasco. E invece no, qualcuno si è salvato, ma dovrà essere incenerito ben presto. Sembra che siano soprattutto tre i titoli con la capacità di attirarsi improperi e maledizioni: L’alchimista, il Codice da Vinci e il Cacciatore di Aquiloni. “Diffidate da chi li legge” commenta Anais Ginori su La Repubblica. E l’elenco (quello di ognuno di noi) potrebbe continuare. Perché lasciar fuori Melissa P.? Non sarebbe giusto nei confronti del Dio dell’Intelligenza.
Anni fa ero molto più severo, e a chi mi chiedeva cosa consigliavo di leggere rispondevo categorico: Shakespeare. E in effetti il Bardo è più che sufficiente per tutta una vita. Ora mi limito a dire che tra non leggere nulla e leggere un giallo sulla spiaggia è meglio scegliere la seconda possibilità. Mi viene in mente un’amica professoressa di italiano che beccò una ragazza a leggere Moccia durante una lezione. Non poté sgridarla troppo: almeno, leggeva qualcosa. I suoi compagni, apparentemente più attenti, potevano dire lo stesso?
Un dubbio mi coglie: meglio litigare per i calzini sporchi lasciati su una sedia in camera da letto, per un pollo carbonizzato servito con patate ancora surgelate o per quello che si legge la sera, magari per far finta di dimenticare che, ogni tanto, sarebbe meglio darsi ad un passionale saluto di buona notte?

Commenti

Patty ha detto…
I libri! e che dire dei litigi per i programmi tv, considerato che tantissimi hanno la tv in camera da letto.. Ma perchè proprio quei libri?!
Certo che è vero: motivi per litigare se ne trovano sempre. Se non si esagerea (!), forse è anche un buon segno, oppure si litiga per le stupidaggini per non litigare per le cose serie?

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