A squola (2)

È già la seconda volta che mi capita, in poco meno di una settimana. Alla fine di una presentazione, una maestra in pensione mi chiede se sarei d’accordo a sostituire, nelle scuole superiori, la lettura dell’Iliade, dell’Odissea e dei Promessi Sposi con qualcosa di più moderno. Annuisco: il modo di scrivere e il linguaggio di quei Testi Sacri sono molto lontani da quelli utilizzati oggi, e anche i valori proposti sono decisamente da svecchiare. Sì, bisognerebbe quantomeno far leggere anche qualcos’altro: affiancare, piuttosto che sostituire.
Mentre scorgo diversi volti che annuiscono, mi vengono in mente le riunioni dei carbonari che cospirano contro il potere costituito. Mi sento proprio come loro. Speriamo solo che il Ministro Gelmini non abbia degli informatori nascosti tra il pubblico: non vorrei desaparecire soltanto perché Manzoni mi è sempre stato sulle scatole.
Altra scena, poco tempo dopo. Sono al bar con una professoressa di italiano delle superiori. Caffè, cappuccino, una mano curatissima addobbata da anelli di gusto, la mia barba incolta, il vociare degli altri avventori.
“Ma secondo te” chiede “ha ancora senso far leggere dei classici come I promessi sposi ai ragazzi delle superiori?”
“Credo proprio di no” dico abbassando il tono di voce, come se stessi pronunciando un’eresia. “Bisognerebbe aggiornare certe letture, pur mantenendosi nell’ambito dei classici. Pirandello e Svevo sarebbero decisamente più consigliabili, sia per lo stile di scrittura che per la maggiore vicinanza al mondo di oggi: non saranno contemporanei, ma almeno sono più moderni di Manzoni”.
“Sai cosa mi è successo qualche settimana fa?” riprende lei. “Leggevamo il passo in cui Lucia parla a Fra Cristoforo del voto di castità che ha fatto. Una ragazza alza la mano e mi interrompe. Scusi professoressa, ma Lucia, quand’è che si sveglia?”
Scoppio a ridere. Ma quanto ha ragione, quella ragazza? Svegliarsi, Lucia, l’unica soluzione è svegliarsi.

Commenti

Betty ha detto…
Lucia, che moccolona. Pur essendo un classico mattone però, val la pena leggerlo, secondo me. Per come è scritto e per la particolare punteggiatura. Era maniaco, se non ricordo male. Credo nei classici, da Dante a Pirandello, da Pascoli a Verga. e proporrei stranieri: tutto Shakespeare, Ibsen e anche Allende ogni tanto. ancora di più oggi, dove si pensa che sapendo digitare qualunque minchiata su Google, si possa raggiungere tutto lo scibile....
Anonimo ha detto…
concordo con la betty
i promessi sposi hanno senso, altrimenti non ne avrebbe nemmeno dante...ma quello l'ha letto benigni, quindi ora agli studenti è simpatico.
va letto perchè ha senso proprio in quanto "classico" in quanto diverso dal nostro mondo moderno, in quanto descirve un mondo lontano, che - aben vedere era lontano pure da chi los criveva (il 1600 descritto dall'uomo del 1800)..
la mia professoressa del ginnasio ce lo lesse TUTTO lei in classe.
TUTTO.

beh, sul "La macchina fatale avanza balzelloni" o su quell'immagine di renzo che abbocca all'ennesimo truffatore mentre sorride e mastica alelgro (che par di vederlo), o la sua risposta seccata ai vicini pettegoli che trovano che lucia non sia 'sta gran bellezza da valere quel casino "vi ho forse detto che vi avrei menato qui una principessa?" ovvero "piace a me, non rompete, per me valeva la pena!"
insomma, fatto apprezzare a dovere, fuori dai pregiudizi del "mattone" scolastico, ragazzi, è una gran bella storia.

pensa a quello
"sto male, Griso"
pensa al dramma di quelle tre parole, alla paura e al tormento di don rodrigo priam di pronunciarle, di come chi legge capisce immediatamente che quelle tre parole corrispondono alla sua condanna.

no, il resto di manzoni ("dagli atri muscosi, dai fori cadenti dai boschi, dall'arse fucine stridenti, dai solchi bagnati di servo sudor...") è per la maggior parte una gran palla, ma i promessi sposi no...
Andrea Borla ha detto…
"la mia professoressa del ginnasio ce lo lesse TUTTO lei in classe.
TUTTO"
...detto così suona inquietante
o_O'

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