Il personaggio famoso (2)

Dovrei parlare del Grinzane, dei concorsi letterari più o meno truccati, delle spintarelle e degli spintoni, degli abusi di potere e di quelli dei presuntuosi. Invece parlo d’altro. O forse no.
Dopo una paio d’anni in cui non ci capitava di incontrarci, qualche domenica fa ho fatto quattro chiacchiere con Luigi Martinale (spot pubblicitario), pianista jazz a cui è affidato un cameo in un capitolo di In prima persona. Dopo un po’, senza vittimismo o invidia, il discorso è caduto sulle caratteristiche e sui mali del mondo artistico odierno, sia musicale che letterario: conoscenze, opportunità, conoscenze, risultati, conoscenze, pubblicità, conoscenze e ancora conoscenze.
E allora, in un periodo in cui la Torino letteraria è colpita (ah!) dallo scandalo (scandalo?) inaspettato e impensabile (ma davvero?) di premi letterari gestiti in maniera allegra (sdegno, disprezzo e stupore!), la mia memoria non è potuta che correre a un incontro avuto mesi fa con un fantomatico Personaggio Famoso, la personificazione del concetto di conoscenze ripetuto all’ennesima potenza.
Come ampiamente previsto e anche ben prevedibile, il la contatteremo con cui è terminato il nostro incontro si è tramutato in un velo di silenzio. Però, si badi bene: non mi lamento per un mancato invito o una scarsa considerazione. Lo dico con sincerità, anche perché sono piuttosto disilluso nei confronti del mondo. È che voglio contraddire una leggenda metropolitana: per emergere non servono le semplici conoscenze, ma quelle che io definisco conoscenze fattive, personaggi importanti che impiegano un po’ del loro tempo per la causa di personaggi (per il momento) meno importanti. Questo fa diventare più complessa la pronuncia dello scioglilingua conoscenze fattive, opportunità, conoscenze fattive, risultati, conoscenze fattive, pubblicità, conoscenze fattive e ancora conoscenze fattive, ma rende questo concetto molto più vicino alla realtà.

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