Ettore De Giorgis e Elisabetta Berta


Sabato 23 maggio, presso l’I.T.C.G. “E. Fermi” di Ciriè, si è tenuta la cerimonia di intitolazione del laboratorio di informatica alla prof.ssa Elisabetta Berta e della biblioteca al prof. Ettore De Giorgis.
Se questo avvenimento, di per sé, può avere una connotazione esclusivamente locale, può essere tuttavia l’occasione per riportare l’attenzione, a distanza di anni dalla sua uscita, il volume “Semi gettati nel solco del mondo” (a cura di Teodora Caglio e Giancarlo Chiarle – Editrice Esperienze di Fossano).
Credo sia ormai convinzione dei più che la combinazione tra temi alti e popolari costituisca la vera essenza e la grande forza di De Giorgis, un uomo dotato della rara capacità di riuscire a comunicare con il prossimo sia se attorniato da pensatori o studiosi che da persone semplici e comuni.
Una tale l’eterogeneità di argomenti e di approccio è ritracciabile con grande evidenza nei suoi scritti, decisamente voluminosi e pubblicati su riviste nazionali e internazionali, che dopo una cernita inevitabilmente parziale sono confluiti nel volume “Semi gettati nel solco del mondo”. In essi la cronaca di un incontro religioso internazionale si alterna a pagine dedicate a riflessioni su etica e morale, o la descrizione dei sapori gustati in un viaggio a Parigi è accompagnata da un ricordo in prima persona della Primavera di Praga del 1968.
E allora scopriamo il De Giorgis pensatore, il De Giorgis viaggiatore, il De Giorgis esegeta, il De Giorgis scrittore. Per chi fosse interessato ad approfondire un’altra sfaccettatura della sua personalità, quella dell’insegnamento, rimando a questo intervento letto durante la cerimonia che citavo all’inizio.

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