Libri al chilo (2)

Qualche anno fa, quando ancora ero in attesa di veder pubblicato il mio primo libro, girovagavo per un supermercato. “Libri al chilo” segnalava un cartello. Li metti sulla bilancia e capisci quanto ti costerà l’acquisto. Allora mi domandavo se un giorno un mio romanzo sarebbe finito in quella discarica per immondizia letteraria.
Non pensavo a questa eventualità come a un’onta a cui scampare, ma come a un traguardo: per uno scrittore emergente sarebbe stata una grande vittoria. Almeno il libro avrebbe trovato uno sbocco, per quanto triste potesse apparire.
Oggi l’orizzonte è profondamente cambiato: ecco arrivare Google con l’idea di raccogliere in formato digitale intere biblioteche di libri non coperti da diritto d’autore (e anche coperti, già che ci siamo). Uno strumento scomodissimo per chi, come me, legge a letto e vuole assaporare il piacere di girare le pagine spostando la carta e non un semplice cursore. Uno strumento indispensabile per chi, come me, si è trovato a dover fare delle ricerche e ha potuto attingere a una miriade di testi, seppure in inglese, da cui trarre spunto.
“Libri senza peso” potrebbe dire il cartello virtuale piantato in mezzo allo schermo sulla pagina di Google, la cui consultazione è gratuita come in ogni biblioteca che si rispetti. Questo è il nuovo traguardo per gli scrittori del 2010. “Almeno su Google…” pregherà qualcuno in cerca di un minimo di visibilità. Going virtual, direbbero gli inglesi. Going supermarket, avremmo detto qualche anno fa. Alla fine credo che l’importante sia andare. Dove? No, vi prego: non ditelo.

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