Premio Claudia Bortolotti


In molti si sono presentati alla premiazione, in parte amici di Claudia, in parte alunni delle scuole coinvolte, ma anche curiosi oltre che partecipanti in attesa del verdetto. A prescindere dalle motivazioni dei singoli, il riscontro è stato davvero ampio: un salone pieno zeppo, con persone in piedi e altre che attendevano di entrare.
Le tre sezioni del concorso (elementari, medie e adulti) hanno accolto un gran numero di racconti, incentrati sul tema del tempo e dell’abbraccio. Non è solo questione di quantità, ma è inutile negarlo: il compito della giuria è molto più divertente se il binomio qualità/quantità viene rispettato. Siamo in primo luogo lettori e la lettura è ancora un piacere.
Giudicare con gli stessi criteri i racconti di un bambino e di un adulto è assolutamente impensabile. Eppure ciò non significa che siano gli scritti dei grandi a essere automaticamente i migliori. Non so come, ma sembra che la fantasia sia una materia che tende a evaporare progressivamente con gli anni.
Se il tempo, e di conseguenza il ricordo, sembra catalizzare le attenzioni degli adulti, una diversa costante emerge dai racconti dei bambini: la richiesta di un abbraccio rivolta ai genitori o alle persone amate, una richiesta che sottende una necessità manifestata tra le righe, una sorta di grido d’aiuto pronunciato a mezza voce. Su questo, forse, le famiglie dovrebbero riflettere a lungo.

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