Venezia, la Coca Cola e il Ponte dei Sospiri

Era tempo che non scrivevo ai direttori di vari giornali. Bisognava riprendere l'abitudine, anche solo per ricordarsi la sensazione (precisa) di essere ignorati. Quale occasione migliore dello "scandalo" della Coca Cola che copre il Ponte dei Sospiri a Venezia? Come se fosse una novità.

Gentile Direttore.

Ho letto su diverse testate dello scandalo suscitato dalla pubblicità della Coca Cola che copre il Ponte dei Sospiri di Venezia. Dopo la segnalazione del FAI, la notizia è stata ripresa da telegiornali, giornali radio, siti web. È una bruttura, non c’è che dire, e l’indignazione del FAI è più che legittima.
Mi domando solo perché proprio quel manifesto pubblicitario abbia creato tutto questo pandemonio, quando è da tempo che i visitatori di Venezia passano davanti a un ponte che appare quasi “sponsorizzato” da questa o quella multinazionale.
Nella foto che vi mando in allegato, scattata oltre un anno fa, lo si vede trasformato ne “il cielo dei sospiri” da una casa di orologi e gioielli. Era altrettanto orribile, ma la cosa non ha fatto scalpore.
Ho l’impressione che, in questa occasione come in altre, si sia perso il senso della misura: il problema non è la Coca Cola, ma la quasi nulla considerazione in cui, nel nostro Paese, vengono tenuti i monumenti e l’arte in generale. Oppure è solo un effetto della scarsità di notizie che, ogni anno, affligge i mesi estivi e trasforma in “casi” anche le situazioni ormai (purtroppo) conosciute e consolidate.
In un modo o nell’altro, comunque, il FAI ha ragione. Se poi bisogna prendersela con la Coca Cola per far cessare lo scempio… beh, a volte il fine giustifica i mezzi.
Cordiali saluti.

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