Racconti Corsari 2010 - 2 giugno 1946 di Elena Maria Pramauro

Prefazione al racconto "2 giugno 1946" di Erica Maria Pramauro, vincitrice della sezione Over 18 del concorso Racconti Corsari.

La strada che si stende di fronte a Maria è colma di opportunità. Alle spalle di questa giovane c’è la Seconda Guerra Mondiale, con il suo strascico di guerra civile capace di annullare una “sorda, ostinata innocenza”, la sofferenza, gli stenti, la sopraffazione e l’incertezza di un futuro quanto mai ineluttabile.
Eppure le cose cominciano drasticamente a mutare. La rinascita dell’Italia si accompagna a un nuovo e forte ruolo che le donne vogliono esercitare nelle scelte della Nazione, quasi una ricompensa dopo anni di stenti. Maria è conscia che “ci sarebbe stato un tempo per ricordare, per fare i conti con il passato, per onorare la memoria degli spettri che aveva incontrato (…) ma quel giorno si votava, anche le donne votavano, e lei era felice”.
E così che Maria si prepara a quel 2 giugno 1946, indossando le calze di nailon che un militare americano le aveva regalato, cercando di tenere a bada l’ansia di sbagliare nel mettere la croce sulla scheda, facendosi pettinare dalla madre.
È una giornata fondamentale, sotto diversi profili: lo è per gli italiani che cercano di rialzare la testa dopo anni di guerra e di dittatura, messi di fronte alla scelta tra monarchia e repubblica; lo è per le donne, decise a non accettare più con passività le decisioni di altri, e che stanno mettendo in moto un processo di emancipazione che non si arresterà nei decenni successivi; lo è per i giovani, che possono finalmente posare i fucili e scendere dalle montagne su cui hanno combattuto come partigiani, per improvvisare “in casa sale da ballo”; lo è per Maria, in attesa di un amore rimasto sospeso a causa della guerra.
Le vicende generali e personali si intersecano e si intrecciano, procedendo all’apparenza di pari passo, per poi mostrare come la vita sia spesso capace di riservare sorprese che vanno al di là delle nostre aspettative e delle nostre speranze.
Nonostante la sua giovane età, l’autrice presenta un racconto in cui diversi livelli di narrazione mescolano una particolare sensibilità personale, mostrata in particolar modo nella descrizione di piccoli gesti di affetto e di cura, alla consapevolezza dell’importanza di far rivivere, negli occhi di una ragazza che si sta trasformando in donna, i valori e le vicende fondanti del nostro Paese. Perché “quel giorno era il 2 giugno 1946, non c’era più la guerra e tutto tornava a essere possibile”.

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