Pater Noster – Quote rosa
In questo periodo non si fa che parlare del ruolo della donna nella nostra società (chissà come mai…). Lo stesso mi capita durante le presentazioni di Pater Noster: “Perché nella raccolta c’è una sola autrice?” mi chiedono (sempre) le fanciulle presenti?
La risposta è semplice: sono maschilista.
No, scherzo. È così… perché è andata così. Non è una questione di sesso ma di narrativa, senza dietrologie o retropensieri. E poi il racconto di Laura Fidaleo è uno di quelli che reputo meglio riusciti, soprattutto per la sua capacità di scavare, con leggerezza e profondità, nella mente e nel cuore del protagonista.
Credo però che la vera domanda sia un’altra: cosa pensa la diretta interessata della questione Quote rosa in letteratura? Be’, ecco la risposta di Laura:
“Quando ho detto a una mia vecchia zia che ero l'unica ragazza di una raccolta, lei ha risposto: Vigliacchi, hanno sempre bisogno di una donna che lavi le mutande... Ho riso talmente tanto che non le ho più spiegato che la raccolta era letteraria. Ma è davvero così importante il sesso di uno scrittore?”
La domanda è ovviamente retorica.
Pubblico queste righe e resto in attesa. Sono curioso di sapere cosa pensano di questa (fondamentale) questione i lettori e le lettrici del libro, esattamente come sono curioso di sapere cosa pensa Laura di questo post. Forse non lo saprò mai, visto che lei stessa dichiara, senza mezzi termini, di subire una “umiliante situazione informatica, della serie ho sbagliato epoca, pietà di me”.
La risposta è semplice: sono maschilista.
No, scherzo. È così… perché è andata così. Non è una questione di sesso ma di narrativa, senza dietrologie o retropensieri. E poi il racconto di Laura Fidaleo è uno di quelli che reputo meglio riusciti, soprattutto per la sua capacità di scavare, con leggerezza e profondità, nella mente e nel cuore del protagonista.
Credo però che la vera domanda sia un’altra: cosa pensa la diretta interessata della questione Quote rosa in letteratura? Be’, ecco la risposta di Laura:
“Quando ho detto a una mia vecchia zia che ero l'unica ragazza di una raccolta, lei ha risposto: Vigliacchi, hanno sempre bisogno di una donna che lavi le mutande... Ho riso talmente tanto che non le ho più spiegato che la raccolta era letteraria. Ma è davvero così importante il sesso di uno scrittore?”
La domanda è ovviamente retorica.
Pubblico queste righe e resto in attesa. Sono curioso di sapere cosa pensano di questa (fondamentale) questione i lettori e le lettrici del libro, esattamente come sono curioso di sapere cosa pensa Laura di questo post. Forse non lo saprò mai, visto che lei stessa dichiara, senza mezzi termini, di subire una “umiliante situazione informatica, della serie ho sbagliato epoca, pietà di me”.
Resisti, Laura, siamo tutti con te!
Commenti
Andrea, penso che tu sia pazzo, e che tu mi abbia sfidato.
penso che ho conosciuto un bambino senza occhi e che ha scambiato i miei per le Alpi; penso che se mi firmassi Mario, Lucio o Chicco...sarei sempre io, Laura. E poi penso a tanti forse, tanti ma, tanti se, ma cerco di dimenticare.
Andrea, penso che tu sia pazzo, e che tu mi abbia sfidato.
penso che ho conosciuto un bambino senza occhi e che ha scambiato i miei per le Alpi; penso che se mi firmassi Mario, Lucio o Chicco...sarei sempre io, Laura. E poi penso a tanti forse, tanti ma, tanti se, ma cerco di dimenticare.
e poi si può sempre pensare a una seconda raccolta, al femminile, in modo da avere qualche critica in senso contrario..