Prima la q, poi la u (A squola 6)

Mi stupisco quando penso a quante regole mi hanno insegnato e ho metabolizzato e applico senza saperlo e noto che altri non applicano. La chiamano educazione, lo so, ma la sua forza mi disarma ogni volta che ne scopro i risvolti più celati.
Mentre questi pensieri mi frullano per la testa, il nipote più piccolo (che chiameremo Nuovo Nipote) mi guarda e sbava. Tira su col naso e mi indica con un dito. E non è un dito a caso: è l’indice, che un po’ mi accusa e un po’ mi richiama all’ordine.
Il nipote medio (che chiameremo Nipote di Mezzo, come la terra di Tolkien) sta facendo i compiti. “Prima la q, poi la u” canticchia. “Cosa fai di bello?” chiedo. “Ripasso” risponde. “Cosa?”. “Le parole capricciose”. Lo dice con un tono che non ammette repliche: “dovresti sapere cosa sono” sembra sottintendere. E io, in palese difficoltà, sottintendo.
Nuovo Nipote sbatte una scatola di latta per terra. Lo fa per attirare la mia attenzione. E infatti, quando gliela accordo, mi delizia con un spettacolo tutto per me: si infila in bocca, una dopo l’altra, delle bustine di the di diversi colori. Qualcosa mi dice che dovrei farlo smettere ma, devo ammetterlo, la cosa mi diverte alquanto. E anche lui sembra divertirsi un sacco.
“E quali sono le parole non capricciose?” chiedo a Nipote di Mezzo, utilizzando una geniale tecnica per aggirare l’ostacolo. “Tutte quelle che hanno la q, poi la u e poi la vocale che vuoi tu!”. Solo adesso comprendo il significato della filastrocca. “Qua…derno, que…stura, qui…ntale, quo…ziente” elenco mentre lui annuisce. “E quelle capricciose sono quelle che dovrebbero avere la q ma…” prova a spiegarmi.
Nuovo Nipote si riprende il palcoscenico. La latta sbatte a terra mentre le bustine di the ricominciano a transitare tra le sue labbra. C’è qualcosa di sbagliato nel mio atteggiamento, ma mi limito a guardarlo deliziato.
“E quali sono?” butto lì a Nipote di Mezzo tanto per vedere se abbocca. “Cuoco, cuoio, cuore e scuola” risponde meccanicamente.
Ah, l’educazione! Quando Nipote di Mezzo mi sciorina la regola, mi accorgo di applicarla senza nemmeno ricordarmi di conoscerla. Mi sforzo ma non mi viene in mente né se né quando la maestra me l’ha insegnata. Una sola cosa è certa: nel libro di Gigliola Magnetti non c’era. Ciliegia-gie ma niente cuore e cuoco.
Che strano: sembra ieri che il nipote grande (che chiameremo Primo Nipote) imparava a scrivere in Times New Roman, mentre adesso Nipote di Mezzo mi insegna le regole di grammatica. Chissà cosa succederà quando Nuovo Nipote si siederà sui banchi di scuola?
Nuovo Nipote è molto arrabbiato perché non lo considero come vorrebbe. Esprime tutto il suo disappunto agitando il dito indice. No, no, no, sembra fare. Mi chiedo cosa farà quando avrà anche lui l’età di Primo Nipote o di Nipote di Mezzo. Anche allora, sono sicuro, esprimerà il suo disappunto nei miei confronti mostrandomi un dito. Qualcosa però mi dice che, in quell’occasione, non sarà un innocuo dito indice.

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