Scoramento (Sfogo n.1)

Sono sempre più convinto che la ricerca di un equilibrio tra l'autoaffermazione e l'umiltà porti a svilire la richiesta di quanto ci è dovuto come equa contropartita del nostro impegno. Al contempo, il confronto con chi si comporta in maniera del tutto opposta, e antepone il proprio ego a una evidente scarsità di mezzi , competenze, conoscenze e idee, mi appare sempre più sconfortante: sembra che vincano ogni giorno coloro che non dovrebbero nemmeno avere possibilità di gareggiare.
Il divario tra queste due contrapposte visioni appare incolmabile e genera in me il dubbio (concreto) che il giusto modo di comportarsi e di pensare sia l’esatto opposto di quello che ho scelto. Questa crescente consapevolezza è spiazzante e, al contempo, difficile da gestire per chi è abituato a stare un passo indietro e pensare, piuttosto che esporsi e gonfiarsi d’aria solo per il gusto di sentirsi pieni.
La soluzione potrebbe anche essere più semplice di quel che sembra: appagare, a prescindere da tutti e tutto, il proprio orgoglio e mandare in soffitta tanti principi cristiani ed educativi che ci hanno inculcato l’idea che “dimesso” è sempre preferibile ad “altezzoso”, che “altruista” è meglio di “egoista”, che “il prossimo” viene prima di “io” e che andare piano è l’unico modo per ritrovarsi, a posteriori, sani e lontani. Insomma, prendere oggi e a prescindere, tutto ciò che si può prendere, piuttosto che attendere di consolidare ciò che potrebbe anche non venire. È il viatico dell’uovo oggi, tanto per semplificare.
In questa marea di dubbi e confusione da astinenza di autoconsiderazione che mi assale, una sola cosa è certa: “inculcare” ha evidentemente una c di troppo.

Commenti

sl ha detto…
resistere, resistere, resistere [facendo pulizia delle inutili palle al piede]

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