Il lavoro di San Cipriano

Mentre cammino lungo corso San Maurizio per raggiungere la mia auto, un foglio, a terra, attira la mia attenzione. È a quadretti, sporco e spiegazzato. È stato calpestato numerose volte, eppure deve essere arrivato qui da poco tempo: non è bagnato o umido o scolorito dall'acqua. E a Torino non piove da quattro giorni.
Lo raccolgo tenendolo con le unghie e leggo qualche frase qua e là. Decido di tenerlo con me. Lo piego alla bellemeglio e me lo infilo nella tasca dietro dei pantaloni. Solo quando arrivo a casa mi do il tempo per tirarlo fuori, scorrerlo attentamente e soffermarmi sul suo contenuto.
Con stupore e scetticismo leggo queste parole:

“Per il potere di S. Cipriano e delle 3 anime che lo affiancano, _______________ venga adesso in me. Fa arrivare ______________a me strisciando, innamorato, pieno d’amore, di desiderio e fa che mi chieda perdono se mi ha mentito, fa che mi chieda in fidanzamento e dopo in matrimonio, il più rapidamente possibile. San Cipriano tu che hai il potere fa che dimentichi e lasci in un colpo qualunque moglie o donna che abbia in testa e si dichiari a me in modo che tutti lo sappiano. San Cipriano allontana da ________________ qualunque donna e che io possa averlo in ogni momento da oggi e ora, che lui desideri stare al mio fianco, che abbia la sicurezza che io sia la donna perfetta per lui. Che _____________ non possa vivere senza di me e che ______________ abbia sempre la mia immagine nella sua mente. Ovunque esso sia e con chiunque il suo pensiero sarà per me. Coricandosi mi dovrà sognare e al risveglio pensi a me, non dovrà mangiare ma pensare a me, dovrà pensarmi in tutti i momenti della sua vita. Che mi possa amare veramente, sentire il mio odore, toccarmi con amore, che ___________ voglia abbracciarmi, baciarmi, affiancarmi, proteggermi, amarmi 24 ore al giorno ogni giorno, in modo che anche io possa amarlo e che lui senta piacere anche solo sentendo la mia voce. San Cipriano fa che _____________ senta un desiderio di me fuori dal normale, come mai per nessun’altra persona sente e sentirà. Che voglia giacere solo con me e che abbia solo desiderio per me, che il suo corpo appartenga solo a me e che abbia pace solo con me. Ti ringrazio San Cipriano per questo lavoro che farai per me e ti offro la divulgazione del tuo nome come ricompensa per aver addomesticato ___________ e averlo fatto innamorare di me, facendolo diventare carino, fedele e pieno di desiderio per me”.

Se a trovare questo foglio fosse stato il personaggio di un racconto dell'orrore di serie B, magari uno appena lasciato o rifiutato da una ragazza, in questo momento avrebbe sostituito gli spazi vuoti della formula con nome del suo amore finito o non corrisposto. Starebbe lì a pregare per tre giorni e a digiunare per altri tre, come dicono le istruzioni. Magari andrebbe su Internet per verificare che San Cipriano non corrisponda a una delle divinità della santeria, bandite dalla religione ufficiale di Cuba e tornate sotto le mentite spoglie dei santi cattolici. Se la sua preghiera fosse stata accolta da un demone e non da uno spirito buono, in questo momento starebbe pagando a gran prezzo il sotterfugio a cui è ricorso.
E invece questo non è un racconto dell'orrore: è la vita reale e a trovare a terra il foglio spiegazzato e sporco è stato un cinico miscredente poco avvezzo alle formule magiche da baraccone. Che delusione, per l'autrice e per il santo! Se lo venisse a sapere l'amanuense, sulla cui identità forse dovrei interrogarmi... che cosa farebbe? So che è una donna, lo si capisce dalla grafia, ma mi accorgo che il resto mi è del tutto indifferente.
Dovrei chiedermi quale sia il suo potere e quale l'identità della persona bersagliata dalla preghiera scagliata come un incantesimo. E dovrei anche informarmi su chi sia San Cipriano, non proprio uno della top 10 dei santi più famosi, magari solo per scoprire perché a lui vengono innalzate preghiere che ricordano i riti d'amore delle streghe del sabba.
E invece sono altri i pensieri che mi rimbalzano in testa.
Mi viene in mente mia nonna che mi suggeriva "se non trovi qualcosa prega sant'Antonio: vedrai che subito la ritroverai". Sant'Antonio, non San Cipriano: il primo fa ritrovare gli oggetti, il secondo fa trovare l'amore. Mi convinco che nessun sentimento, nemmeno il più profondo, meriti tre giorni di digiuno (e infatti leggo meglio e constato che le istruzioni, scritte sul foglio con mano incerta, dicono "divulga in tre luoghi" e non "digiuna per tre giorni"). Cerco di immaginarmi l'identità del soggetto "addomesticato... facendolo diventare carino, fedele" ma non mi viene in mente nulla se non un cane seduto a terra con la lingua a penzoloni. Infine mi vedo davanti alla statua di San Cipriano, parzialmente in ombra perché non conosco le fattezze del suo volto, mentre gli pongo la domanda che mi tormenta sin da quando ho raccolto quel pezzo di carta: ma tu, San Cipriano, nella vita, non hai (un cazzo) di meglio da fare che ascoltare le preghiere di questi creduloni in cerca dell'amore facile che disseminano fogli di carta in giro per Torino? Ma poi mi ricordo le parole "ti ringrazio per questo lavoro che fai per me" e capisco tutto. Deve essere la crisi: per campare, guarda cosa tocca fare al povero San Cipriano.

(In internet, ci sono poi andato veramente. Questo è il risultato delle mie ricerche:
http://princessesmy.wordpress.com/2011/09/23/orazione-a-sancipriano-per-il-ritorno-dellamato/

http://princessesmy.wordpress.com/2013/12/15/san-cipriano-qualche-nozione-in-piu/

Commenti

monica ha detto…
Mia nonna mi diceva sempre di recitare il Padre Nostro doppio per ritrovare gli oggetti persi.
Andrea Borla ha detto…
La prossima volta ci provo anch'io. E se non funziona... Mi rimarrà Sant'Antonio. O addirittura San Cipriano ;)

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