I sogni di Velia di Patrizia Gazzotti


Postfazione al racconto “I sogni di Velia” di Patrizia Gazzotti vincitore della sezione “Resistenze” del Concorso “Racconti Corsari” 2017.

L'idea di una sezione dedicata alle Resistenze è nata alla fine dell'edizione 2015 di Racconti Corsari. La cerimonia di chiusura era appena finita, i vincitori stringevano tra le mani le copie del volume "Iter fati" edito da Eris Edizioni e le foto di rito reclamavano il loro spazio. Anna Matilde Sali mi si avvicina e mi dice "E se aggiungessimo una sezione dedicata alle resistenze?". Poi, senza che avessi il tempo di dire che mi sembrava una buona idea: "Con la e, al plurale". Sì, era proprio una buona idea.
In quel momento non pensavamo di trovarci necessariamente a premiare un racconto dedicato alla Resistenza. Il plurale aveva proprio quell'obiettivo: consentire di sviluppare il tema anche al di fuori della rievocazione del contrasto al regime del Ventennio, consentendo agli scrittori, se lo avessero ritenuto opportuno, di tenersi lontani dalla straordinarietà di stagioni di contrapposizione al potere per dare spazio (anche) a letture intimistiche, calate nel quotidiano, o di resistenza al pensiero costituito, alla società in quanto tale, a singoli uomini o a idee dominanti. O ancora fornendo loro la possibilità di raccontare gli sforzi di chi lotta anche quando sembra che il risultato sia già segnato: la resistenza contro il passato, contro il tempo, contro la morte.
Sono proprio questi gli aspetti che abbiamo apprezzato ne “I sogni di Velia”: gli sforzi compiuti giorno dopo giorno da una donna sposata a un politico quasi sempre lontano, che incontra a tratti, assorbito com’è da impegni più importanti. È una vita illuminata appena dalla fioca luce che accompagna i movimenti chi sta sullo sfondo, in secondo piano, e attende quasi invisibile mentre i riflettori sono puntati altrove. È la piccola storia che si contrappone a quella Grande, a quella che cambia il destino di molti e che ritroviamo nelle pagine dei libri di scuola. È la resistenza che, con l’omicidio di Giacomo Matteotti, precede e anticipa quella che verrà quasi venti anni dopo.
Dobbiamo ammetterlo: in quanto scrittori noi stessi, preferiamo il verosimile al vero e releghiamo la rievocazione storica ad altri contesti, apprezzandola e valorizzandola come è giusto, ma considerandola appartenente a una categoria un po’ diversa rispetto al racconto. Nonostante questo, appare evidente come il ventaglio di possibilità racchiuso nel plurale che caratterizza il titolo della Sezione sia stato sfruttato appieno da Patrizia Gazzotti. La rielaborazione personale e l’approfondimento dell’animo della protagonista ci hanno convinto ad assegnarle un riconoscimento. Nel testo vince la scrittura: è proprio quest’ultima a portare con sé una storia importante da rievocare, e non viceversa. Poco importa se le vicende sono vere o verosimili, poco importa se la storia ha la esse maiuscola o minuscola. Merita di essere letta, riscoperta, apprezzata e premiata.

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