Scrivono proprio tutti

Qualche settimana fa, in un articolo apparso su Torino Sette, il settimanale de La Stampa, Gabriele Ferraris ci ha ricordato che in Italia tutti scrivono o ambiscono a farlo. E che ovviamente nessuno legge. A parte il fatto che anche se leggo quaranta libri per anno ho difficoltà a pubblicare i miei romanzi, come d’altronde tutti gli scrittori che non hanno grandi nomi. E a parte il secondo fatto che riguarda la qualità di quel che leggi e non solo la quantità. Ma quel che mi interessa adesso è l’affermazione in sé.
Qualche sera fa ho visto Love actually, una deliziosa commedia inglese. O meglio, non so se sia proprio così deliziosa: il fatto è che considero tutte le commedie inglesi veramente deliziose. Ma a parte questo, a un certo punto c’è una scena in cui uno scrittore batte a macchina nella sua villa, di fronte a un lago stupendo. Arriva la cameriera (di cui è innamorato) che vuole sostituire una tazza vuota con una piena di tè. La solleva e una folata di vento porta via i fogli che erano tenuti fermi dal suo peso. I fogli, il nuovo romanzo dello scrittore, finiscono nel lago. La cameriera si dispera e si butta nell’acqua nel tentativo di recuperarli. Lui si alza e cerca di fermarla. “No, non ti preoccupare!” le urla. “Non è Shakespeare!”
Ferraris ha proprio ragione: in Italia scrivono un po’ tutti, o meglio, tutti aspirano a scrivere. E certo, nessuno di noi è Shakespeare. A ben pensarci neanche due o trecento persone che pubblicano libri con una regolarità disarmante o scrivono sui giornali o magari li dirigono non sono lontanamente paragonabili al Bardo. E forse, quando entri in libreria e vedi certe schifezze che vengono propinate dal mercato editoriale, ti chiedi “Ma se scrive lui… perché non posso farlo anch’io?” Ma a quanto pare, tuttavia, questo è un dettaglio insignificante.
Qualche sera fa ho visto Love actually, una deliziosa commedia inglese. O meglio, non so se sia proprio così deliziosa: il fatto è che considero tutte le commedie inglesi veramente deliziose. Ma a parte questo, a un certo punto c’è una scena in cui uno scrittore batte a macchina nella sua villa, di fronte a un lago stupendo. Arriva la cameriera (di cui è innamorato) che vuole sostituire una tazza vuota con una piena di tè. La solleva e una folata di vento porta via i fogli che erano tenuti fermi dal suo peso. I fogli, il nuovo romanzo dello scrittore, finiscono nel lago. La cameriera si dispera e si butta nell’acqua nel tentativo di recuperarli. Lui si alza e cerca di fermarla. “No, non ti preoccupare!” le urla. “Non è Shakespeare!”
Ferraris ha proprio ragione: in Italia scrivono un po’ tutti, o meglio, tutti aspirano a scrivere. E certo, nessuno di noi è Shakespeare. A ben pensarci neanche due o trecento persone che pubblicano libri con una regolarità disarmante o scrivono sui giornali o magari li dirigono non sono lontanamente paragonabili al Bardo. E forse, quando entri in libreria e vedi certe schifezze che vengono propinate dal mercato editoriale, ti chiedi “Ma se scrive lui… perché non posso farlo anch’io?” Ma a quanto pare, tuttavia, questo è un dettaglio insignificante.
Commenti
ti lascio un saluto.
love actually è davvero una simpatica commedia inglese. il classico film da vedere una sera per rilassarsi...
A proposito di scrittori facili: hai mai letto nulla di Nora Roberts? Bè, scrive come i miei allievi della quinta (sono bravi) e basta che ne leggi uno perchè gli altri si somigliano come trama, inverte solo i personaggi. Ne ha "pubblicati" più di cento.
:-)
penso che ci stiamo trasformando davvero in un paese di scrittori a vario titolo....tutti che vogliono scrivere, nessuno che legge però....
sarà mica che in questa urgenza di cose da dire....siamo rimasti senza idee???
anche io ero in un periodo di vacche magre, ma QUEL libro mi ha riconciliata con la lettura
Purtroppo la pubblicazione su carta è, invece, legata a logiche veramente strane. L'altra sera ho visto Marina La Rosa (o Larosa tutto attaccato?) alias "Gatta Morta" nel programma della Parietti "Grimilde". Ok, non ho proprio un c***o da fare...
Al termine dell'intervista è stata sottoposta a una "prova di recitazione": le hanno dato un bigliettino con su scritto "m'illumino/d'immenso". Lei si è lamentata perchè "mi avete fatto leggere solo i versi finali di una poesia lunghissima." o_O'
Naturalmente anche Marina ha pubblicato un libro... o_O''
...sul galateo. O_O